A CACCIA DI CYBER CRIMINALI: GIADA PAOLUCCI, UNA GIOVANE PSICOLOGA NEL TEAM LEONARDO

31 Maggio 2023 08:13

Regione - Cronaca

CHIETI – In Italia, secondo l’Agenzia nazionale per la cybersecurity, mancano 100mila esperti in un settore sempre più colpito da violazioni informatiche, come dimostrato anche dal recente attacco hacker subito dall’Asl dell’Aquila. Non è detto, però, che per trovare esperti di cybersecurity, e anche bravi, si debba per forza attingere al bacino degli ingegneri o, più in generale, dei cosiddetti ‘smanettoni’ del pc.

Giada Paolucci, classe 1991, reatina di origine ma chietina di adozione, laurea triennale in psicologia all’Università dell’Aquila e magistrale in criminologia, passione per lo sport, i viaggi e i libri gialli, è l’incarnazione dell’eccezione che conferma la regola. E che può far sperare molti giovani, capaci ma sprovvisti di una laurea STEM, di trovare spazio in aziende anche di rilievo internazionale.

Dal 2019 lavora al Global SOC (Security Operation Centre) di Leonardo, il gruppo italiano leader delle tecnologie strategiche per la sicurezza del Paese. Presso il SOC, che ha sede a Chieti, vengono protette 7mila reti e 100mila utenti in tutto il mondo, tra istituzioni, pubbliche amministrazioni e aziende private. È qui che opera come Cyber threat analyst.

“Ci occupiamo di individuare e prevenire le minacce prima che impattino sugli asset non solo di Leonardo, ma anche dei nostri clienti”, racconta.





Terminati gli studi universitari, la giovane si è rimboccata le maniche svolgendo diversi lavori (segretaria, volontaria, fotografa, social media specialist e infine addetta alla vendita dei biglietti del bus) che le hanno consentito di continuare a studiare e di frequentare un master in cyber intelligence e tecniche di investigazione digitale.

Le sue capacità sono state quindi notate e apprezzate da Leonardo che l’ha assunta per monitorare e analizzare a 360 gradi il perimetro cyber di aziende e istituzioni che hanno scelto di affidarsi al SOC di Chieti.

“Abbiamo configurato per ogni azienda parole sensibili e, attraverso una nostra piattaforma di threat intelligence, catturiamo informazioni sul web, 24 ore su 24. Un lavoro che richiede grande concentrazione, versatilità e curiosità2.

Attraverso l’ analisi di fonti aperte e del dark web, Giada e la decina di colleghi che lavorano con lei in team individuano i possibili “indicatori di compromissione” e provvedono a stendere report che inoltrano ad un altro gruppo di lavoro del SOC di Chieti che ha il compito intervenire mitigando o debellando il pericolo.





La minaccia ibrida, che col conflitto in Ucraina è enormemente cresciuta, vede gli analisti di cyber threat come Giada impegnati a fare fronte pressoché quotidianamente ad attacchi simili a quelli compiuti da “Killnet”, il collettivo hacker russo che ha messo a dura prova i sistemi informatici occidentali.

Il padre, veterinario, avrebbe preferito che seguisse le orme del fratello, studente in medicina. Ma lei ha seguito con tenacia le sue passioni, che l’hanno portata a lavorare nel cuore pulsante della cybersecurity.

Se le si chiede dell’attacco alla ASL dell’Aquila, preferisce non rispondere, sia per comprensibile riservatezza professionale, sia perché non risulta che l’azienda sanitaria locale fosse tra i clienti del SOC di Chieti.

“L’importante, in ogni caso, è che le persone abbiano una sempre maggiore consapevolezza dei rischi e della loro evoluzione. Quanto al lavoro che svolgiamo qui al SOC – conclude Giada – è fondamentale che lo si faccia in squadra. La nostra è composta di quattordici persone, tutti esperti in discipline STEM tranne io un mio collega laureato in economia e commercio. Certamente non ci annoiamo: talvolta ci sembra di vivere in una realtà fantascientifica, un po’ come quella dei film”.

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: