PESCARA – La stagione delle allergie, causata principalmente dalla fioritura dei pollini, negli ultimi anni è iniziata parecchi giorni prima del periodo stagionale medio e si è protratta diversi giorni oltre il termine previsto. La causa? Il cambiamento climatico ed i fattori ambientali che incidono sempre più significativamente sulla salute umana.
È stata una delle tematiche di cui si è discusso quest’oggi nel corso del primo evento formativo nell’ambito del progetto dal titolo “Comunicazione e formazione su tematiche relative all’interconnessione ambiente-salute”, che per la prima volta ha visto collaborare, in stretta sinergia, il Dipartimento Sanità della Regione Abruzzo e l’Agenzia regionale per la tutela ambientale (Arta).
Oltre centro le presenze, tra professionisti del mondo della sanità e tecnici ambientali, che hanno partecipato alla prima sessione formativa nella sala conferenze del presidio ospedaliero di Pescara.
“Le allergopatie sono intrinsecamente legate alla tutela dell’ambiente – ha spiegato Antonella Iannarelli, tecnico biologo di Arta – Molte di queste condizioni allergiche sono innescate o accentuate da fattori ambientali, in particolare l’inquinamento dell’aria, che comprende l’aumento dei livelli di particolato, gas inquinanti e sostanze chimiche presenti in atmosfera. Questi elementi possono aggravare le allergie respiratorie, provocando riniti allergiche e asma”.
Obiettivo del progetto è quello di indagare il legame a doppio filo tra l’ecosistema circostante e gli effetti derivanti dai fattori ambientali sulla salute umana.
“Ringrazio la Asl di Pescara per la squisita ospitalità”, ha dichiarato il direttore generale di Arta Abruzzo, Maurizio Dionisio che ha sottolineato come i due enti “perseguano obiettivi comuni, mirati a garantire un ambiente sano e a migliorare la qualità della vita degli abruzzesi. Questa sinergica collaborazione, ulteriormente rafforzata oggi – conclude – è destinata a perdurare nel tempo”.
Tra le tematiche affrontate nel corso del corso, anche il disagio olfattivo delle cosiddette emissioni odorigene che a volte possono contenere sostanze inquinanti nocive per l’essere umano; o le tossine di alcune microalghe tropicali che proliferano sempre più frequentemente nelle acque del medio adriatico, con conseguenze dirette sulla salute dei bagnanti.
“Oggi – ha dichiarato il direttore generale della Asl di Pescara, Vero Michitelli – ricomponiamo una separazione che c’è stata 30 anni fa quando con un referendum si stabilì la separazione delle competenze ambientali da quelle sanitarie. Ma i due mondi – continua – sono complementari, devono convivere e non sono separati perché la precondizione per godere della salute è quella di vivere in un ambiente salubre. L’Arta si è contraddistinta nell’arco del suo mandato istituzionale assolvendo pienamente il suo compito. Basti pensare ai numerosi prelievi delle acque marine, che in questa città sono la più grande risorsa. Del resto Pasolini definì Pescara ‘città che si identifica nella sua dimensione balneare’, quindi auguro all’Arta di continuare a proteggere questo bene”.
Presenti al convegno, tra gli altri, il direttore amministrativo di Arta Abruzzo, Raimondo Micheli, il responsabile del Servizio sanità veterinaria e sicurezza degli alimenti del dipartimento Sanità della Regione Abruzzo, Giuseppe Bucciarelli, ed il responsabile dell’ufficio Formazione di Arta, nonché responsabile del progetto, Carlo Zamponi.
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