L'AQUILA – “Posto che la mia opinione, riflessiva e pacata, tesa al ragionamento, ma abbastanza chiara sulle riorganizzazioni dell’ultimo minuto degli uffici regionali l’ho resa pubblica sul mio blog già diverse settimane fa, non accetto i modi offensivi dell’Ugl, che si riserva le vie legali, mentre li avverto che adirò sicuramente ad esse se non verrà presentata una lettera di scuse da parte dei responsabili, che hanno inserito il mio nome, di persona e di politico in dichiarazioni rilasciate alla stampa che parlano di 'crimine' e 'allegre combriccole'. Essere pacati non significa essere disposti a subire offese senza fare nulla, soprattutto da parte di chi su questa vicenda esprime una posizione solo oggi su un problema sollevato dalla Cgil tre settimane fa”.
Lo dice in una nota il capogruppo del Partito democratico al Consiglio comunale dell'Aquila, Stefano Palumbo, preso di mira dal sindacato per la sua assenza dalla seduta dell'assise civica di martedì scorso convocata proprio per discutere del trasferimento di alcuni uffici della Regione Abruzzo da L'Aquila a Pescara.
“Premesso questo ribadisco la mia contrarietà a riorganizzazioni fatte a fine legislatura che perdono il loro senso nel rispetto delle norme, che nelle sedi opportune ho contestato ai miei colleghi di partito e che non ero certo io tenuto a spiegare in Consiglio comunale”, aggiunge.
“Come condanno l’uso, anzi l’abuso, che si sta facendo delle prerogative del Consiglio comunale chiamato ad esprimersi per ben due volte nell’ultimo mese sull’operato del Governo regionale, ad impegnare il sindaco nel far valere le ragioni della comunità aquilana sulla vicenda del trasporto pubblico locale, fermo poi constatare la gravissima assenza dell’amministrazione comunale alla commissione territorio della Regione, convocata ad hoc sull’argomento, che disattende ed offende la volontà del Consiglio stesso”.
Per Palumbo, infine, “è davvero svilente constatare come la battaglia politica sia arrivata a questi livelli di discussione e di strumentalizzazione e di come, in mancanza di una visione di prospettiva della città su cui costruire istanze e rivendicazioni unitarie, una intera classe dirigente sia impegnata da settimane in una discussione di bassissimo profilo che squalifica da se il ruolo dell'Aquila quale capoluogo di regione”.
Download in PDF©