ACQUA: SINDACI CONTRO SPRECHI, “MA CAOS RETI DA QUARTO MONDO NON SI RISOLVE CON UNA DOCCIA IN MENO”

di Azzurra Caldi

18 Luglio 2024 08:54

Regione - Cronaca, Politica

L’AQUILA – “Lo schema delle priorità di questa regione non prevede un bene essenziale: l’acqua. Gli amministratori che oggi corrono a preparare ordinanze e pretendono dai cittadini un ‘uso responsabile’ sono gli stessi che vanno al Ministero a chiedere terze corsie per le autostrade dimenticando le reti colabrodo da quarto mondo. Per l’ennesima volta, sarebbe il caso di riflettere prima di lanciare appelli, di ricordare che il problema non si risolve con una doccia in meno e che l’acqua è un elemento indispensabile anche per l’agricoltura, il turismo, le attività produttive”.

Dopo almeno 20 anni di lotte in un Abruzzo in costante emergenza idrica, Augusto De Sanctis, del Forum H2O, all’ennesima convocazione di un tavolo sul tema risponde con uno sconsolato: “Basta!”.

Mentre in questi giorni si moltiplicano gli appelli ai cittadini e le ordinanze dei sindaci per un “utilizzo responsabile della risorsa idrica”, sullo sfondo restano gli impietosi dati di una regione che per dispersione di acqua, a causa delle reti colabrodo, supera di gran lunga la media nazionale (36,2%): secondo l’ultimo rapporto della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) in testa c’è Chieti, maglia nera d’Italia, con il 71,7% di dispersione, seguita da Pescara (58,9%, undicesimo posto) e da L’Aquila (50,7%, 25esimo posto). Si salva solo Teramo, in 72/ma posizione con il 28,6%. Le perdite superano i cento metri cubi al giorno per chilometro di rete a Chieti e a Pescara; all’Aquila la dispersione va dai 25 ai 39 metri cubi al giorno per chilometro di rete.





Razionamenti costanti tutto l’anno, non solo nel periodo estivo, sono ormai la normalità per la provincia di Chieti e per il Pescarese.

E intanto, proprio da Pescara a Chieti, i sindaci dichiarano guerra agli sprechi: “Basta polemiche sull’acqua. Di fronte alla grave carenza idrica, che supera di gran lunga i confini di Pescara, dell’Abruzzo e dell’Europa, bisogna prendere consapevolezza che l’acqua va trattata come un bene prezioso e quindi è inutile, per non dire miope, continuare a prendersela con l’Aca, perché serve solo ad alimentare tensioni. Ed è inutile anche prendersela con i sindaci, che nulla possono fare se c’è meno acqua rispetto al passato per mancanza di precipitazioni. Bisogna, invece, trovare delle soluzioni”, dice il primo cittadino Carlo Masci.

A Chieti, il sindaco Diego Ferrara ha emesso un’ordinanza che prevede il divieto di utilizzo dell’acqua prelevata dall’acquedotto per gli usi non primari: si tratta del lavaggio di aree cortilizie e piazzali, del riempimento di piscine a uso privato, della irrigazione di orti e giardini, del lavaggio domestico di automezzi e spazi esterni e di ogni altro utilizzo estraneo alle norme del contratto di somministrazione per forniture a uso domestico. Per le utenze diverse dall’uso domestico, l’ordinanza prevede la limitazione dei consumi dell’acqua prelevata dall’acquedotto comunale alle strette necessità per le quali è stato concesso
l’allacciamento al pubblico acquedotto.

A questo proposito, dice De Sanctis ad AbruzzoWeb, “chiederei al presidente della Regione, Marco Marsilio, quante volte è andato al Ministero a chiedere interventi per le reti idriche. Lo chiederei anche a tutti gli amministratori e sindaci che continuano a convocare inutili tavoli che si concludono con un nulla di fatto. Cosa fanno questi amministratori rispetto alla mancanza di investimenti? Praticamente nulla, da anni. Ogni estate siamo allo stesso punto, è davvero avvilente continuare a ripetere sempre gli stessi concetti”.

Sui fondi, aggiunge De Sanctis: “quelli individuati attraverso il Pnrr risultano comunque insufficienti e coprirebbero neanche la metà degli interventi necessari, circa il 20-30%. Servirebbero almeno 6-700 milioni sul sistema idrico potabile. Ma subito, domani mattina”.





Necessaria una certa tempestività, quindi, “a cui siamo abituati solo per progetti decisamente meno prioritari”, sottolinea De Sanctis che aggiunge un’altra riflessione: “Assistiamo a lavori in tempi record per le reti dei gasdotti, opere pazzesche con investimenti pubblici da centinaia di migliaia di euro, mentre per l’acqua – è bene ribadirlo, una risorsa fondamentale – non riscontriamo lo stesso impegno, è tutto fermo da decenni”.

“Parliamo di reti idriche, in Abruzzo e in tutto il Meridione, realizzate negli anni ’60 – evidenzia – opere che hanno una vita tecnica di circa 50 anni e che stanno diventando massivamente obsolete, si stanno degradando verso il fine vita. Un problema grande che ha bisogno di investimenti consistenti e programmazione di medio-lungo periodo. Di tutto ciò, però, non c’è traccia”.

“E se continuiamo a dire che manca l’acqua e a parlare di cambiamenti climatici, perché si mettono in pericolo le stesse fonti idriche, si continuano ad autorizzare progetti che sono centri di pericolo per la qualità dell’acqua, come la nuova cava di 2 milioni di mc a Ofena, nella valle del Tirino, fondamentale appunto per la risorsa idrica potabile di mezza regione?”.

“Ci stiamo facendo vecchi e, a parte i proclami, grandi opere non se ne vedono e neanche soluzioni dignitose”, chiosa De Sanctis.

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