L’AQUILA – “Quella nevicata era prevedibile e il rischio fu sottovalutato da chi era alla guida delle istituzioni interessate. Non basta che un consulente metta in dubbio certe considerazioni come avvenuto in prima grado e tutto viene ridimensionato. Certe valutazioni spettano solo al giudice. Bastava avere buon senso e la tragedia non ci sarebbe stata”.
Queste alcune delle valutazioni fatte dall’avvocato di parte civile Wania Della Vigna, condivise anche dagli altri legali, in occasione della udienza camerale del processo di appello per la tragedia di Rigopiano, frazione a vocazione turistica di Farindola (Pescara), in corso all’Aquila.
I fatti risalgono al 18 gennaio del 2107 quando persero la vita 29 persone. In primo grado ci sono state 25 assoluzioni su 30 imputati e le parti civili vogliono ribaltare l’esito del verdetto. I pm avevano chiesto nel complesso 151 anni di carcere.
Nel suo ricorso finalizzato a ottenere le condanna di tutti gli imputati ella parla dell’hotel come di una trappola: «Nessuna delle autorità competenti», si legge nell’atto, «nonostante le disperate richieste di soccorso, ha predisposto a gli invii tempestivi di spazzaneve per garantire l’incolumità degli ospiti della struttura».
Nel mirino il Comune di Farindola, Provincia e Prefettura di Pescara e si rimarca l’erronea applicazione della legge in relazione al reato di disastro colposo e, per l’appunto, ‘errata valutazione del rischio neve: errata valutazione della prevedibilità dell’evento; il reato omissivo improprio e posizione di garanzia degli imputati.
Nella mattinata di oggi sono state discusse anche le posizioni di 3 imputati ovvero Bruno Di Tommaso, gestore dell’hotel, Giuseppe Gatto, tecnico, entrambi furono condannati per abuso edilizio a sei mesi con i benefici di legge Mauro Di Blasio, funzionario della Provincia, che fu condannato a 3 anni e 4 mesi. I loro avvocati hanno chiesto la piena assoluzione ma la procura dissente.
Prossima udienza il 20 dicembre ma la sentenza è lontana. Se ne parla il 9 febbraio 2024 da parte del collegio presieduto dal giudice Aldo Manfredi.
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