L’AQUILA – In Abruzzo subisce da anni il problema annoso della dispersione idrica dai acquedotti colabrodo, deve affrontare la sfida complessa e costosissima della messa in scurezza delle preziose falde del Gran Sasso, che da da bere a 700mila abruzzesi, minacciate da potenziali incidenti nel traforo dell’autostrada A24 e nei laboratori fisica nucleare.
Ma a guardare la prima mappa realizzata da Greenpeace Italia sulla contaminazione da Pfas (composti poli e perfluoroalchilici) nelle acque potabili, l’Abruzzo risulta essere la regione dove l’acqua che esce dai rubinetti è la più sicura e la meno inquinata, in base ai punti di analisi.
Una buona notizia in una regione dove la grande opera di isolamento e coibentazione della falda acquifera del Gran Sasso, affidata al commissario Pierluigi Caputi, è stata rinviata in partenza per un intorbidimento, e inizierà probabilmente a fine anno, con attori in scena i laboratori del Gran Sasso, la Ruzzo reti, la società che gestisce la A24, Strada dei parchi. Per dare continuità all’approvvigionamento idropotabile durante l’esecuzione di messa in sicurezza è partito l’iter per potabilizzare l’acqua del lago di Campotosto, un progetto da 19 milioni di euro.
Greenpeace ha raccolto 260 campioni in 235 comuni appartenenti a tutte le Regioni e Province autonome italiane. La quasi totalità dei campioni è stata prelevata presso fontane pubbliche e, una volta raccolti, i campioni sono stati trasportati presso un laboratorio indipendente e accreditato per la quantificazione di 58 molecole appartenenti all’ampio gruppo dei Pfas, sostanze chimiche usate in numerosi processi industriali e prodotti di largo consumo, che si accumulano nell’ambiente e che sono da tempo associate a gravi rischi per la salute.
Al netto del numero differente di campioni analizzati per ogni Regione, è possibile avere un’indicazione della diffusione della contaminazione su scala regionale considerando il numero di campioni contaminati rispetto al totale analizzati. Le situazioni più critiche si registrano in Liguria (8/8), Trentino Alto Adige (4/4), Valle d’Aosta (2/2), Veneto (19/20), Emilia Romagna (18/19), Calabria (12/13), Piemonte (26/29), Sardegna (11/13), Marche (10/12) e Toscana (25/31). Le Regioni in cui si riscontrano meno campioni contaminati sono, invece nell’ordine Abruzzo (3/8), l’unica regione con meno della metà dei campioni positivi alla presenza di Pfas, seguita da Sicilia (9/17) e Puglia (7/13).
In Abruzzo entrando nel dettaglio prelievi sono stati fatti a L’Aquila, Pescara Chieti e Vasto, dove la concentrazione di Pfas per litro è risultata essere pari a 0, a Montesilvano, Teramo e Roseto degli Abruzzi, dove la concentrazione è risultata essere sotto i 10 nanogrammi per litro, dunque minima e molto al di sotto dei limiti di legge, pari a 100 nanogrammi per litro. Greenpeace ricorda però che, numerose nazioni come ad esempio la regione belga delle Fiandre, i Paesi Bassi, la Germania e la Svezia hanno adottato valori di riferimento molto più bassi rispetto alla direttiva europea e sempre più vicini alla “soglia zero”.
La Danimarca, ad esempio, ha ricavato un nuovo limite nelle acque potabili pari a 2 nanogrammi per litro, gli Stati Uniti di 4 nanogrammi e 10 nanogrammi per tre sostanze specifiche. Conclude Greenpeace: “il quadro che emerge da questa indagine è tutt’altro che rassicurante: milioni di italiane e italiane sono esposti attraverso l’acqua potabile a sostanze chimiche pericolose e bioaccumulabili, note per essere interferenti endocrini e causare l’insorgenza di gravi patologie, tra cui alcune forme tumorali.
Sono pochi i territori italiani non intaccati dalla contaminazione, con le maggiori criticità che emergono in quasi tutte le Regioni del Centro-Nord e in Sardegna”. “I governi che si sono succeduti negli ultimi anni non hanno mai affrontato seriamente il problema PFAS e anche l’attuale esecutivo non fa eccezione.
L’Italia purtroppo non figura tra i Paesi promotori per introdurre un divieto per l’uso e la produzione di queste sostanze a livello comunitario. Inoltre, nel recepire la legge europea che pone dei limiti ai PFAS nelle acque potabili, il nostro governo, a differenza di numerosi altri Paesi europei (Germania, Svezia e Danimarca, solo per citarne alcuni), non ha scelto di adottare valori limite più restrittivi in grado di proteggere adeguatamente la salute umana”.
Download in PDF©
- ACQUA POTABILE: IN ABRUZZO QUELLA PIU’ PURA. INDAGINE GREENPEACE, QUASI ASSENTI PERICOLOSI PFASL'AQUILA - In Abruzzo subisce da anni il problema annoso della dispersione idrica dai acquedotti colabrodo, deve affrontare la sfida complessa e costo...