SANITA’ ABRUZZO, “GRAVE CARENZA INFERMIERI”. GRIMALDI: “ASSUMERE PRECARI IN PRIMA LINEA PANDEMIA”

PRIMARIO E PRESIDENTE REGIONALE ANAAO ASSOMED, "CONCORSI TROPPO LUNGHI E FARRAGINOSI, LEGGE NAZIONALE CONSENTE STABILIZZAZIONI DOPO 18 MESI DI SERVIZIO". "SITUAZIONE OSPEDALI DIFFICILE, TURNI MASSACRANTI, ORGANICI SGUARNITI, FUGA DEI MEDICI VERSO IL PRIVATO O IN PENSIONE ANTICIPATA"

19 Giugno 2022 08:26

Regione - Sanità

L’AQUILA – “La carenza di infermieri e operatori socio sanitari nei nostri ospedali si sta facendo drammatica. Non c’è tempo da perdere, la Regione Abruzzo, come consente la legge nazionale, dia il via libera all’assunzione, da parte delle Asl, di coloro che in questi due anni hanno lavorato sul fronte dell’emergenza covid, acquisendo una grande professionalità ed esperienza”.

L’appello arriva da Alessandro Grimaldi, primario del reparto di malattie infettive all’ospedale dell’Aquila e appena riconfermato presidente regionale del sindacato di medici e infermieri Anaao-Assomed, da due anni in prima linea sul fronte della pandemia del covid-19.





Già ad Abruzzoweb Grimaldi aveva lanciato l’all’arme sul fenomeno della “great resignation”, termine inglese che sta a significare il numero crescente di persone in numerosi ambiti lavorativi che lasciano il loro impiego, con il prepensionamento o il licenziamento volontario, fenomeno che riguarda, sempre di anche il Sistema sanitario nazionale. Negli ultimi 3 anni infatti sono stati persi quasi 21mila medici specialisti. Dal 2019 al 2021 hanno abbandonato l’ospedale 8.000 camici bianchi per dimissioni volontarie e scadenza del contratto a tempo determinato e 12.645 per pensionamenti, decessi e invalidità al 100%. In Abruzzo la percentuale di licenziamenti volontari rispetto all’intero corpo medico è passata dall’1% del 2020 al 3% del 2021.

Una carenza di personale che riguarda però anche gli infermieri e oss, quando però ci sono centinaia di addetti precari che hanno operato durante la pandemia, arrivati dalle agenzie e forniti dalle cooperative, e che ora rischiano di restare a casa, terminati  i loro contratti a tempo, dopo aver rischiato la loro vita, oltre cento, contando anche alcuni suicidi, acclamati come eroi nazionali, e che ora in molti rischiano di trovarsi senza lavoro.

Osserva ancora Grimaldi: finita l’emergenza covid, resta comunque il problema di ospedali sempre più sguarniti.





“I disagi e problemi che si registrano nei pronti soccorso, derivano dal  numero insufficiente di infermieri, oltre che dai medici e anestesisti che vanno via, esausti da turni massacranti.  E non dimentichiamo poi che siamo alla vigilia di una rivoluzione in campo sanitario: il Pnrr prevede ingenti investimenti per realizzare la famosa sanità territoriale, ma le case della salute avranno anche loro bisogno di personale”, spiega.

Infine Grimaldi osserva infine: “i concorsi canonici, prevedono iter troppo lunghi e farraginosi, e non c’è  però tempo da perdere. Se la legge nazionale consente alle Regioni di stabilizzare il personale precario del covid, non vedo cosa ci sia da aspettare. Ne va della qualità della sanità pubblica, in una situazione in cui  si registra la fuga verso le cliniche private, i prepensionamenti, i trasferimenti all’estero del personale medico, sempre più esausto da turni massacranti, e scarsa gratificazione economica”.

 

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