TEATRO: MILANI SCRIVE A BIONDI, ”RIVEDERE AVVISO PER DIRETTORE TSA”

7 Novembre 2017 12:53

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – Un appello al sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, affinché ponga rimedio al bando del Teatro stabile d'Abruzzo per il nuovo direttore, visto che “i tempi entro cui si è obbligati a presentare la domanda” sono troppo stretti ed è caratterizzato dalla “totale mancanza di riferimenti al 'progetto di direzione artistica' che i candidati si impegnerebbero a porre in essere”.

Arriva dal regista e autore aquilano Daniele Milani, da qualche anno impegnato a Milano, in una lettera aperta pubblicata integralmente sotto.

“Su quali basi è lecito immaginare che la candidatura alla direzione di un teatro tanto importante ma al tempo stesso tanto critico per gestione e ubicazione, possa essere presa da professionisti seri e competenti dislocati chissà dove lungo il nostro paese e probabilmente già impegnati in progetti altamente impegnativi in tempi tanto rapidi?”, domanda Milani, puntualizzando tuttavia come il sindaco non sia “certo responsabile di tale assurda decisione”.

“D'altra parte è sotto gli occhi di tutti come, grossi personaggi che si sono susseguiti in questi anni, non hanno mai dato al Teatro stabile d'Abruzzo, alla città dell'Aquila e alla regione in generale, lo stesso lustro che sono riusciti a dare al proprio cognome”, fa osservare Milani, “Molto probabilmente non si è trattato di incapacità, ma di obiettivi personali che non coincidevano affatto con i bisogni del territorio”.

Milani, che nel 2015 lanciò anche una petizione contro la nomina di Nathalie Dompé a presidente del Tsa, ignorata dalle istituzioni, auspica infine che l'interessamento del sindaco “possa permettere di modificare urgentemente questa ambigua e deprimente situazione, mettendo l'istituzione nella condizione di operare realmente per il bene di tutti i cittadini aquilani e abruzzesi”.

LA LETTERA APERTA DI MILANI A BIONDI

Alla cortese attenzione del Sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi

Egregio sig. Sindaco,

mi permetto di contattarla per portare urgentemente alla sua attenzione un fatto che si sta consumando in questi giorni in maniera che benevolmente definirò “maldestra”. Questo fatto rischia di generare ricadute negative sulla qualità della vità di tutti i cittadini aquilani e sulla trasparenza e la qualità delle istituzioni culturali regionali.

Faccio quindi appello alla sua persona affinché possa verificare quanto sto per dire e porre in atto le dovute correzioni negli strettissimi margini di tempo che la situazione richiede.

Da professionista del teatro ho accolto con grande apprezzamento la notizia, circolata nei giorni scorsi sulla stampa, della decisione di procedere ad una “manifestazione di interesse pubblico” per la nomina del nuovo direttore artistico del Teatro stabile D'Abruzzo e, con me, l'hanno accolta con favore tanti colleghi del panorama nazionale che ho avuto modo di incontrare in questi giorni qui a Milano, mia attuale città di lavoro.





Questo ipotetico cambio di rotta rispetto alle nomine esclusivamente politiche e sempre poco trasparenti che si sono susseguite senza sosta negli ultimi decenni, è apparso subito come una novità importante per cercare di selezionare il candidato più idoneo sulla base di criteri il più possibile oggettivi e innescare realmente un cambio di rotta che, ormai da moltissimi anni, viene strombazzato sui giornali alla vigilia delle nuove direzioni artistiche e viene puntualmente smentito dai fatti al loro termine.

L'entusiasmo e la speranza generati da questa prima informazione però sono stati prontamente smentiti dal comunicato stampa apparso pochi minuti fa sul sito dell'ente Teatro stabile d'Abruzzo.

Dall'annuncio fatto nei giorni scorsi era lecito attendersi un vero e proprio “bando pubblico” per tale selezione. Un procedimento questo tutt'altro che avveniristico e che anzi, è ormai consuetudine nei teatri italiani amministrati con trasparenza da circa dieci anni. I bandi ai quali faccio riferimento sono talmente noti che non farà certamente fatica a reperirne più di un esempio virtuoso attraverso una semplice ricerca su internet.

Ora, i bandi ai quali faccio riferimento possono avere diverse impostazioni, ma è fuori di dubbio che quelli attendibili, seri e trasparenti, presentano almeno due caratteristiche che, lo dico con grandissimo dispiacere, non è possibile riscontrare in quello pubblicato sulla pagina del Tsa.

La prima grande obiezione riguarda i tempi entro cui si è obbligati a presentare la domanda. Il termine ultimo per candidarsi è il 15 novembre prossimo venturo.

Mi permetto a tal proposito di avanzare a lei che, sia chiaro, non considero certo responsabile di tale assurda decisione, una semplice osservazione.

Su quali basi è lecito immaginare che la candidatura alla direzione di un teatro tanto importante ma al tempo stesso tanto critico per gestione e ubicazione, possa essere presa da professionisti seri e competenti dislocati chissà dove lungo il nostro paese e probabilmente già impegnati in progetti altamente impegnativi in tempi tanto rapidi?

Mi pare scontato affermare che più un professionista è quotato, più impegni avrà in agenda e più avrà bisogno di tempo per avanzare una candidatura seria e non basata sull'improvvisazione.

Non credo si debba essere un esperto del settore per capire che, come in qualsiasi altro ambito lavorativo, una candidatura seria e supportata da un programma di spessore, richieda un tempo necessario per la sua elaborazione molto differente da quello stabilito da tale bando.

Un tempo così breve rischia di richiamare solo e soltanto “avventurieri”, pronti a candidarsi perché allettati dalle luci della ribalta di un teatro che invece, gli esperti del settore lo sanno tutti, avrebbe bisogno di ben altro per poter finalmente uscire dalla gravissima crisi progettuale che da molti anni lo attanaglia.

Un tempo così esiguo per presentare le candidature insomma, sfido chiunque a correggermi su questo punto, allontanerebbe i profili migliori del panorama nazionale anziché avvicinarli.
Inoltre, lo dico con la personale convinzione che questa non sia la sua volontà signor sindaco, tempi così stretti per presentare la candidatura rendono davvero impossibile non generare il grosso dubbio che, dietro un cambiamento solo apparente, la nomina sia già stata decisa con le solite modalità di affiliazione a lobby politiche o di potere e che dopo aver proceduto ad una selezione solo apparente, alla scadenza dei tempi tecnici questa verrà semplicemente ratificata.

Mi permetto su questo punto di anticipare la più classica e pretestuosa delle obiezioni a quanto ho appena affermato.





Si potrebbe infatti dire che i tempi così stretti sono dovuti a vincoli ministeriali, scadenza di termini per l'assegnazione dei fondi del Fus e altre chiacchiere di questo tipo. Si tratterebbe di argomentazioni inaccettabili. Tutti i migliori teatri italiani hanno esposto bandi per tempi superiori a quelli del Tsa e nessuno di loro è stato punito per questo, anzi, in molti casi la trasparenza e la corretta procedura per la nomina del direttore artistico hanno premiato quelle strutture a tutti i livelli, sia da parte del pubblico che da parte delle istituzioni che erogano i finanziamenti.

La seconda scelta che denota enorme superficialità nel bando pubblicato è la totale mancanza di riferimenti al “progetto di direzione artistica” che i candidati si impegnerebbero a porre in essere. La selezione avverrà esclusivamente tramite Curriculum.

Per qualsiasi addetto ai lavori e probabilmente anche per molte persone di semplice buon senso, appare subito evidente che la qualità di un progetto non dipende solo dal prestigio di un cognome o dalla notorietà di esperienze pregresse.

D'altra parte è sotto gli occhi di tutti come, grossi personaggi che si sono susseguiti in questi anni, non hanno mai dato al Teatro Stabile d'Abruzzo, alla città dell'Aquila e alla regione in generale, lo stesso lustro che sono riusciti a dare al proprio cognome. Molto probabilmente non si è trattato di incapacità, ma di obiettivi personali che non coincidevano affatto con i bisogni del territorio.

Queste infatti, secondo il mio personale parere, dovrebbero essere le uniche linee guida della nuova direzione artistica, i BISOGNI del territorio e delle persone che in esso vivono. I direttori artistici dovrebbero mettersi a disposizione di un territorio martoriato e bisognoso di fermento culturale e non arrivare con l'obiettivo di dare maggiore visibilità alla loro linea artistica, anche quando questa fosse degna di nota.

Per poter individuare la personalità adatta a interpretare un ruolo che, le assicuro, per qualsiasi persona sufficientemente esperta, rappresenta una sfida ad alto rischio e con soddisfazioni personali molto inferiori rispetto allo sforzo richiesto, è indispensabile che la selezione del direttore venga fatta attraverso la valutazione scrupolosa di un progetto di direzione artistica.

Cosa farà il Tsa nel prossimo triennio? Cosa costruirà per i giovani aquilani e abruzzesi che hanno bisogno di cultura per diventare cittadini consapevoli e pertecipi? E per gli adulti? In che modo vuole affrontare le difficilissime sfide della distribuzione in scala regionale e nazionale, della riforma degli enti teatrali ancora in essere, delle co-produzioni che diventano sempre più internazionali? In che modo la città dell'Aquila riuscirà a riprendersi un primato regionale in ambito culturale che da troppo tempo sembra smarrito? In che modo questo primato genererà sinergie positive con le atre città della regione senza entrare con queste in competizione anzi, valorizzando le reciproche differenze? Queste sono solo alcune domande alla rinfusa ma dense di significato e capaci di stabilire il successo o il fallimento di una direzione artistica, alle quali tutti i candidati alla carica di direttore del Tsa dovrebbero dare risposte prima di essere nominati.

Alla luce di queste riflessioni, egregio sindaco, auspico con tutto il cuore che un suo interessamento possa permettere di modificare urgentemente questa ambigua e deprimente situazione, mettendo l'istituzione nella condizione di operare realmente per il bene di tutti i cittadini aquilani e abruzzesi.

Colgo l'occasione infine per renderle noto, a scanso di equivoci, che, nel caso in cui le condizioni della selezione risponderanno ai criteri di imparzialità e trasparenza che ho sinteticamente evocato, sarà mia intenzione avanzare la mia candidatura per la posizione in questione.

Nel caso in cui le caratteristiche resteranno queste invece, molto difficilmente potrò accettare di mettermi in gioco in una selezione della quale non posso avere fiducia. Il punto dirimente per tale decisione le assicuro che non sarebbe l'esito della mia candidatura che, spero potrà credermi, mi starebbe a cuore per puro spirito di servizio e non per ambizioni personali che sto con soddisfazione perseguendo a Milano da anni. Mi permetta inoltre di affermare la mia convinzione di non essere il solo professionista ipoteticamente candidabile a pensarla in questo modo.

Certo della sua attenzione egregio sindaco, la ringrazio per il tempo concessomi e le auguro sinceramente buon lavoro per il difficile compito che ha intrapreso. Mi permetta inoltre di scusarmi per eventuali errori contenuti nella presente lettera. L'eleganza formale avrebbe richiesto tempi di elaborazione più lunghi e un'attenta rilettura, ma l'urgenza della comunicazione non lo hanno consentito.

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