L’AQUILA – Continuano gli incidenti sulle autostrade abruzzesi e laziali A24 e A25 causati da animali selvatici che invadono le carreggiate rimanendo uccisi e con gli automobilisti a forte rischio: nella serata di sabato sulla A24, nei pressi del casello di Valle del Salto, in provincia dell’Aquila, direzione Roma, un’auto ha investito un cervo di circa 100 chilogrammi.
Illeso il conducente del mezzo che non si è fermato.
L’animale è rimasto ferito e posto nella corsia di emergenza: la polizia autostradale ha chiesto al sevizio veterinario l’abbattimento e all’Anas la rimozione della carcassa.
“Si tratta dell’ennesimo incidente, sono diverse decine negli ultimi mesi, in cui l’animale entrato in autostrada elidendo le reti di recinzione è rimasto ucciso e gli utenti dell’autostrada corrono seri rischi – spiegano alcuni automobilisti -. Come sempre in Italia ci deve scappare il morto prima di prender le misure del caso. Bisogna intervenire subito”.
Dal primo agosto scorso le due arterie sono tornate sotto il controllo pubblico: l’Anas è subentrata alla concessionaria privata Strada dei Parchi, del gruppo industriale pescarese Toto, in sella dal 2001, in seguito alla revoca in danno della concessione, in scadenza nel 2030, decisa dal governo Draghi con un decreto del consiglio dei ministri del 7 luglio scorso. Dopo due bocciature del decreto, poi convertito in legge, da parte del tar del Lazio al quale si era rivolta Sdp, il Consiglio di Stato ha confermato l’Anas.
Ma il mega contenzioso resta serrato tra le parti. Tra i nodi la sicurezza sismica e statica di ponti e viadotti e le reti di recinzioni che presentano buchi oltre ad essere troppo basse: secondo quanto si è appreso, Sdp ha predisposto la progettazione esecutiva per 90 chilometri realizzando con risorse proprie un primo intervento di pochi chilometri.
L’ex commissario Maurizio Gentile aveva messo in preventivo il finanziamento, mentre stando a quanto trapelato il suo successore Marco Corsini avrebbe sostenuto il fatto che l’intervento non è di sua competenza ma del concessionario. Mentre il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile (Mims) non affronta la pericolosa questione.
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