TERREMOTO: RALPH E GIORGIA, TORNARE IN CENTRO TRA RABBIA E CORAGGIO, ”ABBIAMO FORZA, ALTRI NO”

di Elisa Marulli

2 Luglio 2012 08:14

L'Aquila -

L’AQUILA – Contro il terremoto che tre anni fa ha cambiato tutto, ormai non si può più far nulla. Però contro le lungaggini burocratiche della macchina comunale, la mancanza di vigilanza in centro storico, la stampa “allarmista” e la “poca solidarietà” che c’è tra gli aquilani, si può ancora lottare.

Sono un concentrato di rabbia, delusione ma anche tanto coraggio Ralph Aureli e Giorgia Evangelista, proprietari del locale Cinema Olimpia Drink& Store, aperto nel centro storico, lungo il corso, dopo l’avventura con The Shaker Club, situato lungo viale della Croce Rossa quando questa era ancora il fulcro della movida notturna dei giovani aquilani nell’immediato post-sisma.

“Lo abbiamo dovuto chiudere quando è stato riaperto il centro storico e i locali hanno cominciato a tornare lì – raccontano – È stato un errore, secondo noi bisognava creare una sorta di centro commerciale della movida in periferia, dove raccogliere tutti i locali”.

La passione per il contatto con il popolo della notte, Ralph ce l’ha nel sangue: suo padre, Tony, è stato uno dei pionieri della movida notturna all’Aquila, quasi 40 anni fa, e uno dei primi a riaprire un locale dopo il terremoto: l’ormai celebre autobus a due piani lungo viale della Croce Rossa, che non ha però mai sostituito nel cuore degli affezionati il The Corner, la birreria che fino alla notte del 6 aprile 2009 si trovava all’angolo tra via Sassa e via Cavour, a un passo da piazza Duomo.

Nonostante la rabbia e la delusione, Ralph e Giorgia, compagni di lavoro come nella vita, non perdono assolutamente la speranza e raccolgono le forze per la prossima avventura.

“A breve partiranno i lavori in centro – raccontano in questa intervista – dovremmo nuovamente chiudere qui e aprire un altro locale, il quarto in tre anni. Noi le forze le abbiamo, ma c’è chi non le ha più”.

Avete aperto il nuovo locale lungo corso Vittorio Emanuele dopo l’esperienza del viale della Croce Rossa. Cosa vi ha spinto a trasferirvi in centro?

Ralph: Tutta la movida, subito dopo il terremoto, si era concentrata lì: mio padre ha aperto il pub nell’autobus e ogni sera c’era un sacco di gente. Abbiamo quindi deciso di aprire un altro locale proprio di fronte, investendo ben 120 mila euro.

Abbiamo lavorato molto bene per 3-4 mesi, poi si è deciso di riaprire il centro e tutti i giovani si sono spostati lì per le serate. Se lo avessimo saputo prima, di certo non avremmo investito in viale della Croce Rossa.





In termini economici, quanto avete perso?

R: Abbiamo investito circa 70 mila euro per i mobili e l’arredamento, ora è tutto impacchettato in un magazzino. I 50 mila euro spesi per rimettere a nuovo il locale, invece, sono andati completamente perduti.

Dal vostro osservatorio particolare, visto che sono anni che siete sul campo, quali cambiamenti notate nella movida aquilana rispetto a prima del terremoto?

G: Io sono anche un’insegnante e ogni giorno osservo la frustrazione e lo stress dei ragazzi. Quando escono la sera hanno voglia di evadere, scaricare l’adrenalina. Quindi la sera spesso esagerano nel bere e si creano episodi spiacevoli. Però la stampa ci ha penalizzato con articoli dal tono troppo allarmante.

R: Gli atti di vandalismo c’erano anche prima del terremoto. Tutti ricordano i vicoli della piazza, che a una certa ora della sera si trasformavano in bagni a cielo aperto. Forse prima non ci si faceva molto caso perché non mancava niente…

Si è spesso definito il centro storico una ‘terra di nessuno’: i vicoli sono bui, deserti, quindi facile preda di teppistelli e vandali che si scatenano a tarda notte. La vigilanza secondo voi è adeguata?

G: Assolutamente no. Si vedono pattuglie durante il giorno, nel pomeriggio, ma poi la sera, da mezzanotte in poi, non passa nessuno. Il paradosso è che sono i buttafuori che noi e altri gestori paghiamo per la sicurezza del nostro locale che spesso si devono occupare anche di ciò che succede all’esterno del locale.

R: È opportuno anche chiarire una volta per tutte una cosa: non è colpa nostra se i ragazzi si ubriacano e poi compiono atti vandalici. Spesso non prendono da bere qui ma vengono già muniti di alcolici in bottiglia. La sera, quando chiudiamo e puliamo all’esterno troviamo tantissime bottiglie comprate chiaramente al supermercato.

Qual è stato l’errore più grande, secondo voi, nella gestione della fase post sisma per quanto riguarda le attività commerciali?

G: L’amministrazione avrebbe dovuto creare una zona dedicata ai locali, più gestibile, controllata e sicura. Magari in periferia, una sorta di “centro commerciale della movida”.





R: Il secondo errore è stato riaprire il centro storico, anche perché ben presto dovremo sgomberare tutti.

A questo proposito, è in arrivo un’ordinanza per la chiusura dei locali in centro affinché si possa dare il via ai lavori. Cosa avete intenzione di fare?

R: La cosa non ci coglie di sorpresa, anzi siamo contenti. Si deve ricostruire! Certo è che per noi si tratta di ricominciare nuovamente tutto da capo: cercare un altro locale e investire altri soldi. Il  quarto locale (contando quello di mio padre) in tre anni.

Cosa vi manca di più di quello che c’era fino al 5 aprile 2009?

R: La serenità, sicuramente. Il centro viveva 18 ore al giorno e non tre ore il giovedì e altrettante il sabato. Al The Corner venivano ogni giorno per l’aperitivo i negozianti che chiudevano l’attività, i dipendenti degli uffici…

G: Per questo è importante riportare in centro anche le attività commerciali, le scuole e gli uffici. Altrimenti è normale che venga etichettato come il ‘centro dei pub’.

Cosa vi sentite di dire agli amministratori e ai politici, per il futuro della città?

G: Innanzitutto devono rendere la burocrazia più snella, noi abbiamo passato le pene dell’inferno per aprire qui. E poi ci vogliono teste giovani, altrimenti la città non ripartirà mai.

R: Vorrei fare un ringraziamento particolare agli assessori Roberto Riga e Fabio Pelini, al consigliere Enrico Perilli e al capo di gabinetto del sindaco Pierpaolo Pietrucci. Su tutti gli altri mi chiudo in un ‘no comment’.

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