TRAFORO GRAN SASSO: IORIO, ”SOLUZIONI RAPIDE PER SCONGIURARE CHIUSURA”

24 Aprile 2019 11:55

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – “Auspico che vengano trovate soluzioni rapide e sicure: è necessario riuscire a conciliare le esigenze di sicurezza, annullando eventuali rischi di contatto tra composti chimici e acqua destinata alle persone, a quelle di tipo economico e sociale,  scongiurando l’imminente chiusura del Traforo del Gran Sasso che porterebbe ad un pericolosissimo isolamento dell’intero territorio abruzzese”.

Lo afferma Emanuela Iorio, consigliera comunale dell'Aquila del Passo Possibile.





“Mi sono presa qualche giorno per vederci chiaro, per capire bene l’entità del problema che può sembrare  legato solo all’imminente chiusura del traforo del Gran Sasso, in ambo le direzioni e a tempo indeterminato dal 19 maggio prossimo, in termini di mancata fruibilità di un servizio insostituibile per gli utenti delle strade abruzzesi, pendolari, autotrasportatori e semplici cittadini, ma che in realtà va ben oltre, toccando da vicino la salute umana – fa osservare – . Non è solo evitare l’immane complicazione che si presenterebbe con la chiusura all’intero traffico veicolare del traforo, di fatto dividendo in due la Regione e le varie zone che diventerebbero  difficilmente collegabili fra di loro da est a ovest, ma anche impedire che l’annoso problema dell’inquinamento delle falde acquifere resti colpevolmente irrisolto, non essendo mai state affrontate a dovere le criticità ad esso sottese, in primis la mancata impermeabilizzazione dei laboratori Infn e della galleria autostradale, con l’enorme rischio di contaminazioni che si avrebbe in caso di incidenti”.

“Nelle indagini avviate lo scorso anno dalla Procura di Teramo – ricorda la Iorio – si è potuto constatare come le opere di captazione e convogliamento delle acque sotterranee destinate al consumo umano presentino un insufficiente grado di isolamento dall’esterno, anomalia che espone tali acque a rischio di contaminazione a opera delle sostanze inquinanti potenzialmente contenute nelle condotte di scarico o nelle acque di falda con cui esse entrano, in più punti, direttamente a contatto”.

“Vent’anni fa il laboratorio fu sequestrato e furono stanziati 80 milioni di euro per effettuare tutta una serie di lavori che in realtà non sono stati fatti – aggiunge la Iorio – . Mi chiedo: ad oggi le autorità preposte a spendere questi fondi come si sono comportate? Il ministro dei Trasporti, alle richieste della Regione Abruzzo DG 33 del 25 gennaio 2019 di stanziare 104 milioni di euro per i dovuti interventi di messa in sicurezza delle falde acquifere (opere impermeabilizzazione e rifacimento delle grandi condotte di captazione dell’acqua del Gran Sasso) ha risposto che tali interventi non rientrerebbero negli accordi di concessione relativi alla gestione delle autostrade A24/A25 e che, quindi, a Strada dei Parchi nessun intervento può essere imposto”.





“Questo imbarazzante rimpallo di responsabilità e le dispute fra Istituzioni e soggetti pubblici, cui stiamo assistendo nelle ultime settimane, non fanno che allungare a dismisura i tempi per ottenere risposte fattive e tangibili; i cittadini non solo vengono privati della dovuta trasparenza in fatto di soluzioni concrete al problema, ma, circostanza ancor più grave, scontano oltremodo l’appartenenza ad un territorio già duramente colpito dagli eventi sismici: così facendo,  la primaria esigenza di ripristinare normali condizioni di vita e di lavoro lascerebbe ben presto il posto ad una nuova emergenza, con gravi ripercussioni sull’operatività economica, sul tessuto sociale e sui servizi, pubblici o privati, dagli stessi ben pagati”.

“Senza dimenticare gli scienziati che, operando all’interno dei Laboratori, il centro di ricerca sotterraneo più grande e importante del mondo, non potrebbero accedervi per diverso tempo, mettendo a rischio inderogabili studi ed esperimenti di rilevanza mondiale, – da ultimo lo sviluppo di un rilevatore che lavora a temperature bassissime per svelare in modo diretto la materia oscura”.

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