L’AQUILA – Come se non bastassero i conflitti intestini tra i partiti della maggioranza di centrodestra, riconfermata alle Regionali del 10 marzo, ha reso evidente anche lo scontro tra Giunta e Consiglio, il clamoroso blitz di ieri a Palazzo Silone, che ha portato al commissariamento dell’Agenzia regionale delle attività produttive, (Arap), affidato al dirigente Mario Battaglia, apparecchiato e orchestrato dal presidente Marco Marsilio e dall’assessore alle attività produttive, Tiziana Magnacca, entrambi di Fdi.
E con l’assessore Roberto Santangelo, di Forza Italia, in cui quota era il presidente uscente di Arap Giuseppe Savini, e il vice presidente con delega all’Agricoltura, Emanuele Imprudente, della Lega, che per esprimere la loro contrarietà hanno lasciato la stanza e non votato il punto all’ordine del giorno.
Quello di ieri è stato dunque non solo un atto di forza dei due meloniani, ma anche si protesta in parte del centrodestra, che critica, ma non vuole esporsi, di uno “sgarbo istituzionale”, al quale, si insinua, potrebbe essere sodale anche il presidente del consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, di Forza Italia, essendo Battaglia dirigente a lui vicino: questo perché l’Arap è uno di quegli enti, assieme alle Adsu, le Ater, e l’Ersi, di competenza del consiglio regionale, e nella prossima seduta, convocata il 15 ottobre, sono previste proprio le nomine dei cda, comprese quelle di Arap, a maggior ragione essendo il 7 dicembre scaduti i 180 giorni di tempo per procedere allo spoil system, dall’insediamento del 10 aprile, del nuovo consiglio uscito dalle urne. E con gli enti costretti all’ordinaria amministrazione e “congelati”.
Ci si chiede dunque: dopo questo blitz cosa accadrà in aula? Come si può procedere alla nomina di un cda di un ente già commissariato? Sarà ritirato l’odg per quanto riguarda l’Arap?
Abruzzoweb ha contattato invano Magnacca, Santangelo e Imprudente. Bocche cucite del resto nel centrodestra. A rispondere solo il capogruppo della Lega Vincenzo D’Incecco, che si limita a dire, “la nostra posizione è chiara, diciamo nona commissariamenti ad hoc, come in questo caso. Per il resto non faccio commenti, e devo ancora studiare la delibera. E voglio capire cosa dovrà accadere il 15 ottobre, visto che come noto la nomina del cda è all’ordine del giorno”.
Molti tecnici ritengono del resto che il commissariamento ha più di un profilo di dubbia legittimità. Altri assicurano invece che quella di Marsilio e Magnacca sia stata una mossa machiavellica, orchestrata da chi il diritto amministrativo lo conosce bene e lo sa usare a suo favore.
E questo grazie all’espediente di aver inserito in allegato alla delibera, illustrata qui di seguito nel dettaglio, un disegno di legge, già depositato, che prevede la riorganizzazione complessiva di Arap con la fusione Consorzio per lo sviluppo industriale dell’area Pescara-Chieti (Csi), gravato da 17 milioni di debiti, che porterà alla nascita di un nuovo ente, L’Agenzia regionale unica delle Attività produttive, l’Aruap. E in questo caso, come in quello di situazioni di grave dissesto economico, la Giunta avrebbe facoltà di procedere al commissariamento anche di un ente che è competenza del Consiglio.
Con lo stesso atto, oltre alla nomina del commissario Mario Battaglia, responsabile dell’Ufficio Affari legali agricoltura e Sviluppo economico della Regione Abruzzo, dirigente che oltre a godere della fiducia di Magnacca e un dirigente di fiducia del presidente del consiglio Lorenzo Sospiri, di Forza Italia, è stato ieri nominato commissario del Consorzio industriale, il liquidatore già in carica Lorella Franciotti.
Ebbene, ai due, per le rispettive competenze è stato dato mandato di procedere alla fusione entro un anno. E il disegno di legge della riformA dell’Arap e della nascita dell’Aruap, potrà avere tempi lunghi, prima di arrivare in consiglio regionale per l’approvazione, visto che serviranno passaggi in commissione, audizioni, e andrà messo all’ordine del giorno. Insomma, per ora l’Arap è stata messa sotto sequestro dal commissario, che risponderà da ora a chissà quando solo a Marsilio e Magnacca, con buona pace del consiglio, che dovrebbe nominarne il cda.
Con il benservito al citato presidente in quota Fi non riconfermato Savini, e con lui alla vice, la meloniana Maria Assunta Iommi, e componente per la minoranza Gianni Cordisco. Con uno sfregio alla Lega, partito contrarissimo ai commissariamenti ad hoc, nell’ambito dello spoil system ancora in alto mare, quando già sono scaduti i 180 giorni dall’insediamento del 10 aprile del consiglio regionale della seconda legislatura del centrodestra targata Marsilio. In quota Lega, resta comunque al suo posto, in Arap, il direttore generale Antonio Morgante. I due assessori, nel non partecipare al voto, hanno agito su indicazione precisa dei rispettivi segretari regionali, il deputato Nazario Pagano, Fi, e il sottosegretario all’Agricoltura Luigi D’Eramo.
Sullo sfondo ad accendere gli animi in parte della maggioranza il fatto che l’assessore al Bilancio Mario Quaglieri, di Fdi, distribuisce stanziamenti su input dei dipartimenti in larga parte verso la costa mentre nelle zone interne, proprio nella giunta di ieri, ha assegnato un contributo discrezionale al comune di Avezzano per un torneo di bigliardino, da 12.000 euro.
Ad esprimere pensanti dubbi sulla procedura anche in capogruppo del Pd, Silvio Paolucci, che parla di “una mossa studiata ad arte per bypassare il Consiglio, a cui lo statuto demanda le competenze di individuare gli amministratori dell’Azienda. Un’azione incauta la cui legittimità va verificata: c’è un disegno di legge regionale? Cosa dice? Rispetta lo Statuto? I Commissari sono già operativi oppure no, come ritengo, in quanto devono aspettare che la proposta diventi legge? Che iter ha avuto o avrà? Chi l’ha pensata e perché?”. E ancora: “strano modo, da parte di Marsilio e del suo esecutivo, di dimostrare attenzione al futuro di un Ente operativo come l’Arap, se in Giunta si procede a un vero e proprio commissariamento al solo scopo di moltiplicare e spartire le poltrone, esautorando, nei fatti, il ruolo del Consiglio regionale e, in particolare, delle opposizioni. Nulla di nuovo, tranne i 30 milioni di debiti che porta l’annunciato processo di fusione con il Consorzio per lo Sviluppo Industriale dell’Area Chieti-Pescara. In sostanza, la Giunta e in particolare l’Assessore Magnacca, propongono un ‘aziendicidio’ per l’Arap, pur di spartire cariche, posizioni e le decine di milioni di euro dei vari fondi messi a disposizione a partire dagli Fsc”.
Entriamo dunque nel merito della delibera, votata da Quaglieri, e dall’assessore alla Salute Nicoletta Verì, ex Lega, poi passata alla lista del Presidente con la quale però alle elezioni del 10 marzo non è stata rieletta, venendo riconfermata in Giunta come esterna.
In essa si mette in premessa l’urgente necessità di procedere alla riorganizzazione dell’Arap, nata nell’aprile del 2014, con la fusione e accorpamento degli ex consorzi industriali, tranne appunto del Csi, a causa della sua ingente massa debitoria.
E c’è necessità di procedere al commissariamento proprio perché si anche a tempo scaduto in quanto “le società controllate e partecipate dalla Regione hanno una durata massima effettiva pari a quella della legislatura regionale e decadono all’atto di insediamento del nuovo Consiglio regionale, salvo motivata conferma nei successivi 180 giorni”, e si è dunque nella situazione per la quale “gli organi decaduti restano in carica in regime di proroga e i loro poteri sono limitati all’adozione degli atti di ordinaria amministrazione, nonché degli atti urgenti e indifferibili”.
Si evidenzia che solo ora è possibile procedere alla fusione, in quanto da giugno è stata avviata una la procedura di liquidazione dei creditori del Cis, e ciò consente a quest’ultimo di acquisire una esposizione debitoria notevolmente ridotta nella misura di 17.640.283 euro. E con il commissariamento si intende ridurre il debito di ulteriori 5 milioni.
Ma il punto nodale non è solo la fusione del Consorzio, l’obiettivo è “la necessità di adeguare competenze ed interventi di Arap alle mutate esigenze di sviluppo economico, richieste dal mercato e dall’evoluzione normativa in campo di transizione ecologica e digitale, rafforzando l’esigenza di maggiore competitività ed innovazione delle aree industriali abruzzesi a servizio delle imprese che operano ed investono sul territorio regionale”.
Rilevato, che “lo scenario economico, profondamente mutato, impone una riorganizzazione dell’intero sistema di supporto e crescita dei distretti industriali d’Abruzzo”, rafforzando “l’attrattività e la competitività delle proprie attività produttive”, creando “un sistema regionale integrato volto al sostegno, all’insediamento ed allo sviluppo
delle imprese operanti sul territorio regionale”, attrarre “nuovi investimenti produttivi sul territorio regionale”, svolgere” le attività finalizzate a favorire lo sviluppo e la valorizzazione delle aree produttive e altre attività delegate da altri Enti in coerenza con la programmazione regionale”, interagire “con altre aree destinate ad attività produttive site sul territorio regionale”, e infine supportare il “dipartimento della Giunta Regionale competente in materia di attività produttive nell’attività di attrazione degli investimenti sul territorio della Regione Abruzzo”,
Si evidenzia infine che la ristrutturazione è l’occasione anche per “razionalizzare i sistemi di gestione e controllo della spesa, anche alla luce della situazione di sofferenza del bilancio attuale dell’ARAP connotato da debiti strutturali, anche di natura erariale”.
Ai commissari, che si precisa saranno affiancati da sub commissari, dovranno entro un anno realizzare le seguenti fasi operative: la “fase preliminare”, con la redazione del progetto di fusione e relativa approvazione da parte dei rispettivi Commissari dei due enti pubblici economici, la “fase deliberativa”, con l’approvazione del progetto di fusione e dello statuto del nuovo organismo societario, e successivo deposito presso la Camera di commercio competente, la “fase delle opposizioni”, al fine di consentire l’eventuale esercizio del diritto di opposizione da parte dei creditori sociali, la “fase risolutiva”, con la risoluzione delle eventuali opposizioni esercitate nei termini di
legge, e infine la “fase attuativa”, ovvero la sottoscrizione dell’atto notarile della fusione. E conseguente nascita dell’Aruap.
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