TERREMOTO: DI STEFANO, ”RABBIA PER ESCLUSIONE CAGNANO DAL CRATERE”

23 Febbraio 2017 12:16

L'Aquila -

L'AQUILA – “Da ex sindaco di Cagnano Amiterno, oggi cittadino affettivo, provo una forte rabbia e incredulità per le vicende dei tre Comuni (Cagnano Amiterno, Barete e Pizzoli) non inclusi nel cratere sismico”.

Lo dice l’assessore alla Ricostruzione del Comune dell’Aquila Pietro Di Stefano.





“Nell’ultimo anno e mezzo – scrive in una nota – ho vissuto nella mia casa paterna e ho rivissuto l’incubo del 2009, con gli ultimi tre terremoti di Amatrice, Norcia e Montereale-Pizzoli. Quello del 18 gennaio è stato particolarmente intenso per la ripetitività delle scosse, perché gli epicentri sono stati tra Montereale e Pizzoli, e anche perché la forte nevicata ha ulteriormente complicato le cose”.

“Trovo quindi incomprensibile questo modo sordo di andare avanti non riconoscendo nel cratere i tre Comuni al centro dell’ultimo terremoto e, per quanto ci riguarda, anche la frazione di Arischia, che si trova in continuità territoriale proprio con Pizzoli, a fronte dei gravi danni avuti e dell’abbandono, da parte di tante famiglie, di quei centri urbani”.

“Mi sembra di avvertire una certa inadeguatezza della governance chiamata a gestire questo momento e lo stesso Errani non ne ha fatto mistero, il 15 febbraio scorso, ad Ancona, davanti ad alcuni sindaci dei comuni colpiti dal sisma”, aggiunge Di Stefano.





“A questo si aggiunge il fatto che anche a L’Aquila, dove si può invocare il nesso di causalità, riceviamo segnalazioni di danni e preoccupa quando queste segnalazioni riguardano nuovi danneggiamenti o aggravamento dei precedenti a finanziamento già erogato e lavori in corso di esecuzione. Nonostante quanto previsto dall’articolo 13 del Decreto legge 189 del 2016 non esistono disposizioni operative, da parte del commissario o della Regione, chiamata a gestire questa fase quale estensione dello stesso commissario, quando sarebbe necessario almeno un indirizzo su come comportarsi in attesa del provvedimento commissariale ed un’apposita proposta di emendamento da inserire in qualche atto che il parlamento, spero, avrà l’assennatezza di approvare”.

“Esiste però un fatto incomprensibile ovvero, per dirla brevemente, che quello che è escluso dalle norme alla base della ricostruzione dopo il sisma del 2009 è invece ammesso per quella del sisma Amatrice/Norcia/Montereale. In pratica nello stesso Comune, a seconda del terremoto che si tira in ballo – spiega Di Stefano – si può incorrere in un reato oppure si è nella totale legittimità”.

“Una delle tante stravaganze italiane che, da sempre, proviamo a far correggere in Parlamento con i nostri rappresentanti, a cui va il mio ringraziamento. Quanto accaduto a L’Aquila – conclude Di Stefano – ha fatto scuola per altri ma, per noi, è una grande fatica far correggere le norme astruse scritte anni fa”.

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