TESORI AQUILANI IN ESILIO: A GIULIANOVA I GIOIELLI DI SANTA CHIARA E DEL SOCCORSO

di Eleonora Marchini

11 Novembre 2017 06:53

L'Aquila - Gallerie Fotografiche

L’AQUILA – Sono finiti al museo del Santuario della Madonna dello Splendore a Giulianova (Teramo), in due sale al piano terreno, oggetti, quadri, pale d’altare, arredi sacri e reperti archeologici provenienti dalle chiese aquilane di Santa Chiara e della Madonna del Soccorso, portati via dopo il terremoto del 6 aprile 2009.

Tesori d’arte “in esilio”, descritti come “collezione dei padri Cappuccini d’Abruzzo”, trasferiti nella cittadina giuliese perché ritenuta “sede più idonea ad ospitare la preziosa collezione”, come si legge nella locandina che introduce alle stanze di una mostra dedicata proprio a questi gioielli.

Oggetti salvati dalle macerie, certo, ma per i quali, come in molti altri casi di opere preziose portate via dall’Aquila per finire altrove, non si ha ancora notizia di un eventuale rientro in città.





Nel silenzio delle stanze del museo, con pochissimi visitatori in un martedì pomeriggio autunnale, si ha tutto il tempo di gustarsi pezzi come una statua in legno raffigurante la Madonna del Latte datata XIII secolo.

E c’è anche, un po’ nascosta e poco illuminata, la copia del dipinto La visitazione della Vergine, realizzata nel XVII da autore ignoto ispirandosi al famoso quadro di Raffaello Sanzio, destinato alla chiesa aquilana di San Silvestro e ora esposto al Museo del Prado di Madrid.

O ancora, ostensori in argento finemente cesellato, calici e pissidi e una grande Crocifissione, attribuita, come riporta la descrizione posta accanto, all’aquilano Pompeo Cesura allievo della scuola di Raffaello, e artista di spicco del Cinquecento abruzzese. 

Al centro di una delle due sale troneggia una grande incisione, datata 1679 e proveniente dalla biblioteca del convento di Santa Chiara, di recente mostrata nuovamente al pubblico dopo i lavori di restauro del complesso monastico del Borgo Rivera all’Aquila.





L’incisione mostra la figura del Cristo posta al centro di un grande e simbolico cerchio della Conoscenza in tutte le sue forme e discipline: arte, teologia, filosofia, scienza.

Non è stato possibile sapere, contattando i padri Cappuccini, se esiste un catalogo completo delle opere d’arte portate a Giulianova o in altre sedi, nel dopo terremoto, tra quelle esposte e quelle conservate magari in qualche magazzino.

Come pure non c’è notizia, nonostante il restauro del complesso monastico di Santa Chiara sia ormai completato e siano moltissimi i reperti, tra ceramiche e oggetti di artigianato, da poter raccogliere in un polo museale, di se e quando questi tesori aquilani in esilio potranno tornare a far bella mostra di sé in città.

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