INTERVISTA A RETTRICE ATENEO AQUILANO, CON MANDATO IN SCADENZA A GIUGNO, ''ISCRITTI OTTIMALI'', ''A BREVE MESSA IN SICUREZZA PALAZZO CARLI''

UNIVAQ: INVERARDI TRACCIA BILANCIO MANDATO E ASSICURA, ”TORNERO’ A INSEGNARE”

27 Febbraio 2019 06:15

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – “Terminato il  mio mandato da rettrice dell'Università dell'Aquila, tornerò semplicemente a fare la professoressa di informatica, non ho in programma nessuna trasmigrazione ad altri incarichi di vertice, tantomeno al Gran Sasso science istutute”.

E' tempo di bilanci, e precisazioni sull'immediato futuro, per Paola Inverardi, rettrice dell'ateneo aquilano, eletta alla prestigiosa e delicatissima carica nel giugno 2013,  e il cui mandato scadrà dunque a giugno prossimo. Nata all’Aquila 61 anni fa, già professoressa ordinaria di informatica dal 1994,  e poi preside della facoltà di Scienze, Inverardi tiene sopratutto a smentire le voci che la vorrebbero futura rettrice del Gssi.  

“E una realtà nata per attrarre nuove energie dal resto del mondo, non mi pare funzionale che risorse della città si muovano da una parte all'altra, non sarebbe un bel messaggio”, taglia corto. 

Ad Abruzzoweb abbozza dunque un bilancio degli anni passati alla guida dell'ateneo, quelli forse più difficili, dopo il terremoto del 6 aprile 2009.





“Dei tanti obiettivi che sono stata chiamata a realizzare – afferma Inverardi – , credo che in buona parte sono stati attuati, per altri sono stati creati i presupposti per far si che chi verrà dopo di me possa continuare a portarli  avanti. L'obiettivo principale è stato comunque quello di far uscire l'università dalla fase di emergenza post-sismica, e riportarla in una  situazione di normalità, e a confrontarsi con lo scenario nazionale e internazionale che nel frattempo si è fortmente evoluto”.

“Oggi si può affermare  – prosegue Inverardi – che siamo riallineati, che c'è completa parità e ci difendiamo molto bene, abbiamo una riconoscibilità molto marcata, sopratutto nel contesto del processo di ricostruzione post-sismico, in cui il nostro ateneo ha avuto un ruolo importante e continuerà ad averlo”.

Tema bollente è stato per l'Università aquilana il numero degli iscritti, che ha retto nell'immediato post-sisma grazie all'azzeramento delle tasse  universitarie, ma che poi ha subito l'invitabile diminuzione a seguito della loro reintroduzione, con numeri lontani rispetto alla situazione pre-sisma, quando erano pari a 24.600 iscritti circa. 

Ma su questo aspetto dirimente, anche per la riattivazione dell'economia che ruota intorno all'Università, quella immobiliare in particolare, la rettrice è molto ferma nelle sue posizioni: “dal punto di vista degli studenti, abbiamo oramai consolidato i numeri di ingresso, l'anno scorso sono stati circa 19.400, quest'anno si registra un andamento leggermente più alto. E ripeto che sono i numeri ottimali rispetto ai parametri di legge. Anzi, in base alle risorse umane in dotazione, di iscritti ne abbiamo anche un po' di più rispetto la media. Sopratutto – prosegue la rettrice – abbiamo  assistito al consolidarsi dei nostri punti di forza tradizionali, come la facoltà di ingegneria  che per immatricolati è cresciuta fino al 50 per cento. Altre facoltà è hanno subito una flessione, ad esempio psicologia, ma dentro il 10 per cento, che sono fluttuazioni annuali fisiologiche”.





Altra partita con cui si misurerà il mandato di Inverardi, e quello delle sedi universitarie da ricostruire. Molto è stato fatto, molto resta però da fare.  Priorità assoluta è  la ricostruzione di Palazzo Carli, l'ex sede del rettorato, nell'ultimo tratto di via Roma,  oggi ancora pericolante. 

“Con il Provveditorato alle opere pubbliche, il nostro soggetto attuatore, abbiamo stabilito un cronoprogramma di lavori. Intanto sta andando a  progettazione esecutiva l'opera di messa in scurezza.  In base alla progettazione preliminare donata dall'Ance, anche qui si è in attesa della progettazione definitiva. I tempi però per interventi del genere si misurano nell'acro degli anni”. 

E ci vorranno non mesi, ma anni ancora, per la riqualificazione dell'ex ospedale San Salvatore, acquisito dall'Università nel post sisma. 

“Il progetto prevede l'abbattimento delle superfetazioni,  aggiunte nei decenni. Poi sarà realizzato in esso una grande  biblioteca, aperta h 24,  spazi didattici di cui abbiamo forte necessità, e anche alloggi convenzionati  gestiti dall'Adsu”. 

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