L’AQUILA – Dare seguito a quanto annunciato a marzo dal ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini, sul congelamento e poi eventuale riduzione dei pedaggi dell’autostrada A24 A25, e procedere finalmente a grande piano di messa in sicurezza sismica dell’infrastruttura, con 2,2 miliardi previsti nella legge di bilancio del 2012 e di cui quasi nulla è stato speso. In una situazione di grande incertezza, e contenzioso miliardario, dopo al revoca della gestione a Strada dei Parchi e affidamento all’Anas.
Con queste motivazioni, e in questo scenario, oltre 120 primi cittadini e amministratori dei comuni di Abruzzo e Lazio torneranno a protestare martedì 7 novembre, a partire dalle 10, fuori il Ministero a Roma. Invitati a partecipare anche i parlamentari, i presidenti e consiglieri regionali.
Ieri pomeriggio si è tenuto un incontro a Carsoli, organizzato dalla referente del comitato e primo cittadino, Velia Nazzarro,
Spiegano i sindaci in una nota: “indipendentemente dalle appartenenze politiche e rifiutando ogni tipo di interferenza, nell’unità, nell’autonomia e nella coerenza del movimento, hanno deciso di proseguire la loro battaglia. Chiediamo al ministro Salvini, dopo l’ennesima mancanza di risposta ai solleciti inviati e il non rispetto degli impegni assunti, una immediata convocazione del tavolo istituzionale per essere informati e partecipare alle scelte che si stanno definendo in merito alla gestione di A24 e A25, scelte che inevitabilmente condizioneranno la sicurezza e i pedaggi”.
Sullo sfondo il destino incerto dell’infrastruttura, alla luce del durissimo contenzioso con il Governo Meloni e per il ritorno di Strada dei Parchi spa, del gruppo industriale abruzzese Toto, nella gestione dell’autostrada A24-A25, revocata anticipatamente in danno dal governo di Mario Draghi con un decreto il 7 luglio del 2022 e affidata ad Anas dal primo agosto successivo.
Nel decreto legge “Misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili”, approvato dal Consiglio dei ministri, viene stanziata come già illustrato da Abruzzoweb, la somma di 150 milioni di euro, che riporta a 500 milioni di euro l’indennità da riconoscere a Sdp per la revoca anticipata della gestione in scadenza nel 2030, con la motivazione che i viadotti fossero a rischio crollo, .
Il decreto di revoca del governo Draghi è stato in ogni modo impugnato davanti al Tar del Lazio dalla ex concessionaria, che ha sempre respinto ogni addebito, anche sulla scorta di sentenze favorevoli dei Tribunali che hanno assolto i vertici ed i tecnici di Sdp dall’accusa di aver fatto diventare poco sicura la infrastruttura pubblica e messo a rischio la incolumità degli utenti. E si attende il pronunciamento della Corte costituzionale al quale ha trasferito gli atti il Tar del Lazio.
Il ritorno in sella di Strada dei parchi è ora una ipotesi concreta, valutata dal governo, alle prese con ristrettezze economiche, perché il rischio è di dover pagare un indennizzo ancora più salato dei 500 milioni, del valore di 1,2 miliardi di euro, imposto dal Tribunale di Civile di Roma, valutato in base a consulenze, sui mancati guadagni dall’incasso incassi dei pedaggi e danni subiti dalla revoca.
Del resto Strada dei Parchi, a causa della revoca, è stata costretta al concordato preventivo al “cento per cento”. La composizione bonaria della complessa partita, auspicata da Salvini in estate, è dunque fondamentale anche per il salvataggio di Sdp da cui dipende anche il futuro del gruppo Toto che dà lavoro a circa 1.110 persone: i creditori infatti sono in pressing da mesi. Con lo sblocco anche di parte del risarcimento ci potrebbe essere il pagamento dei debiti, il ritorno della società in bonis e l’allontanamento in maniera definitiva della ipotesi di un fallimento.
I sindaci però vogliono sapere dal Ministero cosa tutto ciò comporterà in termini di pedaggi, e quali sono le intenzioni per la messa in sicurezza dell’autostrada.
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