AL VIA LA RICOSTRUZIONE DI COLLEMAGGIO OBIETTIVO LA MESSA DI NATALE NEL 2017

di Alberto Orsini

29 Dicembre 2015 08:04

L'Aquila -

L’AQUILA – Sono cominciati da qualche giorno i lavori di ricostruzione della basilica di Santa Maria di Collemaggio dell’Aquila, finanziati per 12 milioni di euro dall’Eni, con l’obiettivo di celebrare nella chiesa rinata la Messa di Natale 2017 e la speranza di aprire in via provvisoria la Porta Santa per la Perdonanza 2016 e quella successiva.

Sarà un cantiere recintato finemente, ma anche “blindato”, quello che viene predisposto in questi giorni dalla società affidataria Arcas Spa di Torino, che ha vinto la corsa tra 350 imprese candidate.

“Noi non parliamo, l’Eni mette i soldi, l’Eni parla” sono le uniche parole del direttore tecnico, restio perfino a fornire il proprio nome che a breve sarà comunque pubblico nelle tabelle di legge.





Quello che è certo è che all’interno hanno già cominciato a lavorare, e presto andranno a regime, 35 operai.

Polemiche ci sono state da qualche cittadino osservatore per i segni lasciati dai mezzi pesanti sul sagrato, ma sono già stati ripuliti e di sporco ce ne sarà ancora molto, cosa normale in un’area oggetto di lavori.

Quanto alla recinzione, non sarà solo il classico tavolato copritutto, ma avrà delle stampe e dei render del progetto, oltre ai loghi di Comune, Eni e delle università di Milano, Roma e L’Aquila che hanno curato la progettazione.

I lavori arrivano con oltre un anno di ritardo. Tre anni e mezzo sono passati dal protocollo d’intesa “Ripartire da Collemaggio” tra Eni e Comune, firmato nell’estate 2012, che indicava, come tempistica, fine 2014 per l’apertura dei cantieri ed estate 2016 per la conclusione.





Prima ancora di impegnarsi alla Basilica, Eni avrebbe dovuto realizzare un centro di ricerca per l’ateneo aquilano nei terreni di “Casale Calore”, lotto di 65 mila metri quadrati trasformato nell’ottobre 2010 da terreno agricolo a edificabile.

L’impegno prevedeva 12 milioni per la realizzazione più altri 8 per pagare delle borse di studio. Ma le lungaggini burocratiche che hanno portato alla scadenza dell’accordo triennale siglato nel 2009 dopo il sisma tra Eni e Università hanno fatto infuriare l’allora amministratore delegato, Paolo Scaroni, che ha rotto i rapporti con l’Ateneo e deviato i fondi sulla ricostruzione della Basilica.

I terreni a oggi sono ancora edificabili ma la rettrice, Paola Inverardi, ha smentito ipotesi di costruzione svelando di voler realizzare in quella zona orti didattici a disposizione degli studenti.

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