“ZITTITA!” DIVENTA MELOLOGO: DA L’AQUILA AI TEATRI ITALIANI: “LAVORO A SOSTEGNO DONNE MALTRATTATE”

IL SUCCESSO DEL RACCONTO DELLA SCRITTRICE MONICA PELLICCIONE: NELLA NUOVA AVVENTURA LA MUSICA E' DELLA FAMOSA COMPOSITRICE ROSSELLA SPINOSA, VOCE RECITANTE DI SONIA GRANDIS

3 Luglio 2022 07:46

L'Aquila - Cultura

L’AQUILA – “Quando è arrivata la telefonata da Milano, non potevo crederci. Un testo letterario che approda in teatro: è il sogno di ogni scrittore. E per me, quel sogno, si stava realizzando”.

Racconta così, la giornalista e saggista aquilana, Monica Pelliccione, storica firma del quotidiano “Il Centro”, la nascita del progetto che porterà la sua opera “Zittita!”, vincitrice di numerosi premi letterari nazionali e internazionali, nei teatri di tutta Italia. L’anteprima, all’Aquila, nell’ambito del Premio Donna 2022 della onlus Antonio Padovani, il debutto in autunno, al Festival del Melologo di Como.

“Zittita!” è un termine forte, che non lascia dubbi interpretativi. Perché lo ha scelto?

“È stato quasi naturale. Dopo la pubblicazione del libro ‘Storie di donne’, edito dalla onlus Padovani, siamo stati contattati da moltissime donne che avevano voglia di raccontare la loro vicenda personale, che si ritrovavano tra le righe di quei racconti, negli sguardi di dolore, nel grido soffocato in gola. Donne che non avevano mai avuto il coraggio di svelare i soprusi e i ricatti, fisici o psicologici, di cui erano state vittime. Le telefonate arrivavano da tutta Italia. Ho compreso quanto fosse dilagante il fenomeno così ho deciso di mettere nero su bianco un racconto dove i personaggi sono di fantasia, ma ricalcano alla perfezione quello che troppe donne, ancora oggi, sono costrette a subìre. Un testo crudo, che non fa sconti, anche per questo molto apprezzato dai critici letterari, rivisitato e riadattato in chiave teatrale dalla regista, attrice e autrice televisiva, Sonia Grandis, la voce recitante”.

Poi, è arrivata la proposta del Melologo. Ci racconta com’è andata?

“Era un pomeriggio di metà autunno, alla fine dello scorso anno. Ho ricevuto una chiamata da Milano. Era Rossella Spinosa, compositrice e musicista di fama internazionale. Solo leggere il suo curriculum, mi fa tremare le gambe. Ha suonato nei più grandi teatri del mondo, a New York, Tokyo, Budapest. È stata in Canada, Sud America, Corea, Giappone e Russia. Per anni ha collaborato con il premio Oscar, Luis Bacalov. È l’unico nome italiano inserito tra le 10 migliori produzioni di musica del decennio 2011-2020. Cineteca umanitaria ha dedicato a Rossella un’intera collana con le sue musiche per il cinema muto. Insomma, una vera icona”.





Cosa le ha detto in quella telefonata?

“Poche, semplici, parole. Limpide e chiare, com’è nel suo carattere. Mi ha chiesto di inviarle il testo di “Zittita!”, ne aveva sentito parlare e ne era rimasta colpita. Voleva farne un Melologo, musicarlo e portarlo in scena, con una voce recitante. Non ho esitato un solo istante ad accogliere la proposta, anche per la sintonia che ci ha accomunate fin dal primo momento. Le interessava raccontare il dramma di tante donne che non hanno voce, che subiscono abusi tra le mura domestiche o in ambiente lavorativo, vittime di pressioni psicologiche, ricatti economici e di un retaggio culturale difficile da sradicare: quello del predominio dell’uomo nella scala gerarchica sociale”.

E da lì?

“Sono passate tre settimane. Rossella mi ha richiamata per dirmi che il testo l’aveva entusiasmata, tanto che stava lavorando già alla composizione musicale. In pochi mesi ha preso forma il Melologo Zittita!, che vedrà un’anteprima, in via straordinaria, all’Aquila, durante il Premio Donna 2022, per poi approdare al Festival del Melologo di Como, prodotto da Lombardia musica”.

Per lei, cosa significa tutto questo?

“Non è solo una soddisfazione personale anche se devo ammettere che vedere una produzione teatrale sulla base di una propria opera letteraria, è un grande risultato. Ma non è questo che mi entusiasma, piuttosto il progetto comune nato intorno al Melologo. Da anni collaboro con la Onlus Antonio Padovani al Premio Donna, che nel 2022 diventerà nazionale. Abbiamo avuto modo di toccare con mano il dolore delle donne, quello più nascosto, impossibile da esternare. Donne umiliate, denigrate da uomini che fanno del potere un’arma per tenerle in pugno. Non è un concetto generalista: personalmente, conosco moltissimi uomini che vedono nel rispetto per le donne uno stile di vita. È a loro che bisogna ispirarsi”.

Ci anticipa qualcosa sul contenuto del Melologo?





“La storia si snoda sulla traccia di una narrazione cruda. Una storia di violenza e soprusi, ricatti psicologici e drammi personali. La più classica delle narrazioni, ma in un contesto per taluni versi inedito, dove il potere gerarchico dell’uomo incombe e annienta. Un capo-padrone animato da smania di possesso e sete di predominio, che fa proprio il ricatto morale per alimentare la nevrosi del suo ego. Una storia come tante, troppe. Quelle che con la onlus Antonio Padovani abbiamo ascoltato negli ultimi anni, quelle che molte donne non hanno il coraggio di raccontare. Il Premio Donna è stato presentato in Senato, su iniziativa del Presidente della Commissione cultura, Riccardo Nencini, con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica a queste tematiche. Le componenti della Commissione pari opportunità del Senato stanno lavorando ad un progetto di legge che fornisca maggiori tutele anche in ambito lavorativo. Ma per ottenere risultati bisogna cambiare la cultura, oltre che modificare le normative”.

Cosa vorrebbe dire agli uomini che utilizzano la forza o il potere sulle donne?

“Che la migliore conquista è il rispetto. Che non si vince schiacciando gli altri, ma vivendo con l’animo sereno, senza rimorsi. Che il vero uomo dimostra di essere tale quando lascia alla donna la libertà di scegliere, nelle relazioni sentimentali, professionali o di semplice amicizia. È questa la vera forza, il resto è pura debolezza e illusione”.

I prossimi traguardi dopo “Zittita”?

“È in uscita il mio ultimo libro, un saggio sulla figura di Margherita d’Austria, edito da Daimon edizioni. Sono al lavoro anche come giurata del premio Uniti per la legalità e, poi, ci sono gli impegni di tutti i giorni al quotidiano Il Centro e come responsabile della comunicazione di Confindustria L’Aquila e di BPER Banca. Ma al primo posto c’è sempre la famiglia”.

Alle donne vittime di violenza fisica o psicologica quale messaggio vuole lanciare?

“Non arrendetevi, mai. Anche quando non avete il coraggio di parlare o gli strumenti per dimostrare ciò che avete subìto. Spezzate le catene delle costrizioni, guardate avanti. La vita è lì che vi aspetta”.

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