OGGI AL MINISTERO DUE SUMMIT, SI VA VERSO SOLUZIONE POSITIVA; ALL'EMICICLO IRA PRIMI CITTADINI, ''ABRUZZESI USATI COME SCUDI UMANI DA SDP'', OK IN SEDUTA STRAORDINARIA DOCUMENTO MAGGIORANZA, CHIESTI FONDI MESSA IN SICUREZZA E COMMISSARIO

TRAFORO GRAN SASSO: SINDACI E CONSIGLIO REGIONE FANNO QUADRATO CONTRO CHIUSURA

14 Maggio 2019 16:29

Regione - Politica

 L'AQUILA – Giornata campale, e forse risolutiva, per evitare la drammatica chiusura, a partire da domenica prossima a mezzanotte, del traforo del Gran sasso, minacciata da Strada dei Parchi, società della holding dell'abruzzese Carlo Toto, concessionaria delle autostrade A24 e A25.

Sindaci e parlamentari abruzzesi sono stati convocati oggi alle 19 dal capo di Gabinetto del ministero Infrastrutture e Trasporti. Secondo quanto si è appreso, alle 18 gli stessi vertici del ministero incontreranno i rappresentanti di Strada dei Parchi, Ruzzo Reti Spa e Istituto nazionale di fisica nucleare, soggetti finiti sotto processo per presunto inquinamento delle falde acquifere in seguito all'inchiesta della Procura di Teramo. La chiusura del traforo sarebbe necessaria proprioper evitare, a detta di Sdp, “la reiterazione del reato”. Gli amministratori confidano che nell'odierna riunione si possa trovare una soluzione.

Oggi a palazzo dell'Emiciclo la giornata è cominciata con una conferenza stampa di fuoco di Pierluigi Biondi, sindaco del capoluogo abruzzese, di Fratelli d'Italia, e da Gianguido D'Alberto, sindaco di centrosinistra di Teramo, cui si è accusata Sdp di “utilizzare come scudo umano, gli abruzzesi nel braccio di ferro con il Ministero delle Infrastrutture”, ed è stata definita la decisione di chiudere il traforo “immotivata, oltre che gravissima, visto che il processo penale in corso attiene al pericolo di inquinamento, e alla gestione di questo rischio, non al transito dei veicoli”.

A seguire il consiglio regionale straordinario che ha approvato a maggioranza con 18 voti del centrodestra, un documento presentato dalla coalizione di governo, nel quale si impegna il presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio, a richiedere al governo, in particolare al ministero per le Infrastrutture e Trasporti e alla società concessionaria delle A24 e A25 “ogni misura atta a scongiurare la chiusura della galleria autostradale del Gran Sasso”.

Respinto il documento dell'opposizione.

In particolare il documento di maggioranza impegna a “richiedere al Governo e, in particolare, al Ministero delle Infrastrutture e alla Società concessionaria Strada dei Parchi ogni misura atta a scongiurare la chiusura della galleria del Gran Sasso, anche attivandosi autonomamente per quanto di competenza”. E ancora: “l'accertamento della condizione di emergenza connessa alle criticità relative alle interconnessioni tra il traforo autostradale del Gran Sasso, i Laboratori dell’Infn e l’acquifero del Gran Sasso”, “la nomina di un Commissario Straordinario, e ad un adeguato stanziamento di risorse”.





Si chiede poi che il commissario abbia “l’incarico di definizione dei progetti e realizzazione degli interventi strutturali di completa messa in sicurezza del sistema idrico, con la gestione unitaria del 'sistema Gran Sasso”. “Infine si chiede che vengano garantite “le modalità più idonee forme di trasparenza e partecipazione a tutti i portatori di interesse”.

Il documento della minoranza respinto, si differenziava in particolare nel passaggio in cui si chiede “che sia individuato quale Commissario il Presidente della Giunta regionale, al fine di garantire il necessario coordinamento delle attività, la verifica degli interventi e delle iniziative sopra indicate”.

“Sul commissariamento sono alto e grosso e con le spalle larghe, non mi sottraggo ma non impongo nulla al governo”, ha tenuto a tal proposito a precisare il presidente Marsilio. 

Fortemente polemica il capogruppo del Movimento 5 stelle Sara Marcozzi, sull'utilità della seduta straordinaria. 

“Si sta facendo esercizio di dialettica, pregevole, pregiata, ma il Governo con il Movimento Cinque stelle ha preso in mano la questione e la sta risolvendo: ieri Strada dei Parchi e Mit hanno detto che il traforo non sarà chiuso. Questa seduta è superata”.  E ha aggiunto: “La messa in sicurezza delle falde acquifere nasce nel 2002 e da allora nessun Governo si è mai curato di risolvere il problema”

Ha detto invece nel suo intervento il vicepresidente del Consiglio regionale, Emanuele Imprudente, leghista, che ha la delega al ciclo idrico integrato delle acque: “L'annunciata chiusura sta causando preoccupazione in una intera regione e anche nel panorama nazionale, stiamo lavorando tutti per non chiudere l' infrastruttura, il nostro territorio non si può permettere l'isolamento per i prossimi anni. Ma ci sono evoluzioni positive, già negli incontri di oggi. La Regione è sul pezzo ed ha fatto e farà di tutto per evitare questa sciagura”. 





Parole in linea con quanto sostenuto questa mattina in conferenza stampa da Biondi e D'Alberto. Affiancati dai sindaci di Alba Adriatica Antonietta Casciotti, dal sindaco di Cortino, Gabriele Minosse, per il versante teramano, dal sindaco di Barisciano Francesco Di Paolo, coordinatore dei sindaci del cratere 2009, per il versante aquilano. Altri sindaci erano presenti in sala.

“Ieri ho notificato la diffida a Strada dei Parchi, – ha esordito Biondi – anche se alla chiusura del traforo non crede più nessuno, e' comunque inaccettabile, gravissimo, che la popolazione venga utilizzata come scudo umano nei continui bracci di ferro tra Mit e Sdp”.

Biondi ha poi snocciolato i numeri relativi ai devastanti effetti di un'eventuale chiusura. “A frequentare l'Università dell'Aquila arrivano 2.200 iscritti da Teramo e da Ascoli, la mobilità attiva della Asl aquilana è dal 2014 superiore alle 10.000 unità, per prestazioni pari a 22 milioni di euro. L'università dell'Aquila ha una convenzione con Asl di Teramo per la formazione degli specializzandi. Per non parlare della mobilità giornaliera tra L'Aquila e Teramo lungo l'autostrada”. “È stato da irresponsabili anche solo paventare l'ipotesi della chiusura. Dovesse accadere ci sarà una denuncia per interruzione di pubblico servizio”, ha concluso Biondi.

Altrettanto duro il sindaco D'Alberto.

“Non è sostenibile che il nostro territorio sia sotto ricatto, il danno di immagine si è già verificato. Al Ministero chiederemo questa sera di mettere la parola fine a questo teatrino”, ha esordito il primo cittadino.

“La posizione di Sdp è insostenibile, inaccettabile, e soprattutto immotivata – incalza poi il sindaco di Teramo -: il processo penale attiene al pericolo di inquinamento, alla gestione del rischio, non al transito di veicoli nella galleria. Non è mai stato messo in discussione che debba essere il Ministero a finanziare la messa in sicurezza. Evidentemente ci sono altre ragioni, altre finalità da parte di Sdp nel minacciare la chiusura, e questo per noi è intollerabile”.

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