L’AQUILA – Un progetto pilota che potrebbe coinvolgere anche l’ Abruzzo, e che avrà come finalità quella di salvaguardare l’agricoltura di qualità nelle aree interne di montagna, con sostegno all’attività di produzione, ma anche con investimenti per potenziare e garantire servizi essenziali e infrastrutture in quel territorio.
Ad annunciarlo, nell’intervista ad Abruzzoweb, è Luigi D’Eramo, sottosegretario di Stato al ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle foreste, segretario regionale della Lega.
Il progetto, entra nel merito D’Eramo, “riguarderà tre aree, una al Nord, una al Centro e una al Sud, e avrà nella prima fase un carattere sperimentale, per valutare la necessita di eventuali rettifiche e aggiustamenti, prima di arrivare ad una proposta legislativa. L’Abruzzo ha comunque tutte le caratteristiche per vedere attuata la prima fase del progetto, essendo una regione con una forte presenza di aree interne e di montagna, e con molte tipicità da offrire”.
Spiega poi D’Eramo: “le aree interne sono preziose, da un punto di vista agricolo e non solo, pensiamo alle bellezze artistiche, architettoniche e paesaggistiche. Diventa pertanto fondamentale continuare a sostenere i prodotti tipici, con particolare attenzione a quelli ancora poco conosciuti sui mercati. Oggi del resto una percentuale importante dei turisti, si stima il 17% sceglie una destinazione piuttosto che un’altra in base alla presenza di tipicità di carattere enogastronomico, e della presenza di prodotti tipici.”.
L’aspetto dirimente e innovativo di questo progetto è però che le risorse non andranno solo a sostenere l’attività agricola in sé, dalla coltivazione alla trasformazione di un determinato prodotto, ma anche i servizi essenziali dei piccoli centri che saranno individuati per la sperimentazione.
“La grande sfida è quella di eliminare complessivamente e totalmente il gap in termini di servizi e infrastrutture che pagano le aree interne e di montagna – spiega infatti D’Eramo -. Facciamo un esempio: due giovani intendono portare avanti l’attività agricola dei padri e dei nonni, per produrre una determinata eccellenza enogastronomica. Ebbene, allo stato attuale diventa difficile farlo, per questi giovani, anche se poi l’attività agricola sarà sostenuta economicamente, se ad esempio l’asilo nido o il presidio sanitario sono troppo distanti da quel piccolo centro montano, se non c’è una buona connessione internet, importante per fare l’e-commerce, se si rischia di rimanere isolati in caso di neve, se la viabilità è sconnessa e pericolosa”.
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