L’AQUILA – “È una odissea che non meritiamo visto che questa assurda difficoltà va a colpire malati oncologici che già devono fare i conti con una grave malattia: quando dopo un delicato percorso di esami e valutazioni da parte della struttura oncologica territoriale stavamo per sottoporci al primo ciclo di chemioterapia, una strana e non concepibile disposizione della Direzione generale della Asl provinciale dell’Aquila, ha ordinato la cancellazione di quelle cure e di cambiare completamente terapia da somministrare nel reparto di oncologia”.
Esplode, forte, la protesta di un gruppo di pazienti oncologici che si ribellano ad “una disposizione urgente di servizio” della Direzione generale della Asl provinciale dell’Aquila a firma del manager, Ferdinando Romano, che, a loro avviso, li avrebbe costretti ad “emigrare” verso altre aziende sanitarie per procedere alle cure a cui stavano per sottoporsi dopo avere effettuato un percorso preliminare sotto la guida dell’Unità operativa semplice di Oncologia territoriale guidata da Enrico Ricevuto, professore associato della università dell’Aquila in regime di convezione ed ex primario. I malati hanno annunciato ricorsi ed anche esposti alla Procura della Repubblica.
I pazienti in questione hanno scelto non ottemperare a quanto dettato in quel documento nel quale si stabilisce che le cure devono essere effettuate e secondo protocolli diversi, nel reparto di oncologia dell’ospedale San Salvatore, la unità operativa complessa diretta dal primario, Luciano Mutti, anche lui professore associato in regime di convenzione. Insomma, secondo quanto emerge da ambenti sanitari, la Asl avrebbe bocciato il lavoro del professor Ricevuto. E la vicenda fa intravedere la “guerra”, durissima e caratterizza da carte bollate, in atto da tempo tra le due strutture operanti nel delicato settore, ma soprattutto tra i due oncologi.
“Per la grave situazione che si è venuta a creare, alcuni di noi si sono dovuti recare in altri ospedali per continuare sul percorso deciso e cioè con la chemioterapia – attacca ancora il gruppo di pazienti -. Siamo decisi a denunciare questa assurda situazione che ci fa sentire malati di serie B. Anzi, sono partiti esposti alla Procura della Repubblica. Non conosciamo i motivi di questa decisione che noi rifiutiamo perché abbiamo fiducia nel percorso e nelle cure che ci sono state proposte. Questa incredibile vicenda ci espone a seri problemi economici per i viaggi verso altre strutture e, soprattutto all’aggravio di uno stress già molto forte, per una diagnosi e una malattia così grave – concludono i pazienti.
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- ASL L’AQUILA: LA PROTESTA, “NOI PAZIENTI ONCOLOGICI DI SERIE B, COSTRETTI A CURE FUORI PROVINCIA”L’AQUILA - “È una odissea che non meritiamo visto che questa assurda difficoltà va a colpire malati oncologici che già devono fare i conti con ...