AGRICOLTURA: SINDACATI, “ESODO ADDETTI VERSO EDILIZIA COLPA DEL MANCATO RINNOVO DEI CONTRATTI”

30 Settembre 2021 08:41

L'Aquila - Abruzzo, Economia

L’AQUILA – “L’esodo della manodopera agricola in altri settori, dipende principalmente dal mancato rinnovo dei contratti provinciali agricoli. Non è un caso se in Abruzzo dove non si è rinnovato il contratto in nessuna provincia, gli operai guardano altrove. Lo fanno per cercare condizioni più dignitose e meglio remunerate dal momento che i mancati rinnovi dei loro contratti provinciali impediscono, di fatto, la difesa del potere di acquisto dei salari agricoli”.

Le rivelazioni DI Stefano Fabrizi direttore di Confagricoltura L’Aquila e condirettore regionale sul fenomeno dell’abbandono delle campagne del 20% degli addetti, che optano per l’edilizia, e sulla non disponibilità dei percettori del reddito di cittadinanza di rimpiazzarli, provoca la reazione dei sindacati di categoria Fai Cisl Flai Cgil Uila Uil che hanno replicato a questa testata,  riconoscendo “la veridicità del fenomeno dell’esodo” e “condividendo la preoccupazione che l’istituto del reddito di cittadinanza possa generare effetti distorsivi sul mercato del lavoro”, puntano l’indice sui salari non adeguati, e soprattutto no aggiornati.





Fabrizi aveva evidenziato che  con il boom di cantieri edili innescato dalle opportunità offerte dall’eco sisma bonus, molti agricoltori hanno abbandonato le loro aziende e si sono fatti assumere dalle imprese edili”. In particolare lavoratori stranieri, dell’est Europa, che erano venuti in Italia a fare i muratori e poi con la crisi dell’edilizia avevano trovato lavoro nel settore zootecnico, mentre ora si verifica il movimento contrario”.

E non c’è modo di rimpiazzarli, un paradosso in una regione dove i disoccupazione è oltre il 9% della popolazione attiva. Ha spiegato però Fabrizi: “molti disoccupati di fatto percepiscono un reddito di cittadinanza ed anche l’ammortizzatore sociale della Naspi. In entrambi i casi c’è davvero poco o nullo interesse ad andare a lavorare in un’azienda agricola, accettare un lavoro stagionale che farebbe perdere loro il diritto all’assegno mensile sia nel caso del reddito di cittadinanza che della Naspi. Tanti imprenditori mi hanno rivelato che hanno ricevuto la richiesta da parte di queste categorie di essere assunti in nero”.

Non c’è solo questo aspetto, osservano però i sindacati: il travaso dipende principalmente dal mancato rinnovo dei contratti provinciali agricoli.





“Non è un caso se in Abruzzo dove non si è rinnovato il contratto in nessuna provincia, gli operai guardano altrove -proseguono i sindacati -. Lo fanno per cercare condizioni più dignitose e meglio remunerate dal momento che i mancati rinnovi dei loro contratti provinciali impediscono, di fatto, la difesa del potere di acquisto dei salari agricoli. Non può passare il messaggio che gli operai dell’agricoltura non abbiano voglia di lavorare anche perché è grazie a loro se in questi anni il settore primario in regione e soprattutto nel Fucino ha avuto importantissime performance”.

“Se i datori di lavoro vogliono manodopera stabile e fidelizzata su cui contare, anziché lamentarsi, creino, insieme al sindacato, migliori condizioni di lavoro in agricoltura rinnovando rapidamente i contratti provinciali di lavoro che, lo ricordiamo, sono scaduti da oltre due anni a L’Aquila e Chieti, da oltre quattro a Pescara e da oltre otto anni a Teramo. Non vediamo altri strumenti capaci di rendere attrattivo il lavoro nei campi se non quello di dotare i lavoratori di un contratto migliore sia dal punto di vista delle tutele che da quello salariale”, concludono i sindacati. Filippo Tronca

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