TEATRO: INSINNA E LE ”CENTO LETTERE” CON DETENUTI DEL CARCERE DI PESCARA

16 Novembre 2018 14:54

Pescara - Cultura

PESCARA – L'infanzia trascorsa a giocare sui prati di borgata a Roma, gli anni dell'adolescenza e quelli sempre più bui tra droga, furti e risse allo stadio e, poi, in un crescendo di follia, una notte accade l'irreparabile.

Da lì la condanna a 30 anni di reclusione per omicidio di primo grado.

Una storia vera, senza sconti, questa di Attilio Frasca, classe '70, raccontata nel libro Cento lettere. Dalle sbarre alle stelle, scritto a quattro mani dallo stesso Frasca con il regista Rai Fabio Masi (Itaca Edizioni), che raccoglie dieci anni di corrispondenza tra Frasca e l'amico Massimo.





Ora la loro storia è diventata anche una rappresentazione teatrale con l'adattamento di Ariele Vincenti. A recitare 10 detenuti del carcere di Pescara guidati dalla sapiente maestria di Flavio Insinna, nei panni dell'amico di Attilio, Massimo.

Il debutto è per il primo dicembre nella sala teatrale della Casa circondariale di Pescara, con il sostegno del Teatro Stabile d'Abruzzo diretto da Simone Cristicchi. A Insinna è affidato il ruolo di voce narrante, con la volontà di raccontare la parabola dell'uomo al di là del vissuto personale di ciascun detenuto.

“Da anni non mi emozionavo così alle prove”, afferma Insinna. Lo spettacolo arriva al termine di un percorso teatrale durato sette mesi in sinergia con il direttore, le assistenti sociali e le psicologhe della Casa circondariale di Pescara. I lavori si sono svolti nella sala teatrale della struttura, che ospiterà anche il debutto, sabato 1 dicembre (su inviti).





“Come il libro – spiega il regista Ariele Vincenti – lo spettacolo racconta la vita criminale di Frasca, dai primi reati alla lunga carcerazione”.

Fanno da corollario coreografie ballate, scene di delirio e violenza collettiva, ma anche numerose situazioni ilari e grottesche. Tutto accompagnato dall'uso scenico delle canzoni di Emilio Stella, cantautore romano.

“La vera amicizia è senza giudizio: Massimo non giudica Attilio ma gli sta a fianco e lo conforta”, dice Insinna mentre per il direttore della Casa Circondariale di Pescara, Franco Pettinelli “la mancanza di libertà, paradossalmente, si può trasformare in libertà di scelta di cambiamento”.

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