VAIOLO SCIMMIE, OMS: “RAPIDA EVOLUZIONE, MONITORIAMO. INFETTA L’UOMO MA DI SOLITO E’ LIEVE”

19 Maggio 2022 15:28

Italia - Sanità

ROMA – L’Oms “continua a monitorare da vicino la situazione, che è in rapida evoluzione”.

Così l’Organizzazione Mondiale della Sanità in un documento pubblicato sul suo portale sull’epidemia di Vaiolo delle scimmie, per la quale, comunque, “non raccomanda alcuna restrizione per i viaggi e gli scambi commerciali con il Regno Unito sulla base delle informazioni disponibili in questo momento”.

È ancora mistero sull’animale da cui il virus è passato all’uomo in Gran Bretagna: “Nel Regno Unito – scrive l’Oms – sono stati segnalati otto casi precedenti di Vaiolo delle scimmie: tutti erano legati a una storia di viaggio da o verso la Nigeria. Nel 2021 ci sono stati anche due casi distinti di Vaiolo delle scimmie importati dalla Nigeria segnalati dagli Stati Uniti. Durante un’epidemia di Vaiolo delle scimmie negli esseri umani nel 2003 negli Stati Uniti d’America, l’esposizione è stata rintracciata al contatto con cani della prateria domestici che erano stati ospitati insieme a piccoli mammiferi infetti dal virus del Vaiolo delle scimmie importati dal Ghana”.

In questa fase, sottolinea l’Oms, “qualsiasi malattia durante il viaggio o al ritorno da un’area endemica deve essere segnalata a un operatore sanitario, comprese le informazioni su tutti i viaggi recenti e la storia delle vaccinazioni. I residenti e i viaggiatori in paesi endemici dovrebbero evitare il contatto con animali malati (morti o vivi) che potrebbero ospitare il virus del Vaiolo delle scimmie (roditori, marsupiali, primati) e dovrebbero astenersi dal mangiare o maneggiare selvaggina. Va sottolineata l’importanza dell’igiene delle mani utilizzando acqua e sapone o disinfettanti a base di alcol”.

Il Vaiolo delle scimmie è una zoonosi silvestre – ovvero una malattia riguardante gli animali selvatici – con infezioni umane accidentali, che di solito si verificano nelle parti boscose dell’Africa centrale e occidentale.





La malattia spesso si esaurisce con sintomi che di solito si risolvono spontaneamente entro 14-21 giorni, non è molto contagiosa tra gli uomini e si trasmette attraverso l’esposizione alle goccioline esalate e dal contatto con lesioni cutanee infette o materiali contaminati.

I sintomi (tra cui febbre, mal di testa, dolori muscolari e eruzioni cutanee) possono essere lievi o gravi e le lesioni possono essere molto pruriginose o dolorose.

Il periodo di incubazione del Vaiolo delle scimmie è generalmente compreso tra 6 e 13 giorni, ma può variare da 5 a 21 giorni.

Il serbatoio dell’animale rimane sconosciuto, anche se è probabile che sia tra i roditori. Il contatto con animali vivi e morti attraverso la caccia e il consumo di selvaggina o carne di arbusti sono noti fattori di rischio.

Esistono due famiglie di virus del Vaiolo delle scimmie: quella dell’Africa occidentale e quella del bacino del Congo (Africa centrale). Sebbene l’infezione da virus del Vaiolo delle scimmie dell’Africa occidentale a volte porti a malattie gravi in alcuni individui, la malattia è solitamente autolimitante.





È stato documentato che il tasso di mortalità per la famiglia dell’Africa occidentale è di circa l’1%, mentre per quella del bacino del Congo può arrivare fino al 10%.

Anche i bambini sono a rischio e il Vaiolo delle scimmie durante la gravidanza può portare a complicazioni, Vaiolo delle scimmie congenito o mortalità alla nascita. I casi più lievi di Vaiolo delle scimmie possono passare inosservati e rappresentare un rischio di trasmissione da persona a persona. È probabile che ci sia poca immunità all’infezione in coloro che viaggiano o sono altrimenti esposti, poiché la malattia endemica è normalmente geograficamente limitata a parti dell’Africa occidentale e centrale. Storicamente, la vaccinazione contro il Vaiolo ha dimostrato di essere protettiva contro il Vaiolo delle scimmie.

Sebbene un vaccino (MVA-BN) e un trattamento specifico (tecovirimat) siano stati approvati per il Vaiolo delle scimmie, rispettivamente nel 2019 e nel 2022, queste contromisure, avverte l’Oms, non sono ancora ampiamente disponibili e le popolazioni di tutto il mondo di età inferiore ai 40 o 50 anni non beneficiano più della protezione offerta da precedenti programmi di vaccinazione contro il Vaiolo.

“Assolutamente no panico, ma massima attenzione”. Dopo la prima infezione riportata in Italia dall’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, in un giovane di ritorno dalle Canarie, la microbologa Maria Rita Gismondo invita a mantenere la calma, agendo però rapidamente.

“Per ora si tratta di casi isolati – commenta all’Adnkronos Salute la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano – Quindi sono casi che si possono assolutamente circoscrivere, visto che vengono correttamente segnalati. Possono e devono essere circoscritti ora”, esorta l’esperta.

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