APPALTI ANAS, CASO VERDINI IRROMPE ALLA CAMERA. OPPOSIZIONI: “SALVINI IN AULA”

29 Dicembre 2023 18:26

Italia - Cronaca, Politica

ROMA – La rete di consulenze e la ricchissima torta degli appalti pubblici banditi dall’Anas: Il faro degli inquirenti si è concentrato su una gara da 180 milioni di euro per l’affidamento di lavori per il risanamento di gallerie.

È questo l’oggetto della indagine avviata nella primavera dello scorso anno dai pm di Roma e che ha portato all’emissione della misura degli arresti domiciliari per Tommaso Verdini, figlio dell’ex parlamentare Denis, anch’egli finito nel registro.

Un caso che ha fatto scattare il campanello d’allarme a Palazzo Chigi per l’ipotetica bufera che potrebbe sfiorare il ministro delle Infrastrutture, vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, che è comunque totalmente estraneo alle indagini che hanno portato all’arresto del “cognato” Tommaso Verdini, per questioni di vicinanza familiare e tecnica. La prima è evidente: Verdini jr, primogenito di Denis, è fratello di Francesca, compagna di Salvini.

Il gip della Capitale ha inoltre disposto la stessa misura cautelare per altre quattro persone oltre a due misure interdittive della durata di 12 mesi. Nel procedimento, affidato dal procuratore Francesco Lo Voi ai pm che si occupano dei reati contro la pubblica amministrazione, si contestano, a seconda delle posizioni, i reati di corruzione e turbata libertà degli incanti. Nel procedimento sono coinvolti anche imprenditori oltre ai pubblici ufficiali.

Il nome di Verdini junior, che è a capo della società che si occupa di lobbyng Inver, era finito nel registro degli indagati nel luglio del 2022. Il figlio dell’ex senatore e deputato è stato oggetto di perquisizioni, così come alcuni manager Anas, da parte della Guardia di Finanza a cui sono state affidate le indagini.





L’impianto accusatorio dei magistrati di piazzale Clodio pone al centro della presunta attività illecita la Inver che ‘facilitava’ una serie di ditte nel partecipare e vincere, grazie all’accesso ad informazioni riservate, appalti con l’Anas. Nel procedimento non sono in alcun modo coinvolti i massimi vertici della società che si occupa di infrastrutture stradali e gestisce la rete di strade statali e autostrade di interesse nazionale.

Per l’accusa un dirigente ed un funzionario di Anas avrebbero messo a disposizione di privati le proprie funzioni pubbliche – fornendo informazioni e documenti riservati ovvero avvicinando indebitamente membri delle commissioni di gara – al fine di garantire alle imprese l’affidamento di lavori per il risanamento strutturale di gallerie, per un importo complessivo di 180 milioni di euro.

Le utilità promesse sarebbero consistite nell’intervento dei consulenti arrestati per far ottenere ai funzionari indagati avanzamenti di carriera e conferme in posizioni apicali di Anas.

Il gip afferma che “dalle indagini è emersa la sussistenza di un sistema corruttivo forte e stabile che ha portato ad una turbativa delle gare per importi milionari”. Per il giudice “gli indagati hanno operato con pubblici ufficiali e con i privati loro clienti mettendo a disposizione i loro rapporti stretti con pubblici ufficiali in posizioni apicali all’interno di Anas e delle strutture pubbliche, di volta in volta, coinvolte nelle procedure di interesse dei clienti”. Nell’ordinanza si afferma, inoltre, che le persone finite nel registro “erano in grado (anzi sono stati in grado) grazie ai loro ‘agganci politici e conoscenze all’interno di Anas’ e ad un sistema di scambio di reciproci favori, di avvantaggiare i propri clienti nell’aggiudicarsi gare”.

Nel corso dell’attività di indagine è emerso che “Denis e Tommaso Verdini insieme con altri indagati a seguito delle perquisizioni subite si stavano adoperando in concreto per proseguire il rapporto con gli imprenditori, interponendo una ulteriore società per mettersi al riparo dalle conseguenze penali del loro agire illecito” La genesi dell’inchiesta è legata ad una denuncia presentata ai magistrati di piazzale Clodio da un ex dirigente dell’Anas negli ultimi mesi del 2021.





Intanto M5s, Pd e Avs chiedono un intervento del ministro delle Infrastrutture Salvini, alla luce delle notizie sull’inchiesta sulle commesse Anas.

Le richieste sono state formulate nel corso della seduta della Camera, che sta esaminando la Manovra.

“Chiediamo una informativa urgente del ministro Salvini – ha detto Federico Cafiero de Rhao (M5s) – per riferire sul sistema di consulenza e appalti pubblici banditi da Anas, indagini che hanno coinvolto Tommaso Verdini. È gravissimo quanto sta accertando la procura di Roma”.

Per Debora Serracchiani (Pd) “la vicenda giudiziaria avrà il suo corso, ma ancora nessuno del governo ha smentito quanto appare negli articoli. C’è la necessità di dare trasparenza. Chiediamo un intervento del governo, che smentisca ed elimini le ambiguità”.

Anche Angelo Bonelli di Verdi-Sinistra, come gruppo, ha chiesto “una informativa in Aula urgente di Salvini”. Contrario Enrico Costa, di Azione: “Non dobbiamo portare avanti lo schema delle informative a gettoni. Le inchieste vadano avanti, ma non è che dall’inizio di una inchiesta si interessa anche il Parlamento”.

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