3G SULMONA: “CON NUOVO CONTRATTO MENO DIRITTI”, LAVORATRICE, “FIRMA SINDACATI NON RAPPRESENTATIVI”

DAL 1° FEBBRAIO NEL CALL CENTER DI SULMONA CON OLTRE 200 ADDETTI VIA CNLL E IN VIGORE ACCORDO CON ASSOCONTACT E CISAL. ADDETTA DI LUNGO CORSO, "MENO SCATTI ANZIANITÀ, MENO TUTELE PER MALATTIA E MATERNITÀ L'AZIENDA, "SETTORE È IN DIFFICOLTÀ, SCELTA OBBLIGATA PER STARE SUL MERCATO E SALVAGUARDARE ATTUALI LIVELLI OCCUPAZIONALI"

di Filippo Tronca

19 Marzo 2025 08:17

L'Aquila - Lavoro

SULMONA –  “Una scelta necessaria e responsabile in un settore che ha sofferto di più in questi anni, con un calo dei ricavi molto forte ed una guerra dei prezzi che ha influito sull’economicità del settore”. Una scelta difficile, “nell’ottica di salvaguardia del settore e dei posti di lavoro”.

Con questi argomenti la 3G spa, uno dei principali player italiani del business process outsourcing, che ha a Sulmona un importante call center, che ha come importanti clienti Enel e Findomestic, e che da lavoro ad oltre 200 addetti, ha giustificato l’applicazione, scattata il 1 febbraio del nuovo contratto collettivo firmato il 31 gennaio da Assocontact e Cisal, al posto del contratto collettivo nazionale di lavoro delle telecomunicazioni. a vertenza impatta più di mille persone sul territorio abruzzese. La vicenda riguarda anche la sede 3g di Chieti e la Tecnocall srl di L’Aquila, Avezzano e Pescara.

Un contratto che i lavoratori sulmonesi, che hanno provato a protestare, anche con un presidio sotto la pioggia, considerano però peggiorativo, costretti dunque “a sacrificarsi per la patria” , firmato soprattutto da sindacati come Assocontact e Cisal ritenuti “non rappresentativi”, . Tra essi una lavoratrice di lungo corso che ad Abruzzoweb spiega come nella mancanza di una efficace tutela dei sindacati, ora le condizioni di lavoro sono peggiorate, visto che l’aumento dei costi non riguarda solo l’azienda, ma anche la vita delle persone che dentro ci lavorano, che hanno famiglia, in un territorio, la valle Peligna, che vive da anni una desertificazione industriale e l’erosione demografica, e dove, ha calcolato dallo stimato economista Aldo Ronci, scomparso ieri, su dati Istat, Sulmona se il trend non sarà invertito, avrà nel 2041  appena 16.000 abitanti rispetto agli attuali 21.000 circa.

“Ci sentiamo tradite – entra nel merito la lavoratrice -, messe davanti all’atto compiuto, prendere o lasciare. Il nuovo contratto dimezza le ore di permesso, riduce gli scatti di anzianità, diminuisce l’integrazione economica sui primi tre giorni di malattia, e oltre i 120 giorni di malattia l’azienda può licenziare, offre molte meno tutele per la maternità. Di fatto un  passo indietro per i diritti di noi lavoratrici”. La paga oraria invece è rimasta identica, mentre si temeva inizialmente una riduzione del 15%, anche se contestano Cgil, Cisl, Uil e Ugl,  “l’aumento contrattuale prevede appena 7,74 euro annuali per i prossimi 3 anni sul terzo livello delle Telecomunicazioni”





La lavoratrice ripercorre poi come si è arrivati a tutto ciò.

“Tutto è partito ad aprile, quando nel call center ha cominciato a circolare la voce di una situazione di crisi. Ma non era la prima volta, già anni prima avevamo rinunciato noi lavoratori al versamento del tfr per dare il nostro contributo in una fase di forte criticità del mercato, dando prova ancora una volta di attaccamento al lavoro. Poi si è venuto a sapere che sarebbe stato cambiato il contratto, ma nessuno ci ha detto quale sarebbe stato applicato al posto del contratto collettivo nazionale”.

A quel punto prosegue la lavoratrice, “ci hanno girato via mail uno studio suo valori econometrici che dimostrano che il contratto nazionale non è sostenibile per piccole e medie aziende, garantendo bassissimi profitti, per le tasse troppe elevate, per il non più sostenibile costo del lavoro, per l’aumento dei costi accessori per le sedi e e le bollette energetiche e così via”.

Mesi di apprensione per capire che contratto avrebbero applicato, uno stato di agitazione solo annunciato e alla fine, l’11 dicembre la notizia dell’applicazione del contratto Assocontact firmato da Cisal terziario, spiegato e illustrato nelle sale formazione. Diventato operativo ad inizio febbraio. A cose fatte lo sciopero del 3 febbraio.

“Uno sciopero riuscito, per carità – commenta la lavoratrice -, una relativa novità per aziende poco sindacalizzate, in un territorio dove il lavoro e poco e si ha paura ad esporsi, dove c’è la tendenza a pensare ognuno per sè. Ma per ora la partita è persa.  La Cisl da quanto so ha chiesto ai vari committenti se potevano inserire nei contratti con 3g la clausola del contratto collettivo nazionale, ma pare che nessuno ha nemmeno risposto alla richiesta”.





All’indomani dell’inutile sciopero la 3g ha diramato una nota in cui ribadisce che anche il segretario generale Fistel Cisl Alessandro Faraoni, conferma la  necessità di adottare il nuovo contratto e “gli interventi strutturali per garantire la sostenibilità del comparto e la tutela dei livelli occupazionali”.

“Vale la pena ricordare come, nonostante il significativo calo di fatturato registrato nell’ultimo anno – prosegue la nota -, l’azienda abbia sempre garantito il pagamento puntuale e integrale degli stipendi a tutti i dipendenti, mettendo al primo posto il benessere dei lavoratori anche nei momenti di maggiore difficoltà economica. Una scelta, questa, che ha spesso comportato sacrifici a livello dirigenziale ma che rispecchia i valori fondanti della nostra organizzazione: le persone prima di tutto”.

E conclude: “l’accordo sottoscritto e firmato il 31 gennaio 2025 tra l’Azienda, Assocontact  e Cisal garantisce pienamente la carenza ed il comporto, dimostrando la nostra attenzione alle esigenze dei lavoratori. La nuova polizza sanitaria è obbligatoria (a differenza del precedente Ccnl Tlc dove era facoltativa) e offre condizioni migliorative in termini di servizi e massimali. Inoltre, introduce la possibilità di estendere la copertura all’intero nucleo familiare. Il sistema retributivo del nuovo Ccnl è strutturato per valorizzare il lavoro dei dipendenti attraverso diversi elementi, tra cui la paga base, premi di produttività, welfare aziendale e altri benefit, nell’ottica di una tutela completa del lavoratore”.

E hanno dichiarato il presidente di Assocontact, Lelio Borgherese, e il vice Presidente, Davide Natale: “E’ un contratto creato appositamente per il bene delle aziende, per salvaguardare la produttività aziendale e rimodellato per far fronte alle nuove necessità, un contratto che difende le imprese”.

Di parere opposto Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Ugl Telecomunicazioni, per le quali, hanno scritto in una nota, “la soluzione non può essere quella di fuoriuscire dal Ccnl delle Telecomunicazioni siglato con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative del settore al fine di ridurre i costi andando ad intaccare il costo del lavoro”. E ancora, “il dumping salariale e normativo nel settore dei call center in outsourcing rischia di produrre un effetto domino trascinando tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori del settore nel baratro. Con l’applicazione del Contratto Cisal si torna indietro di quindici anni di contrattazione e battaglie, stiamo assistendo alla stesura di una pagina nera nel nostro settore che potrebbe espandersi in altri comparti”.

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