APPALTI ASL PESCARA, SCARCERATO MATTUCCI: “SOLDI ANCHE PER DIRETTORE GENERALE ASL CIAMPONI”

23 Aprile 2021 10:24

Pescara - Cronaca

PESCARA – Esce dal carcere e va ai domiciliari l’ex presidente della coop “La Rondine”, Domenico Mattucci, arrestato lo scorso 7 aprile nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Pescara su un presunto appalto pilotato riguardante l’affidamento della gestione di residenze psichiatriche extra ospedaliere, del valore complessivo di oltre 11 milioni di euro.

La decisione è stata presa ieri sera dal gip Nicola Colantonio che ha raccolto il parere favorevole dei pm Anna Benigni e Luca Sciarretta.





Un provvedimento che era quasi scontato dopo la sua confessione, circa il modo in cui sarebbe riuscito ad aggiudicarsi l’appalto Asl da 11 milioni di euro con l’aiuto del dirigente Sabatino Trotta. L’inchiesta è stata segnata dal suicidio in carcere di quest’ultimo,  55 anni, dirigente del Dipartimento di Salute Mentale della Asl di Pescara, che si è tolto la vita nel carcere di Vasto (Chieti), candidato non eletto di Fratelli d’Italia alle elezioni del febbraio 2019 e con grandi ambizioni politiche. E che per l’accusa avrebbe ottenuto denaro e costosi regali in cambio del suo interessamento per far vincere appalti alla cooperativa, truccando le gare.

Come rivela Il Centro, nelle motivazioni del gip si sottolinea, è vero, l’ampia confessione resa da Mattucci, ma si evidenzia anche l’inedito, ammesso dallo stesso indagato: una nuova dazione di soldi, di cui non si era mai parlato finora, che sarebbe stata consegnata a Trotta, destinata al direttore generale della Asl di Pescara, Vincenzo Ciamponi, che risulta indagato per corruzione nell’inchiesta. La confessione di Mattucci dovrà essere valutata in maniera ancora più approfondita, proprio perché coinvolge il massimo esponente dell’Azienda sanitaria pescarese che aveva comunque con Trotta un’assidua frequentazione (numerose sono le cene e gli incontri riportati dalle indagini) e un rapporto molto stretto.

Se la confessione di Luigia Dolce, la coordinatrice della coop finita nel ciclone giudiziario ora ai domiciliari dopo un lungo interrogatorio, è stata utile alla procura per rafforzare le ipotesi accusatorie, quella di mercoledì scorso dell’ex presidente della coop Mattucci, ha fatto fare all’inchiesta un balzo in avanti.





I due erano finiti in carcere per corruzione, istigazione alla corruzione e turbata libertà degli incanti, insieme al dirigente Asl e direttore del dipartimento di salute mentale, Sabatino Trotta, perno dell’inchiesta. Dolce, dopo la confessione nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Nicola Colantonio (che ha firmato la misura cautelare per i tre) è andata subito ai domiciliari, mentre Mattucci l’ha seguita soltanto oggi (15 giorni dopo l’arresto), perché prima non aveva voluto rispondere alle domande del giudice. Ma mercoledì scorso, davanti ai pm Benigni e Sciarretta, Mattucci è stato un fiume in piena per circa quattro ore,  offrendo ai magistrati, su di un piatto d’argento, un riscontro su un delicato e rilevante aspetto della vicenda legata a quell’appalto pilotato da Trotta: quello appunto riferito a Ciamponi.

In fibrillazione anche il versante politico visto che Trotta ambiva a ricoprire un ruolo di rilievo nel suo partito, Fratelli d’Italia, con il quale si era presentato alle ultime regionali e viste le numerose interlocuzioni che il medico ebbe, quantomeno, con esponenti politici regionali.

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