PER CORTE SUPREMA INAMMISSIBILE RICORSO DI DI ORIO NEI GUAI PER INDUZIONE INDEBITA NEI CONFONTI DEL COLLEGA TIBERTI. DIFESA: CHIEDEREMO INTERPRETAZIONE PIU’ FAVOREVOLE

UNIVAQ: CASSAZIONE CONFERMA PENA 2 ANNI E 6 MESI EX RETTORE, RISCHIA DETENZIONE

15 Giugno 2019 18:44

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – La Corte Suprema di Cassazione ha giudicato inammissibile il ricorso presentato dall’ex rettore dell’università dell’Aquila, Ferdinando Di Orio, confermando la condanna a due anni e sei mesi di reclusione inflitta dalla Corte di Appello di Roma con l’accusa di induzione indebita nei confronti del professore dello stesso Ateneo Sergio Tiberti.

I giudici di terzo grado si sono pronunciati nella tarda serata di ieri dopo l’udienza del pomeriggio.

Con la condanna che diventa definitiva, l’ex rettore, 71 anni, per una decina di anni a capo dell’Ateneo, ed ex senatore di centrosinistra, rischia la detenzione pur essendo la pena inferiore ai tre anni.

Infatti, secondo la recente legge “spazzacorrotti”, per condanne legati a reati del genere, tecnicamente è previsto l’arresto immediato con la detenzione in carcere, anche per gli imputati con più di 70 anni, come accaduto alcuni mesi all’ex governatore della Lombardia ed sex senatore, Roberto Formigoni.





Tuttavia, è in corso un dibattito, serrato, che coinvolge anche la Corte Costituzionale sull’applicazione retroattiva o meno della legge. L’ultima parola comunque spetta alla Procura generale presso la Corte di appello di Roma.

In alcuni casi, è stato deciso per la non retroattività, inoltre in questo senso ci sono pronunciamenti della Cassazione: i legali di Di Orio, Guido Calvi, del foro di Roma ex componente del Csm, e Mauro Catenacci, del foro teramano, mirano di limitare i danni con la concessione di una misura alternativa, tra cui i servizi sociali. Di Orio dovrà risarcire civilmente Tiberti.  

“E’ un momento di incertezza rispetto all’attuazione del nuovo 4 bis della legge sull’ordinamento penitenziario in ordine alla sua applicabilità anche ai delitti come quelli in questione commessi prima della sua entrata in vigore – spiega l’avvocato Catenacci -. Ovviamente, chiederemo alla Procura presso la Corte di Appello di Roma che prevalga l’interpretazione più favorevole”. 

La conferma della condanna arriva poche ore dopo la elezione, a grande maggioranza, del professor Edoardo Alesse, come nuovo rettore dell’Università dell’Aquila, lo stesso docente che nel 2007 aveva perso la corsa al rettorato contro lo stesso Di Orio.  





In primo grado, l’ex rettore era stato condannato a tre anni di carcere e cinque di interdizione dai pubblici uffici per aver indotto Tiberti, con il quale in passato aveva avuto buoni rapporti, a consegnargli denaro non dovuto oltre a regali anche molto costosi per diverse decine di migliaia di euro. Tra i due si è innescato un duro contenzioso giudiziario.

In appello la pena era stata ridotta di sei mesi perché, come ha sottolineato il difensore del docente, Giorgio Tamburrini, del foro di Roma, che oggi con commenta il pronunciamento della Cassazione, alcuni reati sono andati prescritti.

Dopo la condanna in primo grado l’ex rettore era stato sospeso dall’insegnamento di storia della Medicina e dallo stipendio per via della legge Severino.

Di Orio è stato coinvolto in altre vicende penali legate alla Università dell’Aquila dopo il terremoto dell’Aquila del 2009.

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