“A GIORNI FONDI PER FERROVIA PESCARA-ROMA”, MARSILIO, “GRANDI RISULTATI CONTRO PROFETI DI SVENTURA”

INTERVISTA A TUTTO CAMPO A PRESIDENTE DELLA REGIONE ABRUZZO DI FDI E RICANDIDATO ALLE REGIONALI DEL 10 MARZO. "D'AMICO E' LA CONTINUITA DELLA FALLIMENTARE CLASSE DIRIGENTE DEL PD", "UNICO AD AVER VISITATO TUTTI I COMUNI D'ABRUZZO", "GRAZIE A NOSTRA APPROVAZIONE RETE SANITARIA, APRIRANNO CANTIERI NUOVI OSPEDALI, E SENZA RICORSO A PERICOLOSI PROJECT"

23 Gennaio 2024 18:14

Regione - Politica

L’AQUILA – L’arrivo imminente dei fondi Fsc per realizzare finalmente la velocizzazione della ferrovia Pescara-Roma, a compensare quelli del Pnrr dirottati altrove, con buona pace “dei profeti di sventura in questa disperata campagna elettorale del tanto peggio tanto meglio”. L’orgoglio “di aver ottenuto nella sanità risultati che non si erano mai visti in Abruzzo”. E di essere anche l’unico presidente della Regione che “ha visitato tutti i comuni, come mai nessuno prima aveva fatto”. L’accusa al suo competitor Luciano D’Amico di essere, al di la della “patente civica”, la “diretta espressione e continuità della classe dirigente del Pd, che ha fatto del male all’Abruzzo”.

Questo e molto altro ha detto nell’intervista streaming con Abruzzoweb, il presidente della Regione Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia, ricandidato per un secondo, e storico mandato alle regionali del 10 marzo,  a capo della coalizione di centrodestra, composta da Fdi, Forza Italia, Lega, Noi Moderati, lista del presidente e Udc. Suo sfidante del centrosinistra è il professor Luciano D’Amico, ex rettore dell’Università di Teramo, ed ex presidente della Tua, la società regionale del trasporto pubblico.

Marco Marsilio, 55 anni, è nato a Roma, da una famiglia di origini abruzzesi, di Tocco da Casauria, in provincia di Pescara, laureato in Filosofia alla Sapienza ha  militato a lungo con Azione Giovani, il movimento giovanile di Alleanza Nazionale ed è stato docente a contratto di Estetica, Museologia e Marketing applicato ai Beni culturali presso l’Università Link Campus.
Consigliere comunale di Roma per tre mandati, dal 1997 al 2008, con Alleanza Nazionale, nel
2008 è stato eletto deputato con il Popolo della liberta, e nel 2013 senatore con Fratelli d’Italia.

Poi l’inaspettata candidatura, a febbraio 2019, a presidente della Regione Abruzzo, e la vittoria con il 48% dei voti e quasi 300.000 voti, contro il candidato del centrosinistra Giovanni Legnini che ha preso il 31% e del Movimento 5 Stelle, Sara Marcozzi, che ha ottenuto il 20%.  Marsilio è così  diventato il primo presidente della Regione di Fratelli d’Italia, quando il suo partito era ancora al 5-6%.

Infine a febbraio 2020 è diventato  vicepresidente del Partito dei Conservatori e dei Riformisti europei (Ecr), di cui Fratelli d’Italia fa parte, e nel giugno 2022 è stato eletto presidente del Gruppo Ecr nel Comitato europeo delle Regioni.

Presidente Marco Marsilio, prima di tutto come va la campagna elettorale? Dal sondaggio commissionato da Fratelli d’Italia ci sarebbero 9 punti di vantaggio sul centrosinistra, ma non è rischioso sentirsi già la vittoria in tasca?

Ha ragione, infatti io sono mesi che dico a tutti i miei amici ed alleati di non coltivare sogni di gloria, di non dormire sugli allori e di prendere molto sul serio l’impegno elettorale, perché ogni partita va giocata fino in fondo, anche per rispetto degli avversari e dei cittadini abruzzesi ai quali dobbiamo raccontare ciò che abbiamo fatto in questi anni e quello che dobbiamo continuare ancora fare nei prossimi anni. E’ chiaro comunque che fa piacere vedere sondaggi che di poco o di tanto ti danno in vantaggio, ma quello che poi davvero contano sono i voti.

A proposito di voti: sia nel sondaggio del centrosinistra, che quello vostro, Fratelli d’Italia crea il vuoto dietro di se. Questo non pone e non porrà problemi di tenuta della coalizione con Forza Italia e Lega, che si sentono messi all’angolo da Fdi?





Non vedo il problema, se in una coalizione c’è un partito guida che fa il 30% e altri partiti più piccoli, si chiamino di volta in volta Ccd, Udc, Forza Italia o Fratelli d’Italia, che è stato per anni un piccolo partito della coalizione, che però ha sempre collaborato con tutti gli altri. Cambiano le stagioni e la leadership, ma non cambia la coalizione, non cambiano i programmi e i valori di riferimento e dunque continueremo a lavorare come abbiamo lavorato in questi anni.

Una cosa è certa, la priorità per i cittadini abruzzesi è la sanità, da questo punto di vista cosa potete esibire come risultati ottenuti in questi cinque anni e quali saranno le priorità per i prossimi cinque anni?

È proprio nella sanità che abbiamo ottenuto risultati che non si erano mai visti in Abruzzo. approvando finalmente la rete ospedaliera senza tagliare i posti letto, ed anzi aumentandoli, elevando anche i servizi, recuperando presidi ospedalieri destinati a diventare presidi territoriali, ad esempio a Guardiagrele, Ortona, Popoli, Penne, Tagliacozzo, Pescina, Sant’Omero e Atri.
A Sulmona, va poi ricordato, un commissario, perché non c’era una classe politica che era in grado di assumersi le responsabilità, aveva stabilito il declassamento a ospedale di base e il taglio del punto nascita, ora grazie a noi il punto nascite è salvo, e l’ospedale sarà un dea di primo livello

 Per quanto riguarda invece l’edilizia sanitaria?

Va ricordato che proprio con l’approvazione della rete ospedaliera sblocchiamo 400 milioni di risorse, per l’edilizia sanitaria, che erano ferme da 25 anni. Abbiamo concluso le progettazioni, approvate dai ministeri e abbiamo ottenuto la firma del ministro sull’accordo di programma, i    fondi sono stati già trasferiti, e ora stiamo facendo gli ultimi passaggi con le amministrazioni comunali per arrivare alle gare di appalto. Chiunque sarà il prossimo presidente della Regione vedrà aprire i cantieri per i nuovi ospedali di Lanciano, Vasto, Avezzano, per il 118 a L’Aquila, e altri interventi. Peccato che a Teramo si è perso tempo per individuare la localizzazione del ​nuovo ospedale da parte del Comune.

Voi poi rivendicate di aver detto no ai project financing del centrosinistra, perché?

Non demonizzo il project, ma ritengo che nel campo sanitario sia molto rischioso, perché non è facile stabilire la contropartita per il privato che realizza un ospedale, e comunque i project del centrosinistra sono stati bocciati dalle stesse Asl perché troppo sbilanciati sugli interessi del privato.

Altro tema caldo della campagna elettorale le infrastrutture: fondi del Pnrr o meno quanto e cosa sarà realizzato della oramai mitica ferrovia Pescara-Roma da velocizzare e ammodernare?

Una polemica un po’ stupida, quella sul dirottamento dei fondi del Pnrr. La responsabilità è solo dei governi precedenti che non sono stati in grado di chiudere le procedure nella conferenza dei servizi decisoria nei tempi previsti.  E Rfi non era più in grado di garantire  il completamento dell’opera entro il 2026. Il Governo di Giorgia Meloni ha preso l’impegno sul fatto che questi soldi saranno recuperati e attendo a giorni che questo avvenga, con la ripartizione dei Fondi di sviluppo e coesione, essendo la ferrovia Pescara-Roma opera strategica. E così i gufi e i profeti di sventura saranno azzittiti, in questa disperata campagna elettorale del tanto peggio tanto meglio, e non su proposte davvero alternative.





Che giudizio ha del professor Luciano D’Amico suo sfidante? mettiamola così, il suo maggior pregio, e il suo maggior difetto, chiaramente dal punto di vista politico?

Il difetto principale di D’Amico è la perfetta continuità con la classe dirigente del Pd di cui era comunque espressione per quanto si voglia dipingere come il civico. Una persona che ha ampiamente frequentato i palazzi della politica. Dietro di lui c’è tutta la classe dirigente che ha fatto del male all’Abruzzo.

Ha dimenticato i pregi…

Potrei fare complimenti di cortesia, ma ancora non ho avuto il piacere di conoscerlo, l’ho incontrato una sola volta al John Fante festival a Torricella sicura.
Spero di trovare una persona di valore, perché fa bene all’Abruzzo e alla democrazia avere avversari rispettabili e degni, capaci di elevare il livello, cosa che, devo dirlo, non è avvenuta nel consiglio regionale con una opposizione molto al di sotto delle aspettative.

Si dice che lei abbia, in virtù di una lunga militanza insieme, un rapporto strettissimo e diretto con la presidente Giorgia Meloni. C’è anche chi dice che lei invece di fare il presidente dell’Abruzzo, poteva e potrebbe aspirare a ruoli di primo piano al governo nazionale. Pentito della scelta per un lavoro per carità ben retribuito, ma molto usurante come quello del presidente di regione?

Intanto va detto che il senatore guadagna almeno 50.000 euro in più l’anno rispetto al presidente della Regione. E io lo faccio con passione e mi ci diverto anche. I momenti migliori sono quando giro per tutto l’Abruzzo e credo di essere l’unico presidente della Regione che ha davvero girato tutto l’Abruzzo, comune per comune. In decine di questi paesi, mi hanno accolto proprio con questa nota di stupore spiegandomi che mai un presidente della regione era andato a trovarli a casa loro. Io non so perché questo sia avvenuto nei 50 anni precedenti, per me era ed è assolutamente doveroso farlo.

L’INTERVISTA

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