AL VIA RICOSTRUZIONE DEL PALAZZO DELL’EMICICLO,DI PANGRAZIO ‘L’AQUILA CAPOLUOGO MACROREGIONE’

di Alberto Orsini

14 Gennaio 2016 10:29

L'Aquila - Cronaca, Gallerie Fotografiche

L’AQUILA – Il rinato palazzo dell’Emiciclo non solo sede riqualificata del Consiglio regionale, ma spazio aperto a disposizione della gente, tra sale concerto, biblioteche e pinacoteche, che sia il simbolo di una città, L’Aquila, capoluogo di Regione “ma anche della Macroregione che dobbiamo fare con il Lazio”.

Un concetto calcato con particolare enfasi dal presidente dell’assemblea legislativa, Giuseppe Di Pangrazio, caschetto in testa a capo del tour di cronisti che hanno passato in rassegna il cantiere nel complesso di oltre 6 mila metri quadrati, avviato ai primi di dicembre dalla ditta aquilana Rosa Edilizia.

I lavori sono stati affidati definitivamente all’impresa, in associazione con Ricci Guido ed Elettroidraulica Silvi, alla fine del 2015, dopo oltre 2 mila giorni di tempo persi per colpa della burocrazia e dopo sei ricorsi ai giudici amministrativi nelle varie fasi.

Le opere dovrebbero durare 495 giorni, secondo il ribasso proposto sui 700 iniziali: “Fare presto, lo voglio riconsegnare, ma me lo voglio godere anche un po’!”, ha detto scherzosamente Di Pangrazio, il cui mandato scadrà nel 2019, con la necessità, quindi, di “cantieri a ciclo continuo anche in quattro turni”.

L’importo a base di gara era di 11,4 milioni di euro, che sono diventati 8,8 con il ribasso di aggiudicazione.

“È il primo intervento organico sull’Emiciclo come sede di un’istituzione pubblica, gli altri erano stati  episodici e sconclusionati”, ha fatto notare l’architetto Lucio Zazzara, uno dei progettisti.

Un progetto che, tra l’altro, a differenza che nel passato vede anche “un sistema completo di superamento delle barriere architettoniche, sia gli uffici che gli spazi funzionali saranno accessibili senza problemi”.

Tra le peculiarità, la trasformazione dell’atrio in spazio espositivo, la ritrasformazione della sala per conferenze “Michetti” in un chiostro dell’ex convento con un tetto trasparente e il suo uso per eventi ma anche come biblioteca.

Nel sottosuolo della piazzetta del colonnato verrà scavata una sala sotterranea da circa 200 posti, utilizzabile per concerti, eventi, ma anche per le stesse riunioni del Consiglio, che Di Pangrazio nel futuro vuole aperte “solo agli addetti ai lavori, amministratori e giornalisti, il pubblico assisterà altrove dagli schermi” così come eventuali rivoltosi.

L’aula di oggi intitolata a Sandro Spagnoli, comunque, resterà tale, “e già da marzo al ritorno da Pescara i consiglieri troveranno impianti nuovi di zecca”.

Inoltre, l’edificio ex Gil verrà ceduto al Gran Sasso Science Institute con l’angusta sala che avrebbe dovuto ospitare i lavori del Consiglio, fatta realizzare nel 2008, che diverrà una sorta di aula magna dell’istituto.





I LAVORI

 

L’APERTURA ALLA CITTA’

Una delle chicche del progetto sarà l’abbattimento della recinzione attuale del complesso, la chiusura al traffico di buona parte di via Michele Iacobucci e la fusione degli spazi attuali con la parte centrale della Villa comunale, che verrà “tagliata in due” da una nuova piazza più amplia, questa destinata, tuttavia, verosimilmente a essere recintata, inglobando anche il monumento ai caduti.

La nuova area, tuttavia, sarà “aperta” il più possibile dall’ente alla città. “Ho già avuto un primo colloquio con il sindaco, Massimo Cialente, che si è detto interessatissimo a restituire questo pezzo di emiciclo alla città”, la rivelazione di Di Pangrazio.

La questione è ancora aperta, comunque, tra possibili problemi di viabilità di chi volesse raggiungere via San Michele, con l’eventualità di rendere viale Luigi Rendina a doppio senso e con quali conseguenze: ci sarà tempo per parlarne.

L’ATRIO

Cambierà pelle quello che in passato era l’atrio dell’Emiciclo, da cui si entrava dal portone principale del colonnato, da sempre utilizzato come un disimpegno, per dirigersi al bar, all’aula consiliare, agli uffici, alla sala Michetti o anche per congegnare trame politiche tra consiglieri.

“È una ex chiesa, uno spazio importante è bello, ma sempre interpretato in modo sgrammaticato – ha spiegato Zazzara – Alcuni interventi del passato non furono solo impropri, ma anche sbagliati sul piano strutturale”.

Come la scala di cemento armato che portava ai piani superiori, che nel sisma ha funto da “diapason” distruttivo amplificando le scosse sismiche e aumentando i danni, insomma un disastro.

In tal senso, “la scala sarà rimossa. L’intervento sarà molto articolato e servirà a mettere in sicurezza, a restituire lo splendore originale e a ridare senso – ha proseguito – Questo spazio diventerà di adunanza collettiva con mostre e manifestazioni”.

LA SALA “MICHETTI”

C’è poi la grande sala conferenze intitolata a Francesco Paolo Michetti, “era un chiostro e l’intervento rifunzionalizzerà questo spazio. Diventerà una specie di giardino d’inverno – ha aggiunto ancora il tecnico – con una copertura trasparente per vedere il cielo ed essenze vegetali che richiameranno l’antica funzione di chiostro. Sara anche il “foyer” del nuovo locale che non esiste oggi e realizzeremo sotto la piazzetta dell’Emiciclo”.

Dalla sala Michetti si accederà agli uffici nell’edificio “moderno”, “attraverso una scala e degli ascensori”.

BIBLIOTECA E PINACOTECA

Con il recupero di tanti spazi, ci sarà l’opportunità di “riorganizzare il patrimonio librario del Consiglio, che conta 7 mila volumi ed è già stato recuperato e archiviato e immesso nel sistema Isbn grazie al lavoro di Rita Centofanti”, ha svelato il direttore del Consiglio, Paolo Costanzi.





“L’idea è quella nell’ambito del recupero del chiostro di dedicarlo anche a biblioteca accessibile all’esterno”. Al piano -2 resterà, invece, la pinacoteca delle tante opere pittoriche “che lì si trovano in sicurezza, ma verranno messe in mostra nell’atrio ovvero nella chiesa recuperata”.

LA EX GIL AL GSSI

Non serve più agli usi del Consiglio l’edificio della ex Gioventù italiana del littorio (Gil, anche se in alcuni pannelli è sparito il riferimento alla genesi della struttura nel periodo fascista), che per anni ha ospitato l'Istituto tecnico industriale prima di diventare sede della presidenza, utilizzata ben poco prima del 6 aprile, e ora anche per legge l’ente dovrà destinarlo ad altri usi.

“Abbiamo fatto ragionamenti sull’utilizzo e sulla quantità di spazio ci serve per i lavori, ne abbiamo a sufficienza, stiamo perciò ragionando su come far utilizzare la ex Gil a strutture di caratura internazionale”, ha confermato il presidente Di Pangrazio.

“Abbiamo ricevuto una richiesta dal Gran Sasso Science Institute, probabilmente una parte di quell’edificio verrà dedicato a loro per permettere di destinarlo a loro – ha annunciato – Una parte o anche tutto, stiamo valutando le loro esigenze, se non occorre tutto il resto verrà dedicato ad attività collaterali del Consiglio”.

“L’ufficio di presidenza ha già deliberato un accordo che a breve verrà sottoscritto dal presidente e dai vertici del Gssi – ha aggiunto il vice presidente del Consiglio, Lucrezio Paolini – Voglio evidenziare il grande valore del lavoro svolto dagli uffici a garanzia delle procedure”.

GLI IMPIANTI

Un altro progettista, l’ingegner Antonello Bottone, ha spiegato la natura degli innovativi impianti che verranno installati che, ha sintetizzato il direttore Costanzi, “renderanno questo complesso quasi autonomo a livello energetico, in modo da non pesare sulle casse pubbliche”.

“La sola fonte di produzione di energia e acqua calda sarà una pompa di calore a energia geotermica – ha spiegato l’ingegnere – In questo modo verranno eliminate le macchine precedenti dal tetto inserendo quelle nuove nella pertinenza, con riduzione dell’impatto visivo, del rumore e dell’inquinamento”.

“La pompa geotermica non risente nell’efficienza della temperatura sotto zero tipica dell’Aquila, sfruttando l’acqua nel sottosuolo che ha temperatura costante – ha fatto notare – Inoltre ci sarà un sistema di rinnovo dell’aria per il benessere delle persone”.

I RICORSI

Non poteva mancare il tema dei ricorsi che hanno fatto cominciare i lavori a 6 anni e mezzo dal terremoto.

“Viviamo in un sistema in cui tutti devono essere garantiti, il tempo è il costo che paghiamo per garantire le imprese che partecipano a una gara europea – ha detto Di Pangrazio – Dopo diversi gradi di giudizio, comunque, i lavori degli uffici del Consiglio sono stati valutati come eseguiti a regola d’arte, avendo riscontrato la legittimità della prima aggiudicazione”.

“Il Testo unico sugli appalti è molto complesso, ben 800 articoli – ha ricordato il direttore Costanzi – Comunque questa è una delle prime amministrazioni pubbliche che riesce a far partire i lavori, ci auguriamo che presto anche Comune, Provincia e Giunta regionale seguano”.

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