FONDI CIS PER CRATERE 2016: PROVENZANO, “SERVE STRATEGIA”, “PNRR NON SIA SOLO PER GRANDI CITTA'”

5 Luglio 2021 17:50

L'Aquila - Abruzzo

L’AQUILA – “Nelle aree interne ci sono grandi ricchezze e potenzialità inespresse, che il Paese deve accendere, se vuole davvero ripartire. I Contratti istituzionali di sviluppo per le zone colpite dal sisma 2016 fanno parte di una strategia di cui vado fiero, ma le risorse che ci sono vanno subito messe a terra”.

Così Giuseppe Provenzano, vicesegretario nazionale del Partito Democratico, ed ex ministro per il Sud e la coesione territoriale del secondo governo di Giuseppe Conte, in conferenza stampa nella sede del Pd di via Paganica all’Aquila, al fianco del segretario regionale del Pd Michele Fina, dellala deputata Stefania Pezzopane, dirigenti del partito, amministratori del territorio.

Al centro dell’incontro il Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) del Cratere Centro Italia, previsto dall’ultima Legge di Bilancio, con una dotazione di 160 milioni di euro, e finalizzato a sostenere la crescita economica delle aree colpite dal sisma del 2016.

Il Contratto è destinato a sostenere progetti ed investimenti integrativi e complementari rispetto alla ricostruzione materiale degli edifici, per assicurare la ripresa e lo sviluppo dell’economia. Le aree di intervento individuate sono cinque e riguardano: ambiente e risorse naturali, cultura e turismo, trasporti e mobilità, riqualificazione urbana e infrastrutture sociali.  L’avvio del Contratto è stato formalizzato nei giorni scorsi dal commissario straordinario ricostruzione Sisma 2016, Giovanni Legnini, e dal ministro per la Coesione, Mara Carfagna, di Forza Italia.





Nel  suo intervento Provenzano ha dunque sottolineato che “occorre dare avvenire a questi territori terremotati, con lavoro, servizi e qualità della vita. I Cis nascono da questa esigenza, per dare un segnale forte. Così nella legge di bilancio abbiamo trovato 160 milioni, ma è solo un avvio, c’era accordo per destinare ulteriori risorse, nella programmazione europea, nei fondi di coesione”.

“Dopo qualche mese di inerzia  – prosegue Provenzano – è ripartita la procedura dei Cis, ma ora bisogna correre senza smarrire la qualità e la strategia. Il Cis deve rispondere ad una strategia di sviluppo, non basta finanziare l’opera nel singolo comune. Se non c’è un coordinamento, la strategia va individuata assieme ai sindaci e alle forze economiche e sociali del territorio. Anzi: quando al ministero abbiamo concepito i Cis, l’idea era di provare a dialogare direttamente con i sindaci, impostare una interlocuzione che non si limitasse solo all’esame del progetto, ma di accompagnamento e supporto alla progettazione”.

Allargando lo sguardo Provenzano spiega che “i fondi del Pnrr riusciranno ad assolvere la loro missione solo se daranno benefici ai territori marginalizzati, creando sviluppo. Noi il Pnrr non lo abbiamo pensato come un grande piano riservato alle grandi città, alle grandi conurbazioni. Per le aree interne avevamo previsto 2 miliardi di interventi, inseriti nel Pnrr, ora il governo Draghi li ha spostati nel fondo complementare nazionale. E può andare bene, ma noi vigileremo affinché la stessa attenzione posta sull’utilizzo del Pnrr, venga riservata al fondo complementare, che non deve passare in secondo piano, accumulare ritardi con la scusa che, a differenza del Pnrr,  in questo caso non c’è tagliola dell’Europa e tempi contingentati”.

“Alla storica questione del mezzogiorno, c’è quella delle aree interne e della montagna  impoverita, situazione aggravata,  qui in Abruzzo e nel centro Italia, dalla tragedia dei terremoto”, conclude Provenzano”.

Pezzopane ha aggiunto che i Cis “fanno parte di un pacchetto costruito con Provenzano ministro di cui fanno parte anche  60 milioni per tre anni, per università strutture di ricerca, che vanno ad aggiungersi ai 1,7 miliardi per la ricostruzione post sisma  2016, e i 2,7 miliardi per completare la ricostruzione 2009.  Peccato che il presidente Marco Marsilio non ha ancora convocato il tavolo richiesto per mettere in campo una strategia coerente per l’utilizzo  delle risorse necessarie al rilancio socio economico nelle aree post sisma tenuto conto che i fondi Cis necessitano di progetti di filiera, strategici e ben distribuiti nel cratere”.





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