TANGENTI PER LE GIOSTRE, INCHIESTA VERCELLI TOCCA ANCHE ABRUZZO

27 Febbraio 2019 14:43

Pescara - Cronaca

MONTESILVANO – Da 150 euro per le giostre più piccole, come tirapugni e macchinette a gettone, a 250-300 euro per le giostre più grandi come ruote panoramiche e piste di pattinaggio.





Era sufficiente pagare queste cifre per ottenere il rilascio delle autorizzazioni al funzionamento delle attrazioni, senza che venisse fatta alcuna verifica sul funzionamento e sulle norme di sicurezza.

Coinvolge anche l'Abruzzo, e precisamente il Comune di Montesilvano, dove non si registrano indagati, l'inchiesta condotta dai carabinieri di Vercelli, e coordinata dalla procura, Mauro Ferraris, comandante della polizia municipale di Borgo D'Ale, arrestato questa mattina per diversi reati tra cui corruzione, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e peculato. Il capo della polizia locale, a fronte di pagamenti che avvenivano con ricariche Postepay, avrebbe rilasciato oltre 1.000 codici identificativi per giostre di tutta Italia, senza alcuna verifica sui requisiti in fatto di sicurezza. Le concessioni avvenivano tramite l'ausilio di alcuni intermediari, e senza visionare le attrazioni dal vivo.





In totale sono 36 le persone indagate, tra cui il comandante dei vigili urbani di La Cassa, in provincia di Torino, comune nel quale era stato esportato il 'metodo Borgo d'Ale', oltre al Comune di Montesilvano (Pescara) dove al momento non risultano indagati. Sei gli intermediari sottoposti a obbligo di dimora, tutti professionisti. Le giostre con i codici rilasciati dal Comune di Borgo d'Ale sono state poste sotto sequestro; al vaglio degli inquirenti altre 4.000-5.000 giostre con codici rilasciati in passato dal comandante della polizia di Borgo d'Ale.

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