SEVEL ATESSA, USB PROCLAMA SCIOPERO: “NON ACCETTIAMO LICENZIAMENTI, SOLUZIONI CI SONO”

24 Settembre 2021 16:35

Chieti - Lavoro

ATESSA – “In una fase così delicata per l’industria italiana, non possiamo accettare che la soluzione siano i licenziamenti”.

Così il sindacato Usb che proclama lo sciopero alla Sevel di Atessa per il Turno C dalle 22,15 di venerdì 24 alle 5,45 di sabato 25; Turno B dalle ore 5,45 alle ore 13,45 ; Turno A dalle ore 14,15 alle ore 22,15.





“Le difficoltà produttive di Sevel, dovute all’approvvigionamento di componenti, sono da affrontare rivedendo il sistema produttivo e non licenziando. Il ‘licenziamento’ di 300 lavoratori somministrati, che si aggiungono ai circa 150 già non confermati recentemente, e la perdita totale di oltre 1000 posti di lavoro (600 trasfertisti rimandati agli stabilimenti di provenienza) sono inaccettabili e l’Usb ritiene che l’unica alternativa sia di mettere in moto un’organizzazione della produzione che mantenga questi lavoratori all’interno dello stabilimento”, si legge in una nota.

“Le soluzioni ci sono, anche solidaristiche, serve la volontà di metterle in atto – osserva l’Usb – Da anni proponiamo di avviare una politica di riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario ma ci scontriamo contro un muro invalicabile. La Sevel deve ritirare questo provvedimento ed aprire un tavolo con tutti i sindacati presenti in azienda per affrontare la situazione attuale e programmare un futuro che dia certezze occupazionali e produttive per i prossimi 10 anni”.

“I timori non possono fermarsi solo alla crisi dei semiconduttori in quanto lo stabilimento polacco di Gliwice ha acceso i motori e non si può sottovalutare l’impatto che potrebbe subire l’occupazione in Val di Sangro che coinvolge anche tante aziende dell’indotto che stanno già provvedendo a non riconfermare tanti lavoratori somministrati in linea con il processo messo in atto da Sevel”.





“L’Usb – continua la nota – non intende rimanere in attesa di ‘tempi migliori’ e avvia delle iniziative che coinvolgeranno anche tutte le aziende dell’indotto ed avranno risalto con lo sciopero nazionale dell’11 ottobre proclamato unitamente a molte sigle del sindacalismo di base. Ai lavoratori non resta che la Lotta visto anche l’atteggiamento del governo regionale che, al pari dell’azienda, ritiene che questi ‘licenziamenti’ rientrino in una normale logica di gestione della forza lavoro”.

“Questa vicenda, quelle della Brioni, della Riello, della Pilkington, ecc. a noi più vicine e quelle nazionali dell’ex Alitalia, Gkn, dell’Ilva, e tante altre parlano sempre di crisi che pagano solo i lavoratori con licenziamenti, attacchi ai diritti e ai salari. Lo sblocco dei licenziamenti, tanto voluto da Confindustria e colpevolmente approvato dal governo Draghi, sta producendo i disastri annunciati. Bisogna fermare quest’onda che potrebbe travolgere il nostro territorio”, conclude Usb.

 

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