LA PROF AIUTA I CONDOMINI, ''DOPO IL TERREMOTO SONO PIU' RAZIONALE''

AQUILANA NELL’INFERNO ALLUVIONE: ”DOPO IL SISMA SONO PIU’ FREDDA”

di Giorgio Alessandri

13 Novembre 2012 08:08

L'Aquila - Gallerie Fotografiche

L’AQUILA – “L’esperienza del terremoto mi ha insegnato a reagire in maniera più razionale di fronte a una situazione d’emergenza. Non mi sento un’eroina, ho fatto solo quello che chiunque avrebbe fatto al mio posto”.

Sono le parole di una giovane insegnante aquilana, Giuliana Pica Alfieri (nella foto), che domenica scorsa si è trovata a fronteggiare insieme ad altri condòmini l’alluvione del fiume Bacchiglione a Vicenza, dove vive e insegna discipline geometriche e architettoniche presso il liceo artistico Boscardin.

La splendida cittadina veneta è stata colpita nel weekend come moltri altre località del Nord della Penisola da una violentissima perturbazione che ha provocato allagamenti e smottamenti.

Dalla Liguria al Veneto la furia delle piogge si è abbattuta con una violenza che sempre più spesso mette a nudo le fragilità del sistema idrogeologico italiano.

Già due anni fa il fiume esondò superando i 6 metri, più o meno lo stesso livello raggiunto nel fine settimana appena trascorso.





“Sabato sera sono passata sul Ponte degli Angeli (sul Bacchiglione, ndr) e il fiume era normale – spiega la Pica Alfieri – Nella nottata ha piovuto tantissimo, con molta intensità e mi sono svegliata con una strana sensazione”.

Una volta aperte le finestre ha constatato uno scenario quasi apocalittico.

“Via Trissino, quella che conduce allo stadio ‘Menti’, dove vivo, era già completamente allagata – racconta – Lì per lì, però, non mi sono preoccupata molto perché spesso quando piove in maniera abbondante i tombini fanno fatica a far defluire l’acqua proprio in quel punto”.

“Poi mi ha chiamato una mia vicina spaventatissima dicendomi che il condominio era sott’acqua di una decina di centimetri e il livello dell’acqua si stava alzando – aggiunge – La struttura ha un ingresso costruito sotto il livello stradale e quindi sotto il livello del fiume”.

Immediata la chiamata ai vigili del fuoco “che mi hanno dato le prime indicazioni, ovvero di mandare su l’ascensore e togliere la corrente, cosa che avevo già fatto, e poi di mettere in sicurezza i beni che erano presenti ai piani bassi”.

Indossati stivali e indumenti impermeabili, la prof si è gettata per le scale insieme a due vicine, Incoronata D’Ambrosio e Milena Ascente, che hanno invitato gli altri condòmini a rimuovere le automobili dai garage e contribuito alla messa in posa di sacchi di sabbia per creare una sorta di barriera per bloccare l’infiltrazione dell’acqua.





“Siamo andati a caricarle con le nostre auto e li abbiamo posizionati lì dove era utile. Serviva poi rimuovere l’acqua ma i vigili del fuoco non avevano idrovore da poter mandare perché in quel momento erano impegnate in altre zone critiche della città – ricorda ancora – Così ho avvisato l’amministratore di condominio che, con una serie di telefonate, è riuscito a far venire un camion con operai, idrovora e ulteriori sacchi di sabbia”.

L’aquilana prosegue raccontando che “attorno alle 11 la situazione era di allarme generale, le sirene si sentivano suonare in lontananza ma a quel punto eravamo già intervenuti evitando il peggio”.

Sangue freddo e capacità d’azione, ma guai a parlare di eroismo.

“Non siamo state eroine. Con le due amiche che vivono nel mio palazzo abbiamo formato un’ottima squadra – spiega la donna – Siamo ragazze normalissime con un buon senso civico, pronte a ragionare nel momento dell’emergenza e quando c’è bisogno”.

E il pedigree aquilano deve aver fatto la differenza. “Credo che aver vissuto la drammatica esperienza del terremoto mi abbia aiutato a ragionare con maggior razionalità”, conferma la Pica Alfieri.

“Già due anni fa un’altra alluvione aveva trasformato il nostro palazzo in una piscina. Quell’esperienza e i consigli di alcuni vigili del fuoco che conosco si sono rilevati fondamentali per non vivere un deja vu”, conclude.

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