TERREMOTO: PREFETTO, ”VERIFICARE E AGIRE SU PUNTELLAMENTI PERICOLOSI”

di Alberto Orsini

26 Agosto 2016 17:55

Regione -

L’AQUILA – “Come prefetto e responsabile della sicurezza pubblica penso che, se stiamo già ricostruendo un dato palazzo, i puntellamenti sia giusto eliminarli, ma se sappiamo che per quell’immobile ancora non c’è un progetto approvato e le stesse opere sono diventate una fonte di pericolo, chi di dovere si deve interessare per verificarne la stabilità”.

Così il prefetto dell’Aquila, Francesco Alecci, si esprime in un’intervista all’Ansa sul problema dei puntellamenti vetusti nel cuore dell’Aquila a sette anni dal terremoto del 6 aprile 2009, facendo notare che, in caso di mancata manutenzione, “si creano le premesse perché un evento come quello di stamattina, una scossa percepita qui anche se L’Aquila non è l’epicentro, anche di riflesso possa provocare un crollo e chiunque ci si trova sotto, oggetti o persone, ne subisca le conseguenze”.

“Sappiamo che le opere provvisionali sono definite da leggi che regolano i lavori in funzione della loro provvisorietà – spiega il prefetto – Diversamente da ogni altra struttura, il cosiddetto puntellamento può non avere un certificato di regolare installazione, ci si può basare su dichiarazioni rese dalla ditta che lo ha montato e che dichiara che è avvenuta coerentemente. Questo proprio perché, per definizione, deve durare al massimo 24 mesi, dopodiché lo si deve smantellare”.





“In due anni l’intervento di riparazione all’immobile che si vuole salvaguardare dovrebbe essere iniziato, realizzato e concluso – prosegue ancora -. Qui, purtroppo, abbiamo visto passare ben oltre 2 anni, per questo bisogna riportare l’installazione alle condizioni di comprovata sicurezza che derivano da valutazioni in loco svolte da ditte specializzate, per questo bisogna, però, pagare del denaro”.

La strategia resa più volte pubblica dal Comune, tuttavia, è stata sempre quella di spingere sulla ricostruzione senza spendere altri soldi sui puntelli.

“In più riunioni il sindaco presente ha detto che preferiva investire risorse del Cipe per ricostruire l’immobile piuttosto che fare verifiche – conferma il prefetto -. Un discorso molto sensato, ma in alcuni casi quei puntelli sono rimasti e sono tuttora lì”.





E sette anni dopo, rileva ancora, “non svolgono più l’attività di garanzia e sicurezza dell’immobile come dovrebbero. Sui giornali sono apparse foto di puntellamenti completamente staccati da un palazzo – ricorda  ancora – In quelle condizioni può crollare, rovinare sopra la testa delle persone, è un’ulteriore cosa da tutelare, così si moltiplicano i problemi invece che risolverli”.

In definitiva, secondo Alecci, “se la ricostruzione va con passo veloce, è giusto che le risorse si destinino ai lavori piuttosto che alle opere provvisionali. Ma ogni immobile puntellato non si comincia a riparare dall’oggi al domani: ci sono la presentazione del progetto, l’esame, l’approvazione, l’erogazione del finanziamento e, finalmente, si attiva il cantiere”.

Di qui l’invito: “Di ogni immobile lesionato si è in grado di sapere quando sarà oggetto di ricostruzione e, di ogni opera provvisionale installata, quando sarà eliminata. È una situazione molto delicata e presuppone l’esercizio, da parte dell’autorità, dei propri poteri e doveri”.

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