ARISCHIA: STRADA CHIUSA PER RISCHIO CROLLI, ”MA L’ALTERNATIVA E’ PIU’ PERICOLOSA”

di Marco Signori

7 Settembre 2016 10:35

L'Aquila - Gallerie Fotografiche

L'AQUILA – È un paese diviso, “ostaggio” secondo i giudizi più estremi, Arischia.

La via principale della frazione dell'Aquila è stata chiusa sabato scorso da un'ordinanza del sindaco, Massimo Cialente, per una casa giudicata pericolante, le cui condizioni si sarebbero aggravate dopo il terremoto del 24 agosto.

Un edificio senza danni apparenti, tanto che sarebbe stato classificato B dopo il 6 aprile, ma che avrebbe seri problemi strutturali.





“Era disabitata già da prima del terremoto del 2009”, dice Giuseppe Bellò, commerciante ed ex vice presidente della Circoscrizione, che fa notare come la casa, nonostante venga considerata pericolante, non è mai stata messa in sicurezza, tantomeno abbattuta.

La strada è anche l'unica via d'accesso al paese percorribile dai mezzi pesanti, perciò le numerose attività commerciali e artigianali lamentano disagi e denunciano una riduzione degli incassi.

“Se ora il proprietario va per le lunghe nell'avvio dei lavori che si fa, si blocca un paese?”, ci si domanda ad Arischia, dove molti fanno notare come le vie alternative sono più pericolose di quella che è stata chiusa.

La viabilità è infatti dirottata nei vicoli della frazione, spesso stretti e sui quali incombono edifici ancora da riparare. Tra l'altro, “la casa accanto a quella considerata pericolante – fa notare ancora Bellò – è abitata!”.





Molti degli oltre 1.200 residenti chiedono a gran voce che l'edificio venga abbattuto al più presto o quantomeno messo in sicurezza per consentire la rapida riapertura della strada.

Disagi anche per gli abitanti dei Map, di cui molti anziani, che ora sono impossibilitati a raggiungere a piedi i negozi di generi alimentari e i bar al centro del paese.

 

 

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