TERREMOTO: AL VIA PROCESSO CROLLO TORRE ACCUMOLI, CAUSO’ MORTE FAMIGLIA

24 Settembre 2018 14:06

Italia -

RIETI – Sarà il processo, al via oggi a Rieti e a carico di 7 tra tecnici e amministratori, a stabilire se a causare la morte di un'intera famiglia fu il terremoto, che la notte del 24 agosto 2016 devastò Accumoli e Amatrice, o l'incuria dell'uomo.

Davanti al giudice monocratico Riccardo Porro si è aperto, infatti, il dibattimento di primo grado scaturito dall'inchiesta sul crollo della torre campanaria di Accumoli che causò la morte di Andrea Tuccio e di sua moglie Graziella Torroni, entrambi 34enni, e dei loro bambini, Stefano di 8 anni e Riccardo di 9 mesi.





La vela campanaria della chiesa dei Santi Pietro e Lorenzo alle 3.36 piombò sul tetto dell'adiacente edificio comunale sfondando, in caduta, la copertura della casa canonica e due solai dell'abitazione dove la famiglia stava dormendo. Secondo le conclusioni dell'inchiesta della procura di Rieti, coordinata dai pm Lorenzo Francia e Rocco Gustavo Maruotti, la scossa di magnitudo 6.0, che ad Accumoli ebbe il suo epicentro, diede il colpo di grazia alla torre, già seriamente danneggiata da due precedenti terremoti, quello della Valnerina del 1979 e quello de L'Aquila del 2009, e mai messa seriamente in sicurezza dalla Curia di Rieti, come, invece, le normative prescrivevano in presenza di evidenti lesioni e fessurazioni.

E dunque, sempre secondo le conclusioni dell'inchiesta, la famiglia Tuccio non doveva essere ospitata in quell'alloggio di proprietà del Comune. Una tragedia, hanno sottolineato i tecnici incaricati di indagare sulle cause del crollo, che 'con elevatissima probabilità' poteva essere evitata. La torre, prima ancora di essere danneggiata nel 1979 e nel 2009, aveva già subìto due crolli in occasione dei terremoti del 1628 e del 1703.





All'indomani del sisma dell'Abruzzo del 6 aprile 2009, la Curia si era decisa a metterla in sicurezza, ma l'inchiesta ha evidenziato che i lavori di riparazione e miglioramento sismico si limitarono all'installazione di due esili barre in acciaio fissate con gli stop ai lati della cella campanaria. Una spesa di poche centinaia di euro che non mise al riparo la torre da un ulteriore crollo. Per questo, con l'accusa di omicidio colposo e disastro colposo, sono finiti sotto processo l'attuale sindaco di Accumoli, Stefano Petrucci, l'allora responsabile unico del progetto, l'architetto Pier Luigi Cappelloni, il collaudatore statico amministrativo dei lavori a cui fu sottoposta la torre, l'architetto Mara Cerroni, i progettisti e direttori dei lavori, l'ingegnere Alessandro Aniballi e l'architetto Angelo Angelucci, il geometra Giuseppe Renzi e l'ingegner Matteo Buzzi, tecnico incaricato dalla Curia.

Il giudice, nel corso della prima udienza, ha ammesso le richieste di chiamata in causa, in qualità di responsabili civili, del Comune di Accumoli e della Curia reatina. La prossima udienza, con i primi testi indicati dall'accusa, ci sarà il 26 novembre.

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