L'AQUILA – Finisce nei guai un 50enne aquilano, che rischia un processo per occultamento di cadavere e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
La vicenda risale all'estate scorsa quando un transessuale di 30 anni, di origini brasiliane, venne trovato senza vita nell'appartamento, nel quartiere Settecamini di Roma, in cui viveva l'aquilano, impiegato in un'azienda della capitale.
Prima di chiudersi nell'abitazione per due giorni di sesso e droga, racconta Il Messaggero, i due avevano acquistato della cocaina, ma ad essere fatale per il giovane brasiliano fu una bottiglietta tenuta in frigo dall'aquilano, bevuta dal 30enne credendo fosse acqua e che, invece, conteneva del metadone.
L'aquilano in quegli attimi non si trovava nell'appartamento, poiché era uscito a comprare qualcosa da bere.
Al suo rientro si è imbattuto nel corpo senza vita del trans, riverso a terra con una ferita profonda alla testa, un taglio che il giovane si era procurato sbattendo contro la base di un grosso ventilatore su cui era caduto, dopo essersi sentito male a causa di un’overdose.
Assalito dal paura e non sapendo cosa fare, il 50enne dell'Aquila, tentando di disfarsi del cadavere, precedentemente avvolto in un piumone, lo pose accanto a un cassonetto e risalì nella sua abitazione.
Il gesto non passò inosservato in un quartiere così popoloso e la polizia venne alleratata immediatamente da alcuni condomini.
Sul posto giunsero gli agenti della squadra Mobile di Roma della sezione omicidi e, sentendosi braccato, l'aquilano decise di fuggire, ma venne prelevato il giorno seguente dagli investigatori.
Il 50enne venne scagionato dal pubblico ministero per l’ipotesi di omicidio volontario, ma ora rischia di finire sotto processo per occultamento di cadavere, detenzione a fini di spaccio di cocaina e detenzione illegale di metadone.
Download in PDF©
