BENEDETTI: ''CHIUSA VICENDA CIVICO 201, E' INDAGATO PER PALOMAR-CONSTA''

TELEFONATE PER SBLOCCARE FONDI SISMA: CASSAZIONE ANNULLA ARCHIVIAZIONE CIALENTE

25 Gennaio 2018 17:22

L'Aquila - Cronaca

ROMA – È stato in buona parte accolto, dalla Corte di Cassazione, il ricorso con il quale la procura della Repubblica dell'Aquila ha contestato la decisione del tribunale aquilano del 3 aprile 2017 di archiviare le accuse di induzione indebita formulate nei confronti dell'ex sindaco del capoluogo abruzzese, Massimo Cialente, e del funzionario comunale Fabrizio De Carolis.

La sesta sezione penale della Suprema Corte ha infatti annullato con rinvio al gup dell'Aquila “per una nuova deliberazione” la sentenza di proscioglimento in relazione a due delle tre accuse di induzione che erano state contestate.

“Dai controlli emerge che per Cialente è chiusa la vicenda del Civico 201, la decisione della Cassazione nei suoi confronti riguarda il cosiddetto capo B, relativo al filone Palomar-Consta”, ha spiegato ad AbruzzoWeb l'avvocato di Cialente, Carlo Benedetti.

Le motivazioni della decisione e le vicende specifiche per le quali si riapre il caso, comunque, saranno meglio note quando gli 'ermellini' depositeranno la loro sentenza, tra circa un mese.

L'inchiesta era durata circa 3 anni, periodo nel quale fu archiviata e poi riaperta, provocando anche polemiche politiche, anche perché si pensava che le conseguenze politiche dell'azione giudiziaria avrebbero potuto portare a una fine anticipata della consiliatura, cosa poi non avvenuta.

Secondo l'accusa, rivolgendosi a un legale di una coop edilizia, Cialente lo avrebbe illecitamente indotto ad affidare in subappalto a una ditta aquilana, l'impresa Iannini, alcuni lavori per la ricostruzione post-terremoto 2009 di alcuni palazzi a Pettino, uno dei quartieri dell'Aquila, senza però riuscirci, quindi il reato sarebbe stato solo tentato.





In particolare, si tratta di un aggregato da 178 appartamenti e 63 milioni di euro, il cosiddetto “Consorzio 201”, uno dei più ingenti dell'intero post-sisma aquilano, la cui ricostruzione, tra l'altro, aggiudicata a un’associazione temporanea con tra le ditte Acmar, ravennate, e Taddei, aquilana, è stata sbloccata solo a fine 2017, grazie a un emendamento nel decreto fiscale che supera alcune beghe burocratiche.

Nell’altro episodio, secondo i pm, ma non secondo il gup che ha fatto cadere l’accusa, il reato si era effettivamente consumato, con lo sblocco di contributi per circa 2,7 milioni di euro alle società Palomar-Consta caldeggiato da Cialente a De Carolis e avvenuto senza che le imprese avessero le carte in regola per ottenere i fondi, in particolare la certificazione dell’avvenuto pagamento ai subappaltatori.

“I lavori non partivano, le aziende fallivano e ho dovuto fare tutto io perché i cittadini venivano da me, questa è la verità”, è sempre stata la linea difensiva del primo cittadino, assistito dall'avvocato Carlo Benedetti, che all'epoca del processo era anche presidente del Consiglio comunale.

E come emerso dalle carte processuali, a facilitare contatti Cialente-Palomar fu l’ex presidente della Camera dei deputati nonché ex presidente della Commissione parlamentare antimafia, Luciano Violante.

“L’intervento di Violante fu solo quello di dire che mi voleva incontrare l’avvocato di una società, mi chiese se poteva venire – ha confermato nei mesi scorsi Cialente ad AbruzzoWeb – Gli diedi il mio numero e credo di avere ancora salvati dei messaggi per prendere l’appuntamento”.

Anche dopo l'archiviazione, l'inchiesta ha continuato a provocare baccano: da uno stralcio delle intercettazioni telefoniche e ambientali raccolte dagli investigatori, diffuse dal sito Internet del periodico aquilano L’Editoriale, diretto da Peppe Vespa, è infatti emerso come, nelle telefonate intercettate tra il sindaco Cialente e l’allora vice sindaco, Nicola Trifuoggi, del tutto estraneo all'inchiesta, fossero stati espressi caustici giudizi sul magistrato che indaga, lo stesso Gallo, arrivando a definirlo, come ha scritto lo stesso Editoriale, un “c…” (frase di Cialente), un “gran c…” (frase di Trifuoggi).

BENEDETTI: ''CHIUSA VICENDA CIVICO 201, E' INDAGATO PER PALOMAR-CONSTA''





“Dai controlli emerge che per Cialente è chiusa la vicenda del Civico 201, la decisione della Cassazione nei suoi confronti riguarda il cosiddetto capo B, relativo al filone Palomar-Consta”.

Lo svela ad AbruzzoWeb Carlo Benedetti, avvocato difensore dell’ex sindaco del capoluogo, Massimo Cialente, che ha appreso da questo giornale la notizia dell’annullamento dell’archiviazione del suo assistito da parte dei giudici di legittimità dopo il ricorso della procura della Repubblica contro il verdetto del tribunale risalente all’aprile 2017.

La seconda ipotesi di reato, quella per la quale, come conferma Benedetti, la Cassazione ha riaperto l’inchiesta contro Cialente, consisteva in una sua sollecitazione al funzionario comunale De Carolis, lui invece archiviato e che tale resterà, a favore del nulla osta per la liquidazione di tre Sal (stati di avanzamento lavori) per ristrutturare un condominio.

“Cialente tecnicamente non acquisisce la qualità di imputato, ma rimane indagato”, rimarca Benedetti, a evidenziare che il procedimento ricomincerà dalla cosiddetta udienza filtro, al termine della quale si deciderà se rinviarlo a processo o no. “Vuol dire che ci sarà una migliore delibazione del gup anche su quel capo”, prosegue.

Lontana, invece, l’estinzione del presunto reato per prescrizione, prevista orientativamente per settembre 2023.

L’archiviazione di Cialente, sempre dai controlli del suo legale, ex presidente del Consiglio comunale, è confermata per il cosiddetto capo A, in base al quale, rivolgendosi a un legale di una coop edilizia, l’ex sindaco lo avrebbe illecitamente indotto ad affidare a una ditta alcuni lavori in subappalto per la ricostruzione post-terremoto 2009 di alcuni palazzi a Pettino, senza però riuscirci.

“Quest’accusa è definitivamente chiusa”, conclude Benedetti.

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