REGIONE ABRUZZO: TREGUA ARMATA TRA LEGA, FDI E FI. RESA CONTI DOPO COMUNALI, PER ORA NO RIMPASTO

DOPO SUMMIT RISTRETTO DI LUNEDÌ RINVIATO CHIARIMENTO NEL CENTRODESTRA SULLE SPACCATURE NELLE AMMINISTRATIVE DEL 12 GIUGNO PROSSIMO. TENSIONI PER MANCATO INVITO AL TAVOLO DEI TRE DI VALORE ABRUZZO E VICEPRESIDENTE CONSIGLIO SANTANGELO. ANCHE IL CARROCCIO “AGGIORNA” SEGRETERIA

18 Maggio 2022 10:07

Regione - Abruzzo, Consiglio Regionale

L’AQUILA – Una tregua armata, visto che far volare gli stracci in piena campagna elettorale per le comunali del 12 giugno, non porta bene. In sostanza, per la maggioranza di centrodestra che governa la Regione è stato rinviato il chiarimento con toni decisi e con tanto di liste della spesa sul tavolo, a dopo la consultazione elettorale che già all’atto delle candidature ha proposto una coalizione spaccata nei comuni più importanti tra i 49 al voto, ad eccezione dell’Aquila. L’unica decisione sulla quale, a meno di un mese dalla importante tornata amministrativa, non ci dovrebbero essere ripensamenti è il rimpasto di giunta.

Il summit di lunedì mattina, che si annunciava di fuoco, riservato ai partiti storici della coalizione, Fdi, Lega e Forza Italia, è stato bollato dagli stessi protagonisti, naturalmente in un resoconto non pubblico, come “una chiacchierata interlocutoria”.

E’ prevalso insomma il senso di responsabilità per il momento elettorale ma anche per gli ordini di scuderia da Roma: anche a livello nazionale i tre leader cercano la ricucitura dopo le frizioni che hanno portato alla sfaldatura della coalizione in un grandi città al voto.

Intorno ad un tavolo il governatore, Marco Marsilio, di Fdi, i coordinatori regionali della Lega, il deputato aquilano, Luigi D’Eramo, di Forza Italia, il senatore Nazario Pagano, di Fratelli d’Italia, Etel Sigismondi,  il presidente del consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, di Fi e il capogruppo dei salviniani, Vincenzo D’Incecco. Tutti hanno sostenuto e difeso le proprie tesi che però hanno portato a spaccature, anche clamorose, nelle liste elettorali. Ma nonostante il clima positivo, c’è stata subito una grana “esterna”: infatti, se i convenuti hanno trovato un compromesso a seguito di un pacato confronto, pur rimanendo nelle loro posizioni, per porre un freno alle tensioni crescenti nella maggioranza, a rimanere non poco piccati sono stati gli altri componenti della maggioranza di centrodestra, rimasti esclusi perché non invitati: innanzitutto, i protagonisti del momento (passaggio sì passaggio no a Forza Italia con la quale alla fine si sono federati), i tre consiglieri di Valore Abruzzo, nato in consiglio da una scissione dalla Lega, Simone Angelosante, Antonio Di Gianvittorio e Manuele Marcovecchio, e il civico vicepresidente vicario del Consiglio regionale, Roberto Santangelo, eletto con Azione politica, da cui si è allontanato, e che ha un forte peso in maggioranza.

Al di là della facciata, il centrodestra comunque vive tensioni: ieri sera il presidente Marsilio in consiglio regionale è stato protagonista di una rissa verbale con il consigliere del Pd Pierpaolo Pietrucci, che fino a pochi giorni fa era in sciopero della fame per protestare contro la versione approvata dalla Giunta della Carta degli Aiuti d Stato, che secondo la opposizione di centrosinistra,   sindacati ed associazioni di categoria, tagliano fuori i comuni del cratere del terremoto. Nei giorni scorsi il centrodestra, da favorito, in provincia di Teramo, ha perso la corsa alla presidenza del Bim, il Consorzio dei Comuni del bacino Imbrifero Montano Vomano e Tordino.





E dopo le elezioni si riproporranno i soliti problemi di compattezza alla luce della difficile coesistenza tra Lega e Fdi, e anche tra il Caroccio e Fi.

A tale proposito, lunedì sera in una affollata riunione della segreteria regionale dei salviniani a Corropoli, proprio nella provincia ritenuta più conflittuale, si sono approfonditi i temi annunciati nella nota stampa della vigilia: proposte strategiche su trasporti, infrastrutture, attività produttive, cultura e turismo.   Ma anche qui tutto rinviato, forse al prossimo round, che potrebbe essere però una riunione di maggioranza per lunedì, allargata a tutte le componenti della maggioranza. Ma non è certo che ci sarà, proprio per la scelta di non acuire le spaccature in vista del voto.

Tornando al summit di lunedì mattina, è stato chiesto in primis dalla Lega, la prima forza della coalizione con 7 consiglieri su 17 e 4 assessori su 6, da tempo insoddisfatta per l’andamento lento impresso a provvedimenti considerati prioritari, e anche per il crescente nervosismo provocato dal consigliere eletto in Fi e passato a Fdi, Umberto De Annuntiis, sottosegretario alla presidenza di Giunta con delega ai Trasporti, accusato dai salviniani di ordire continue imboscate politiche, anche sotto elezioni, in provincia di Teramo.

Tema quest’ultimo che è stato al centro anche della stessa segreteria politica della Lega che si è tenuta, non a caso a Corropoli, comune teramano di cui D’Annuntiis è stato sindaco.

Continuando sul summit, il tema caldo sul tavolo, sono state le divisioni nel centrodestra in partite importanti delle prossime comunali: se la coalizione è unità e compatta a L’Aquila, infatti, ad Ortona Forza Italia non appoggia il candidato Angelo Di Nardo, sostenuto da Lega e Fratelli d’Italia. A Spoltore la Lega  con due liste civiche senza il simbolo del partito appoggia Pierpaolo Pace, attuale consigliere comunale, mentre Forza Italia e Fratelli d’Italia candidano Marco Della Torre, e c’è poi la candidatura di centrodestra dell’avvocato Marina Febo, candidata alle regionali nelle file di Fi.

A Tortoreto il sindaco uscente Domenico Piccioni, civico di centrodestra, è appoggiato da Fdi e Forza Italia. La Lega appoggia invece Nico Carusi, poliziotto e vice coordinatore provinciale della Lega.





Spaccature che avranno un peso, se le elezioni dovessero andare male.

Un risultato del summit, non di poco conto, come voluto con forza da Marsilio, è stato intanto quello di togliere dall’agenda il più volte evocato rimpasto di giunta.

Allo stato attuale la Lega, che dei 10 consiglieri ne ha persi 3, quelli di Valore Abruzzo, 4 assessori, Fdi ha 3 consiglieri e un assessore più il presidente. Forza Italia ha 2 consiglieri e un assessore esterno, più i tre di Va federati.

E sono proprio i forzisti e i tre ex leghisti che ambiscono ad una maggiore rappresentanza nell’esecutivo, tenuto conto che Forza Italia ha perso il sottosegretario D’Annuntiis passato a Fdi, e che l’ora capogruppo di Fi, Mauro Febbo, è stato cacciato dalla giunta su imposizione della Lega, dopo che Febbo non ha appoggiato alle elezioni comunali del 2020 al primo turno il candidato sindaco salviniano a Chieti, l’ex parlamentare ed ex consigliere regionale, Fabrizio Di Stefano, poi battuto al ballottaggio dal candidato del centrosinistra, Diego Ferrara, del Pd.

Ma ovviamente Lega e Fdi non ci pensano nemmeno a cedere posti in giunta, anzi la Lega aveva da tempo espresso la necessità di avere assessorati con deleghe più pesanti.

In questo scenario e con una maggioranza con i numeri risicati, meglio bagnare le poveri e tagliare gli inneschi, per prevenire situazioni esplosive. (red.)

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