L’AQUILA – Nuovo colpo di scena nella “guerra abruzzese delle acque minerali”: il Tar di Pescara ha respinto il ricorso della Santa Croce che chiedeva la modifica del bando dell’Aric, per la concessione delle sorgenti Sant’Antonio Sponga e Fiuggino di Canistro, e delle acque termali La salute e Santa Croce -Pisciarello, di Caramanico Terme.
Ma quello che più conta è la motivazione vergata dai giudici amministrativi: “inammissibilità per carenza di interesse”, formula che di fatto escluderebbe a priori la possibilità per l’ex concessionaria delle sorgenti di Canistro di poter partecipare al nuovo attesissimo bando, che scade il 31 luglio.
Questo perché la società dell’imprenditore molisano Camillo Colella è in concordato preventivo, e la legge regionale 15 del 2022, all’articolo 36 comma 5 esclude appunto la possibilità di ottenere una concessione messa a bando, per chi come la Santa Croce, dopo l’istanza alla sezione fallimentare del Tribunale di Roma ad aprile 2022, è impegnata nella ristrutturazione dei debiti di oltre 30 milioni nei confronti del fisco.
Scrivono infatti i giudici Paolo Passoni, presidente, e Giovanni Giardino, estensore: “ritenuto che l’invocata applicazione della normativa regionale sopra richiamata comporta per la società ricorrente, quale ineludibile corollario, l’impossibilità di conseguire il bene della vita a cui aspira in quanto nei confronti della medesima è stata avviata la procedura di concordato preventivo e tale condizione costituisce elemento ostativo, ai fini del rilascio in suo favore della concessione”.
E ancora: “rilevato, pertanto, che non appare configurarsi alcuna lesione personale, immediata e concreta nel caso di specie tale da radicare l’interesse al ricorso, non potendo la ricorrente conseguire alcun vantaggio dall’annullamento del Bando e dalla riedizione della procedura eventualmente emendata dalle censure dedotte in ricorso”, il Tribunale Amministrativo Regionale “respinge la domanda di tutela cautelare”.
Colella, va ricordato anche, è sotto inchiesta per il fallimento della immobiliare Como srl, dichiarato dal Tribunale di Roma nel giugno del 2019, ma la vicenda non riguarda la parte della holding aziendale che con Santa Croce si occupa di acque minerali.
Non è emerso se la società di Colella presenterà ricorso al Consiglio di stato. Ma secondo quanto si è appreso da fonti regionali, l’iter per la gara e poi l’appalto continuerà regolarmente. Anche se sulla operazione c’è l’incognita dello stabilimento di proprietà della Santa croce che impone al vincitore di costruirne uno nuovo, in un’area comunale con un ingente esborso economico supplementare. per la difficoltà di realizzare il sito produttivo, la Norda, dopo aver vinto il bando ha rinunciato, tenuto conto che Santa Croce non ci ha pensato nemmeno a vendere o affittare a Norda il suo stabilimento già pronto all’uso.
Allo stato attuale, comunque, la decisione del Tar ha del clamoroso: fuori dai giochi sarebbe infatti la ex concessionaria della sorgente Sant’Antonio Sponga, la cui acqua minerale è una delle migliori d’Italia, fino alla revoca, avvenuta a inizio di sei anni fa, a seguito di un ricorso della Regione Abruzzo e del Comune di Canistro, con conseguente stop all’imbottigliamento e negazione di proroghe in attesa di nuovo affidamento, e con 75 operai rimasti senza lavoro.
A seguire un feroce contenzioso, un bando affidato a Norda, con la Santa Croce in corsa ed esclusa, bando finito poi con un buco nell’acqua, visto che Norda ha fatto un passo indietro, a causa della mancanza, come detto, di terreni dove realizzare lo stabilimento.
Poi ancora un nuovo bando, nel febbraio 2019, a cui hanno partecipato la Santa Croce, e la San Benedetto, con la prima che ha vinto provvisoriamente e la seconda che non ha raggiunto i requisiti minimi. Il Tar però ha poi annullato tutto nel giugno 2021, su ricorso della San Benedetto, per irregolarità fiscali della Santa Croce. A fine marzo dell’anno scorso il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso della Santa Croce, confermando la decisione del Tar. Con la necessità di indire un terzo bando, quello appena pubblicato pubblicato il 16 giugno scorso sul portale acquisti telematici della Regione Lazio “Stella”, da parte dell’Agenzia regionale di informatica e committenza (Aric).
A provare l’interesse della Santa Croce per il nuovo bando, il fatto che aveva partecipato alla consultazione preliminare di mercato del 29 marzo, nella sede pescarese dell’Aric, di cui è presidente Donato Cavallo, assieme alla San Benedetto, che ha in concessione, attraverso la Guizza, la sorgenti Valle Reale di Popoli, in provincia di Pescara, e dal 1988 e in proroga dal 2008, la sorgente Fonte Primavera, sempre a Popoli e l’emiliana Idromineraria italiana.
Ma poi ha contestato il bando pubblicato il 16 luglio perchè ritenuto eccessivo il valore dei beni posti a base d’asta, tanto da poter scoraggiare gli operatori dal partecipare alla gara.: 1.504.170.869,67 euro al netto dell’Iva per una concessione di 20 anni. E precisamente 1.451.573.801,14 euro per la Santa Croce e la Fiuggino, e 52.597.068,53 euro per le acque termali di Caramanico Terme.
Una quantificazione che ha come conseguenza l’obbligo di inserire nell’offerta una garanzia provvisoria di circa 30 milioni, pari al 2% del valore posto a base d’asta, e che deve coprire dal rischio di una eventuale mancata sottoscrizione del contratto da parte del concessionario o dall’adozione di interdittive antimafia.
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