L’AQUILA – “Se siamo oramai nel pieno della terza ondata anche in Abruzzo, è perché paghiamo l’inefficacia delle restrizioni previste nella zona gialla, per una una certa leggerezza e per lo scarso rispetto in parte della popolazione, delle regole da rispettare, a cui si sono aggiunte anche le varianti del virus. L’unica soluzione è accelerare il più possibile con le vaccinazioni, secondo il modello inglese ed israeliano”.
Parola di Alessandro Grimaldi, primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila e segretario regionale Anaao Assomed. Infettivologo di fama e in prima linea da febbraio nella guerra all’epidemia del coronavirus.
Parole che arrivano nel giorno in cui i contagi in Abruzzo non accennano a frenare, con 299 casi su 568 in provincia di Pescara, e con un aumento di 11 unità, attestandosi a 622, dei ricoverati in area medica, e di 5 unità in terapia intensiva, arrivando alla preoccupante quota di 82, con tasso di occupazione al 47%. Davanti a questa emergenza, il presidente della Regione, Marco Marsilio e l’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, hanno chiesto al commissario Domenico Arcuri, l’ok alla somministrazione immediata della prima dose di vaccini, dando fondo alle scorte, ritardando la seconda dose, quella di richiamo, e di ottenere dosi aggiuntive per le zone colpite dalla variante inglese e le le 23 zone rosse abruzzesi, in misura significativa.
Proposta che trova d’accordo Grimaldi.
“La strategia da prendere a riferimento – spiega il primario – è quella adottata con successo in Inghilterra e in Israele: somministrare la prima dose di vaccino, subito, a più persone è possibile, in una situazione in cui si registra una carenza di dosi. Ritardando la seconda dose, quella di richiamo. Questo per frenare i contagi. Non tutto il mondo scientifico è d’accordo, non lo è ad esempio Anthony Fauci, il principale consulente medico Usa sul Covid, ma ci sono già studi che confermano che tutto sommato questa soluzione paga, la protezione è comunque elevata anche una sola dose, per evitare che si producano nuove varianti, ed è la scelta obbligata del resto in uno scenario internazionale dove, ripeto, i vaccini scarseggiano”.
Anche perché sottolinea Grimaldi: “ la campagna di vaccinazione sul personale sanitario ha abbattuto drasticamente i contagi, già dalla prima somministrazione, e i vaccini Pfizer e Moderna riescono a contrastare con efficacia anche la variante inglese, un po’ meno quello di AstraZeneca, ma comunque con percentuali di efficacia ragguardevoli”.
Quello che in ogni modo va evitato, spiega poi Grimaldi, è l’intasamento degli ospedali: “il tasso di occupazione delle terapie intensive è uno di quei parametri che deve far alzare la soglia dell’attenzione e in Abruzzo il trend non è buono. Non dobbiamo mai dimenticare che il tasso di mortalità aumenta purtroppo tra i pazienti vengono intubati. A L’Aquila abbiamo in questa fase un carico significativo nelle terapie intensive, ma non come in autunno, ora viaggiamo tra i 10 e 15 pazienti. A Pescara la situazione è più critica”.
Alla domanda: “perché a Pescara ci sono ancora così tanti contagi, dopo due settimane di zona rossa?”, l’esperto risponde: “ accade perché paghiamo l’ondata di contagi che si è diffusa in precedenza, quando c’era la zona gialla, le cui regole di contrasto alla diffusione del virus purtroppo sono inefficaci, troppo blande, e talvolta non sono state nemmeno rispettate, ci sono stati ovunque atteggiamenti poco responsabili. In ogni caso i fattori sono sempre molteplici”.
E aggiunge: “lo stesso è avvenuto in autunno nella provincia dell’Aquila, che ha duramente pagato l’allentamento delle misure del periodo precedente. Dopo questa drammatica fase ho l’impressione che gli atteggiamenti nell’aquilano sono cambiati, c’è più cautela ed attenzione”.
Infine Grimaldi esprime perplessità sulla possibilità almeno in tempi stretti di istituire in Abruzzo zone bianche, come quella istituita in Sardegna, in quelle aree dove i contagi sono minimi, obiettivo rilanciato dalla deputata del Partito democratico, Stefania Pezzopane.
“È il sogno di tutti, ma in questa fase la vedo difficile, il virus continua a circolare. La Sardegna è un discorso a parte, è una isola, c’è un mare che la separa dal resto del mondo, è una situazione particolare, non so fino a che punto replicabile qui”, conclude Grimaldi.
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