ROMA – Ancora una fumata nera nel contenzioso tra il ministero per le Infrastrutture ed i Trasporti e Strada dei Parchi Spa, ex concessionaria delle autostrade abruzzesi e laziali A24 e A25 sul risarcimento danni, secondo alcune stime da 2,1 a circa 2,4 miliardi di euro, nei confronti di quest’ultima per la revoca anticipata in danno decisa dal Consiglio dei ministri a guida Mario Draghi il 7 luglio dello scorso anno.
L’avvocatura dello Stato nel corso dell’ udienza di stamani al Tribunale civile di Roma legata alla diffida di Sdp sull’anticipo dell’indennità, non ha presentato il decreto nel quale viene formulata la proposta economica di anticipo del risarcimento, la cui firma è stata annunciata nei giorni scorsi dal dicastero guidato dal ministro e vicepremier Matteo Salvini.
A quel punto, il giudice ha intimato che la consegna del documento avvenga entro il 24 luglio prossimo.
Secondo quanto si è appreso, il Mit potrebbe esibirlo nel giro di due-tre giorni. Entro il 28, invece, Sdp potrà presentare le controdeduzioni.
Sul risarcimento poggia l’approvazione, da parte dei creditori, del concordato al 100% che la ex concessionaria è stata costretta a chiedere, un procedimento civile nelle mani dello stesso giudice che sta gestendo la causa sulla diffida. Neanche lo scorso 10 luglio era stato prestato il decreto del Mit, di cui non si conosce la entità e che, secondo quanto si è appreso, è ancora alla firma dei vari pareri interministeriali.
Nel provvedimento di revoca del Cdm è stato prevista una posta di 500 milioni di euro per la indennità per la revoca nel 2022 di un contratto in scadenza nel 2030. Le A24 e A25 sono tornate nelle mani pubbliche di Anas.
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