L’AQUILA – “È ormai un caso nazionale la scelta della Regione Abruzzo di procedere all’abbattimento di 500 cervi nella regione verde d’Europa. L’abbattimento di animali a tariffa sta generando indignazione nel Paese e anche oltre i nostri confini nazionali, segnando un gravissimo arretramento delle politiche di gestione faunistica che, per decenni, hanno fatto del nostro territorio un caso virtuoso di buone pratiche”.
Lo scrivono in una nota i senatori Gabriella Di Girolamo, M5S, e Michele Fina, Pd, che aggiungono: Ben 19 associazioni ambientaliste sono intervenute per esprimersi contrarie alla delibera e la raccolta firme ha fatto registrare l’adesione di nomi della cultura e dello spettacolo nazionali. Ma pare che questa importante mobilitazione e le ragionevoli motivazioni espresse non abbiano alcun effetto nei confronti del presidente Marco Marsilio e dell’assessore Emanuele Imprudente, irremovibili e indisponibili ad ogni più ragionevole soluzione”.
“Abbiamo voluto, quindi, depositare un’interrogazione e chiamare in causa il Governo per il tramite del ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, chiedendo di dare conto al Parlamento di quanto sta accadendo nella nostra regione e di una decisione politica che sta arrecando un grave danno all’Abruzzo. Chiediamo che sia il Ministero ad intervenire per ricondurre su una strada di ragionevolezza la Giunta regionale per soluzioni più adeguate ad un problema reale.
“Da parte nostra siamo disponibili e pronti a farci carico delle difficoltà del mondo dell’agricoltura, della sicurezza delle nostre strade e di tutti i disagi arrecati dalla fauna selvatica. Ciò di cui c’è bisogno sono investimenti che consentano politiche di gestione e prevenzione adeguate, semplificazioni normative e burocratiche, ristori certi e in tempi brevi: di certo non un tariffario per un indiscriminato abbattimento di animali”, concludono Di Girolamo e Fina.
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