PESCARA – “ll problema della carenza idrica in Italia in Abruzzo è letteralmente alla fonte. Piove sempre di meno. Le falde non si ricaricano e dunque dobbiamo entrare nell’ottica che l’acqua sarà una risorsa sempre più preziosa e dobbiamo imparare tutti quanti a farne tesoro. Se una persona non butta un mozzicone di sigaretta per terra, e tutti gli altri continuano a farlo cambia poco o nulla, ma se tutti lo fanno, il parco sarà pulito. Lo stesso vale per l’acqua potabile”.
Ad esprimere un’opinione, è il caso di dirlo, da addetto ai lavori, è un comune cittadino, Gianluca Caldarelli, idraulico e titolare della Caldarelli impianti di San Giovanni Teatino, in provincia di Chieti.
Un punto di vista il suo che non collima pienamente con l’argomento principe che ha dominato in Abruzzo davanti alla crisi idrica, sia ad uso potabile che per l’agricoltura questa estate, con razionamenti ed enormi disagi e conseguenti polemiche, ovvero che l’Abruzzo è la seconda regione italiana con il dato peggiore per dispersione idrica, il 62,5% di perdite, contro una media nazionale del 42,4%, a causa acquedotti e tubature vetuste e e che attendono in buona parte di essere sostituite o riparate. Ma per farlo ci vorrà dai calcoli della Regione un miliardo di euro, ed anni ed anni di lavori.
Non che questo non rappresenti una priorità, per Caldarelli, ma il suo appello è volto è anche a considerare il fatto gli ultimi dieci anni sono stati quelli più caldi da un secolo a questa parte, e di conseguenza diminuisce la media annua delle piogge e delle nevicate, con periodi siccitosi sempre più frequenti. E questo impone un cambio di mentalità.
“Le perdite del sistema acquedottistico ci sono e bisogna porvi rimedio – spiega Caldarelli -, ma il punto è un altro: ci vorranno decenni e tantissimi soldi per avere risultati concreti e tangibili, non è facile come sembra, parliamo di una rete idrica di centinaia e centinaia di chilometri. Del resto le perdite ci sono sempre state, e tanti interventi sono stati fatti in questi anni. Ma solo ora ci troviamo di fronte a una drammatica emergenza”.
E dunque visto che l’alternativa immediata non può essere la danza della pioggia, e della neve, “l’unica cosa che si può fare è quella di mettere in campo subito tutti quanti dei comportamenti volti a risparmiare il più possibile la risorsa idrica. Non è più pensabile utilizzare acqua potabile per annaffiare l’orto e il giardino, per lavare la macchina. E non possiamo sprecarne davvero molta di meno per lavarci, per cucinare e per gli altri usi domestici e quotidiani. Noi idraulici possiamo fare la nostra parte sensibilizzando il cliente al risparmio idrico. Fondamentale ad esempio è applicare sempre e comunque i rompigetto gli aeratori in tutti i rubinetti della casa, ed altri espedienti ancora”.
Conclude Caldarelli: “in questi anni ho visto una peggioramento della situazione, avendo a che fare con questo settore, e purtroppo ritengo che con l’avanzare del riscaldamento climatico, la situazione è destinata a peggiorare. Una volta i razionamenti erano rari, poi sempre di più sono diventati non dico la normalità, ma quasi. Insomma io nel mio piccolo ritengo che diventa ora una priorità politica e ancor prima culturale, quella di entrare nell’ordine di idee che l’acqua potabile è preziosa, e sempre più rara”.
Download in PDF©