ASL CHIETI: STRETTA SU FARMACI E PIU’ INTERVENTI, PIANO SCHAEL PER RIDURRE BUCO A 34,5 MILIONI

FOCUS SU DOCUMENTO PRESENTATO DAL DG ALLA REGIONE, SENZA ALCUN INTEVENTO DEFICIT SCHIZZEREBBE A DICEMBRE A 54,9 MILIONI. RISPARMI PER 11 MILIONI CON INZIO OPERAZIONI CHIRURGICHE ALLE 8.15, RAZIONALIZZAZIONE DELLE FORNITURE E ANCHE DEL SERVIZIO OSSIGENO A DOMICILIO

13 Luglio 2024 08:03

Regione - Cronaca

CHIETI – Un debito che senza alcuna contromisura schizzerà a fine 2024 a 54,9 milioni di euro, e che dunque imporrà azioni drastiche di contenimento per 20.3 milioni di euro, in modo tale da contenere i danni a “soltanto” 34,5 milioni. Anche per la Asl provinciale di Chieti è arrivato il tempo di tirare la cinghia, e il come è contenuto nella relazione che il direttore generale Thomas Schael ha presentato nelle scorse settimane alla Regione Abruzzo, e di cui Abruzzoweb è venuto in possesso.

Schael, manager in quota Fdi, riconfermato nell’estate 2023, intende agire in prevalenza, come si spiega nel dettaglio qui di seguito, in particolare sulla spesa farmaceutica, nella Asl di Chieti bel sopra la media abruzzese, sull’acquisto e utilizzo parsimonioso e appropriato dei dispositivi medici, con una stretta sulle diagnostica strumentale e di laboratorio non necessaria e financo sul consumo di ossigeno a domicilio. Incrementando il ritmo degli interventi chirurgici anticipando l’orario di lavoro nelle sale operatorie alle 8.,15, e non più anche a partire dalle ore 10.

Capitolo che non viene toccato è invece quello del personale.

Ma anche per la Asl chietina la situazione resta critica, come per le altre tre Asl che hanno macinato già nel 2023 un buco complessivo di 122 milioni, di cui 41,9 milioni della Asl chietina,  coperto a fatica, per la metà con avanzi di amministrazione, e per l’altra metà, circa 68,5 milioni di euro attingendo anche dal Tfr dei dipendenti, dagli incassi delle tasse regionali, e dai fondi accantonati per i contenziosi giudiziari, con una manovra varata in consiglio regionale, tra le polemiche, dalla maggioranza di Marco Marsilio, di FdI, riconfermato per un secondo storico mandato a marzo, e dell’assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì, rientrata in giunta come esterna, dopo aver perso le elezioni con la lista del Presidente, alla quale è approdata lasciando la Lega.

Il tutto sotto la spada di Damocle di un nuovo commissariamento da parte del Ministero, e dell’obbligo di aumentare al massimo le aliquote delle tasse regionali, che per il centrodestra rappresenterebbe una sorta di Caporetto politica.

In una situazione anche di scontro interno alla maggioranza, visto che il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, di Fi e il presidente della V Commissione Sanità, Paolo Gatti, di Fdi, hanno preteso e ottenuto che il consiglio abbia una voce in capitolo nella delicatissima partita, di fatto commissariando la giunta e in particolare l’assessore Verì, e imponendo che i pareri delle commissioni sanità e bilancio siano “vincolanti”, e non solo, più blandamente, “obbligatori”.

Da qui l’importanza dei piani di rientro che i dg dovranno ora portare a termine.





E per Schael non sarà centro una passeggiata di salute, osteggiato dal Comitato ristretto dei sindaci, a trazione centrosinistra, che lo accusa da tempo di malagestione e assoluta mancanza di ascolto, e un assaggio del clima che si respira c’è stato martedì in commissione sanità, dove Schael,  convocato per relazionare sulla situazione economica dell’azienda sanitaria da lui gestita,. ha subìto gli attacchi del consigliere regionale di Atessa Vincenzo Menna, che ha ricordato al dg che “prima delle elezioni regionali dello scorso mese di marzo, aveva assicurato che la situazione economica della Asl era sotto controllo, e che i conti erano in ordine”.

Veniamo dunque alla ricetta che Schael intende adottare, nei prossimi mesi, per ridurre di  20.364.777 euro il deficit, che in ogni caso resterà alto, di 34.589.618 euro.

Superiore ad esempio a quello che ha preventivato, grazie al suo piano di rientro, il dg Ferdinando Romano per la Asl provinciale dell’Aquila, di 26.8 milioni, con una manovra correttiva di  32.9 euro, attaccando anche la Regione, suo datore di lavoro, per la non equa ripartizione dei fondi statali.

Le principali voci di costo che impattano sul risultato di esercizio della Asl chietina, pari a 41.127.477, di premette nel piano, sono da ricondursi all’acquisto di servizi, al personale del ruolo sanitario, all’acquisto di beni.

“Nell’ambito dei servizi, i maggiori costi sono stati registrati sui servizi sanitari per assistenza
ospedaliera, servizi sanitari per farmaceutica, servizi sanitari per medicina di base. “Nell’ambito del personale del ruolo sanitario, i principali costi riguardano il personale dirigente e del comparto; in merito ai costi per l’acquisto dei beni, i costi prioritari sono dati dai prodotti farmaceutici ed emoderivati”, si legge ancora.

La prima contromisura riguarda dunque “il tasso di produttività dell’attuale capitale umano a disposizione dell’Azienda”, con l’urgenza di invertire il trend di mobilità passiva e la pressione sulle liste di attesa, per un valore di 3,7 milioni di euro, soldi che la Asl non dovrà tirare fuori per chi andrà a curarsi altrove.

Il piano insiste particolarmente sulla produttività delle camere operatorie, che “rappresentano quelle che più di altre concentrano altissimi costi fissi di personale e di tecnologia, indipendentemente dall’attività assistenziale effettivamente erogata”.

E dunque si stabilisce che tutte le unità chirurgiche e anestesiologiche dovranno anticipare  alle 8:15 l’orario standard di “prima incisione”, e si calcola che “il guadagno potrebbe essere di ben 6.017 ore aggiuntive di sala su base annua pur rimanendo sui 3.800 set-up mattutini abituali”

E se si tiene conto che la durata media operatoria degli interventi chirurgici è di poco più di 2 ore, il margine di capacità oraria aggiuntiva di 6.017 ore potrebbe rendere 2.967 interventi chirurgici in più, per un valore della produzione complessivo stimato in 12.784.932 euro.





C’è poi il capitolo della razionalizzazione della spesa farmaceutica.

La Regione Abruzzo, si ricorda, nell’ultimo rapporto OsMed  ha una spesa pro capite lorda per farmaci di  170,9 euro con uno scostamento superiore all’11,1% rispetto al valore medio nazionale,  e la Asl di Cheti è ancora più sopra a  178,9 euro.

E dunque “al fine di garantire una diffusa disseminazione dei messaggi e previa analisi per singolo medico di medicina generale prescrittore, sono in corso delle riunioni “one to one” con ognuno degli alto spendenti al fine di individuare insieme delle eventuali azioni correttive”.

Da tale iniziative è raggiungibile una razionalizzazione delle risorse economiche con un correttivo di circa 6 milioni di euro.

Per quanto riguarda invece gli acquisti diretti di famaci da parte della Asl, la spesa è stata nel 2023 di 86.662.531 euro, con parte consistente per gli antineoplastici, i farmaci biologici (originator, biosimilari e molecole sotto copertura brevettuale) usati nelle patologie infiammatorie croniche e i farmaci per la sclerosi multipla.

E dunque nel piano vengono descritte minuziosamente le misure per ciascun dipartimento relative alla somministrazione di farmaci e la tipologia da privilegiare, che dovrebbero portare a risparmi complessivi di quasi 14 milioni di euro.

Previsti poi risparmi nell’utilizzo appropriato dei dispositivi medici, per 4.550.225 euro e sull’appropriatezza sulle prestazioni di diagnostica strumentale e di laboratorio, non ancora quantificata, in attesa di un primo confronto tra Direzione Strategica e i medici di famiglia a maggior spesa, e di ulteriori incontri di audit tra Distretti e medici”.

Inoltre i dati di consumo di ossigeno a domicilio nel 2023 hanno determinato una spesa superiore ai 2.5 milioni di euro. Tale spesa comprende anche il costo del servizio che è pari a 503.415 euro. Con un “efficientamento” dei dosaggi, e delle prescrizioni, si intende risparmiare circa  per 350.000 euro.

 

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