TURISMO IN ABRUZZO: TUTTI CONTRO TUTTI, DI STEFANO ATTACCA LOLLI MA MANCANO DATI

di Filippo Tronca

17 Agosto 2017 07:11

Regione -

PESCARA – Come sta andando il turismo in Abruzzo? In attesa di dati ufficiali, quelli incontrovertibili, e soprattutto disaggregati per località e destinazione, ad animare il dibattito politico balneare sono giudizi anche opposti e basati su impressioni e dati parziali.

Da una parte la Cna Balneatori sfodera una prima rilevazione secondo la quale, sulle coste abruzzesi, si registra un +13 per cento di prenotazioni di ombrelloni, dato che confermerebbe le previsioni molto ottimistiche della Sib Confcommercio fatte a giugno sull'incremento del turismo.

Federalberghi parla, al contrario, di situazione problematica se confrontata con altre regioni dove si registra il vero boom di presenze, ma anche qui a macchia di leopardo, sul territorio regionale.

A tinte fosche il quadro dipinto, poi, dal deputato di Forza Italia Fabrizio Di Stefano che parla di “debacle”, lancia bordate contro la Regione e contesta la portata dei dati della Cna.

Del resto, a dare il via al dibattito è stato proprio il vice presidente dalla Giunta regionale, Giovanni Lolli, tra l'altro delegato al Turismo, che ha parlato di “effetti negativi dei terremoti recenti e della tragedia di Rigopiano” che avrebbero a suo dire “fermato le prenotazioni nel momento decisivo, gennaio e febbraio”, confermando, anche qui basandosi su dati parziali e ufficiosi, un buon andamento del turismo mordi e fuggi nel week end, ma anche difficoltà per il turismo alberghiero e stanziale.

A complicare ancora il quadro, infine, i giudizi discordanti se non addirittura opposti tra gli addetti ai lavori, a seconda dei territori e dei tratti di costa: c’è infatti chi parla di incrementi, chi di flessione di presenze.

L’impressione è che a mancare sia sopratutto una base numerica aggiornata, completa e soprattutto univoca delle presenze turistiche in Abruzzo su cui ragionare e discettare, anche con la stagione in corso. Come si converrebbe a una strategia e a un sistema turistico integrato degni di questo nome.

Venendo al dettaglio dei bilanci in corso d’opera, Cristiano Tomei, coordinatore nazionale della Cna balneatori e responsabile regionale, ad AbruzzoWeb mostra ottimismo esibendo i dati di un’indagine condotta tra 432 titolari di stabilimenti balneari in 55 località costiere italiane che aderiscono alla Confederazione. In base a essi, dal 12 al 16 agosto negli stabilimenti balneari italiani si sono riversati 10 milioni di vacanzieri, una media di 2 milioni al giorno.





Numeri che fanno segnare una crescita del 16 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016, per un fatturato di 200 milioni di euro.

E per quanto riguarda l’Abruzzo, le presenze sono state del più 13 per cento. Al top l’Emilia Romagna, +24 per cento, la Toscana, +23 per cento, e la Puglia +22 per cento.

Il mare abruzzese continua insomma a tirare, nonostante il fatto che la Goletta Verde di Legambiente, sugli otto campionamenti eseguiti lungo le coste regionali, in corrispondenza delle foci di fossi e fiumi, e sulle spiagge, abbia documentato che ben cinque sono fuori dai limiti di legge, risultando “fortemente inquinati”.

“Per avere i dati definitivi, relativi anche alle presenze alberghiere – spiega Tomei – dovremo aspettare ottobre, comunque gli scostamenti rispetto a questa rilevazione parziale è di solito minima. E aggiungo che il dato degli ombrelloni prenotati e utilizzati riesce a fotografare sia il turismo locale che quello nazionale e internazionale, e che di solito l’incremento della presenza sulle coste è un traino del nostro turismo complessivo, perché poi si riverbera positivamente anche sulle mete collinari e montane”.

Tomei tiene anche a sottolineare che “la novità di quest’anno è rappresentata dal flusso turistico di grandissima importanza proveniente da Milano e dal suo popoloso hinterland. Oggi si orienta infatti più che negli anni scorsi sulla riviera adriatica – prosegue – e le mete più gettonate, manco a dirlo, sono l’Emilia Romagna e la Puglia. Di questo flusso, comunque, ne beneficia anche l’Abruzzo, intercettando in particolare i turisti che tornano al Nord dalle località balneari del Sud Italia”.

Il valore del dato fornito dalla Cna Balneatori viene contestato dal parlamentare Di Stefano, che attacca la Regione per quello che lui definisce senza mezzi termini il “flop del turismo regionale”.

“Il dato degli ombrelloni è 'drogato' e poco significativo – sbotta – Esso va infatti epurato dalle presenze degli abruzzesi, senz’altro in forte aumento, non avendo la possibilità di andare in vacanza fuori regione. E così gli abruzzesi residenti, vittime della crisi, investono nello stabilimento balneare sotto casa, più degli altri anni”.

Ma per Di Stefano “questo non è turismo: il dato che conta è quello delle presenze alberghiere, e purtroppo da quello che mi dicono molti albergatori, sia sulla costa che sulle aree interne si registrano cali anche vistosi, a differenza di quello che accade nelle vicine Marche, il che significa che non vale nemmeno la giustificazione degli eventi sismici del 2016”.

Il deputato lancia bordate contro “la promozione turistica assente, sperperata in mille inutili rivoli, la mancanza di coordinamento tra le varie proposte turistiche e tra enti locali, l’assenza nei meeting importanti di promozione turistica mondiale” e soprattutto mette in dubbio l’effettiva utilità per il turismo abruzzese dei voli Ryanair finanziati dalla regione con destinazione Sardegna e Sicilia. Il suo sospetto, infatti, è che “siano stati più abruzzesi a partire che siciliani e sardi ad arrivare”.





Oltre ai dati della Cna balneatori, circolano già da una quindicina di giorni quelli della Confartigianato nazionale, che colloca l’Abruzzo al 12° posto in Italia per tasso di “turisticità”, dato relativo alle giornate di presenza (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante. In Abruzzo è pari a 4,6 per cento sotto la media nazionale del 6,5 per cento. In compenso, la permanenza media dei turisti è di 4,1 notti, quinto risultato migliore a livello nazionale, dove la media è di 3,5. Fanno meglio solo Calabria (5,5 notti), Marche (5,2), Sardegna (4,7) e Trentino Alto Adige (4,4).

Ci sono poi i dati della Federalberghi nazionale che relega al quart’ultimo posto l’Abruzzo per presenze alberghiere. Ma non è una novità: nonostante le sue potenzionaità e bellezze da offire, è da anni in fondo alla classifica delle regioni più gettonate.

Federalberghi parla di presenze “al di sotto delle aspettative nelle località turistiche balneari nel periodo compreso tra giugno e luglio”. Ma anche di un aumento delle presenze ad agosto dove si è registrato il alcuni casi anche il tutto esaurito.

Interessante la definizione delle località turistiche abruzzesi come “ripiego”: ad agosto molti turisti hanno infatti scelto la costa abruzzese, prenotando gli alberghi all’ultimo momento, solo perché altre regioni, in primis la Puglia, avevano registrato il tutto esaurito ovunque.

Oltre alla vacanza in albergo, i turisti hanno scelto poi in numero crescente di trascorrere le vacanze negli appartamenti in affitto, nei B&B e nei residence. Bene anche i campeggi.

Non aiuta nemmeno, per farsi un'idea definitiva, sondare i giudizi dei vari operatori, perché anche questi differiscono a seconda delle località.

Giusto per fare un esempio: da una parte Giuseppe Olivieri, presidente dell’Associazione degli operatori turistici della costa di Roseto (Teramo), parla di “flessione del 20 per cento”, precisando pure che “i dati sono più o meno in linea con le altre località della costa teramana”.
 
Dall’altra parte, un po’ più a Sud, sulla costa teatina di Vasto e San Salvo, Simone Lembo, direttore provinciale di Confesercenti, parla di un clima tra gli operatori turistici “complessivamente positivo: alcuni segnalano incrementi, anche consistenti, altri fanno i conti delle presenze e si attestano sugli stessi livelli dello scorso anno”. E assicura che alla fine dei conti e della stagione balneare, “si registrerà crescita degli arrivi e delle presenze rispetto al 2016”.

Per concludere, sarebbe utile, sostiene ancora Tomei di Cna balneatori, “affinare strumenti di monitoraggi parziali e in itinere, a luglio e agosto, delle presenze turistiche un po’ più attendibili e univoche”.

“Basterebbe individuare alcune mete campione, sulla costa, sulla collina e in montagna, registrandone presenze, permanenza, provenienze e quant’altro, integrando anche i dati relativi ai flussi di traffico autostradale, e ferroviario – conclude – In questo modo si potrebbe avere finalmente contezza di un trend parziale della stagione in corso, che può avere la sua importanza anche nella programmazione turistica, e  per eventuali scelte di incoming e sostegno in corso d’opera”.

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