AGGIORNAMENTI COSTANTI DA MINISTERO SALUTE, ''STATO DI AGITAZIONE MA RISCHIO CONTENUTO''; DIRAMATE LINEE GUIDA A COMUNI; PRIMO CASO SOSPETTO A BARI

VIRUS CINA: CRESCE PREOCCUPAZIONE IN ITALIA ‘ABRUZZO PRONTO PER EMERGENZE INFETTIVE’

di Alessia Centi Pizzutilli

24 Gennaio 2020 07:45

Mondo -

L’AQUILA – “Riceviamo dal Ministero della Salute e dalla Regione Abruzzo continui aggiornamenti sulla situazione, ma per il momento non abbiamo un rischio reale sul nostro territorio, sicuramente c’è uno stato di attenzione, ma non di allerta”.

“Tutti gli operatori sanitari hanno una formazione tale da poter fronteggiare eventuali casi di contagio: In passato, anche sulla scorta dell'esperienza dell'ebola, malattia comunque differente dal Coronavirus, abbiamo seguito corsi per le emergenze infettive”.

Mentre in Italia vengono segnalati i primi casi sospetti, con la cantante barese, ricoverata in isolamento nel Policlinico di Bari, rischio poi scongiurato, il dottor Enrico Giansante, direttore del servizio di igiene, epidemiologia e Sanità Pubblica della Asl Avezzano-L’Aquila-Sulmona, e il dottor Alessandro Grimaldi, segretario regionale del sindacato dei medici Anaao-Assomed, tranquillizzano sul rischio contagio del virus che sta tenendo in allerta il mondo. 

Per fronteggiare il clima di grande preoccupazione che si respira in Abruzzo, come in tutte le regioni italiane, l'assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, ieri, ha diramato una nota in cui sottolinea che “a oggi, il livello di rischio contagio del nuovo Coronavirus resta minimo”.

Per fornire linee guida comuni per contrastare eventuali casi sospetti, inoltre, sono stati convocati oggi, presso l’assessorato al ramo, i direttori sanitari e i responsabili dei reparti di Malattie infettive delle quattro Asl abruzzesi.





“Restiamo a disposizione delle autorità – aggiunge il dottor Giansante – per qualunque intervento necessario”.

Mentre proseguono le ricerche degli esperti per debellare il virus, nella  cinese Wuhan,  oggi descritta come “un luogo spettrale”, c'è anche uno studente abruzzese, Lorenzo Di Berardino, costretto a restare in città dal blocco in entrata e in uscita deciso dalle autorità cinesi.

Secondo i risultati della mappa genetica, diffusi sul Journal of Medical Virology dagli esperti delle Università di Pechino e Guangxi, il Coronavirus è passato dai pipistrelli ai serpenti, quindi all'uomo. 

Gli esperti hanno ricostruito la trasmissione del virus individuato per la prima volta a Wuhan, nel sud-est della Cina, a dicembre. La National Health Commission cinese, poi, ha spiegato che il periodo di incubazione del nuovo Coronavirus 2019-nCoV sarebbe di 14 giorni.

Il ministero della Salute italiano, alla luce anche delle preoccupazioni dei cittadini, ha attuato una serie di misure di prevenzione del contagio e ha dato indicazioni precise a tutti gli operatori sanitari.





Anche il dottor Alessandro Grimaldi, segretario regionale Anaao-Assomed, sottolinea che “al momento non c’è alcun allarme particolare per l’Abruzzo”, spiega anche che “il rischio è passato da lieve a moderato in Europa. Riceviamo aggiornamenti costanti dal Ministero che ci da’ indicazioni a seconda del rischio. In questi casi è fondamentale essere informati e avere la massima attenzione su eventuali casi sospetti che, in via precauzionale, verrebbero messi in isolamento e mandati allo Spallanzani di Roma, che rappresenta il centro nazionale di riferimento”.

In questi ultimi anni ci sono stati diversi allarmi: dall'influenza aviaria, a quella suina, fino alla sars (Severe acute respiratory syndrome), circostanze che hanno incrementato l’organizzazione dei corsi di formazione in emergenza per il personale medico.

Il virus è stato identificato come appartenente alla stessa famiglia che comprende il virus della Sars, comparso nel 2002, e della Mers (Middle East Respiratory Syndrome)del 2015, un'altra infezione che ha come serbatoi i dromedari e i cammelli.

“Questo virus ha delle caratteristiche che lo rendono un ‘parente’ della Sars e della Mers – dichiara ancora Grimaldi – I sintomi sono tutti a carico dell'apparato respiratorio, si tratta nello specifico di un’infezione che può portare a un'infiammazione polmonare diffusa, l’Ards (Acute Respiratory Distress Syndrome) e provocare una insufficienza respiratoria grave, che mette a rischio la vita del paziente”.

Il tasso di mortalità sarebbe comunque leggermente inferiore rispetto alla Sars, l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), infatti, spiega che “questo nuovo virus è una forma meno aggressiva”, conclude il segretario regionale dell’Anaao-Assomed.

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