ACIAM AI PRIVATI: DI CARLO A MUSO DURO CONTRO TACCONE, “STUPIDAGGINE RISCHIO AUMENTO TARIFFE”

17 Settembre 2024 19:48

L'Aquila - Cronaca

AVEZZANO – “Dicesi retorica: le tariffe aumentano o diminuiscono quando ci sono servizi affidati dai Comuni soci. Non essendoci servizi affidati ad Aciam spa dai Comuni soci parlare di tariffe equivale a parlare di nulla. Pur di avere visibilità si raccontano un mucchio di stupidaggini inesistenti”.

Continua ad accendere gli animi l’ipotesi di cambio di statuto dell’Aciam la società consortile che gestisce il servizio rifiuti e igiene urbana in 48 comuni della Marsica e dell’Aquilano, con la possibilità di attribuire la maggioranza delle quote ad un soggetto privato.





Scende infatti in campo Umberto Di Carlo, patron di Tekneko, potente società della gestione rifiuti, che già detiene il 48,6% delle quote di Aciam, e che non le ha mandate a dire, sul suo profilo Facebook, nella sua velenosa replica a quanto sostenuto nell’intervista ad Abruzzoweb, dall’economista Anna Maria Taccone, esponente di Fi, candidata e sindaco di Avezzano nel 2020 e soprattutto dal 2019 al 2022 presidente dell’Aciam. Scagliandosi insomma contro chiunque contrasti il suo piano di acquisizione, su quella che ormai considera la sua creatura

Taccone  ha sostenuto che l’Aciam “deve restare sotto il controllo pubblico: la possibilità stabilita per statuto di una maggioranza delle quote ad un socio privato comporta molti rischi, in primis un possibile aumento delle tariffe per il servizio della gestione rifiuti, contro cui i comuni soci, divenuti minoranza, poco o nulla potrebbero fare”.

Di Carlo, imprenditore di punta della Marsica, a capo di una società che macina 50 milioni di euro di fatturato e ha oltre 770 dipendenti, e che vanta anche un buon rapporto con in sindaco civico di Avezzano, Gianni Di Pangrazio,  nel suo post non risparmia una frecciata al curaro a Taccone: “chi è il commercialista di impianti privati concorrenti di Aciam spa dovrebbe astenersi da ogni valutazione in merito”.





Per Taccone il rischio non è comunque paventato tanto per la maggioranza che con poche quote potrebbe ottenere Tekneko, ma in prospettiva: “se ci fosse una liberalizzazione delle quote, potrebbero anche subentrare prima o poi altri player, non è quindi così scontato che il tutto andrebbe nelle mani di Tekneko, che ad oggi ha dimostrato di avere comunque una grande  attenzione  al territorio, oltre che una grandissima capacità imprenditoriale”.

Di Carlo nel suo stringato post, osserva però in sostanza che allo stato attuale questo rischio non sussiste, riferendosi probabilmente al fatto che in realtà sono pochissimi i comuni soci di Aciam che poi affidano alla società pubblica il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, affidandosi piuttosto o direttamente ad altre società, come la stessa Tekneko, o anche la Segen, trattando con esse le tariffe.  Pertanto che Aciam aumenti o meno le tariffe, è sostanzialmente ininfluente.

Aciam, di cui è ora presidente Maurizio Bianchini,  deve far fronte ad un debito, in particolare con le banche, di oltre due milioni di euro, e la modifica dello statuto, con la previsione che un socio privato possa diventare maggioritario, è vista che una via breve e sicura per il risanamento. Ma da mesi la delibera di modifica è congelata, e molti dei Comuni, a cominciare dai “pesanti” Carsoli e Celano, hanno già votato in consiglio comunale un ordine del giorno che boccia ogni ipotesi di modifica dell’attuale assetto statutario.

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