L’AQUILA – Una lodevole iniziativa legislativa, quella dell’assegno per i nuovi nati nei piccoli paesi a rischio spopolamento, varata nel 2021, e confermata e rifinanziata dalla Regione Abruzzo anche per quest’anno, con 900mila euro.
Ma con un paradosso: possono esserci comuni, altrettanto piccoli, di montagna ed isolati, che di questo assegno non possono godere, “rei” di aver registrato anche un piccolo aumento di popolazione, nell’ultimo censimento del 2022, rispetto a quello del 2017, e non rientranti nel novero dei 173 comuni abruzzesi beneficiari, sotto i 3mila abitanti, e che hanno subìto invece una riduzione di popolazione.
Con il rischio che le famiglie lì residenti, si spostino con il loro bebè in altri comuni, ottenere i 2.500 euro l’anno e per tre anni, previsti dalla norma regionale.
E’ il caso, emblematico, e forse unico, di Castel del Monte, in provincia dell’Aquila, nel cuore del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, ad oltre 1.300 metri di altitudine, e lontano dal capoluogo L’Aquila 47 chilometri, da Sulmona 53 chilometri, le due città più vicine, si fa per dire.
Comune che è riuscito però, nonostante l’isolamento, e in netta controtendenza rispetto alla stragrande maggioranza di comuni montani abruzzesi e anche italiani, ad aumentare la popolazione, da 426 residenti del 2017 a 456 nel 2022, con più di una giovane coppia che ha fatto figli e non è emigrata.
Spiega dunque ad Abruzzoweb il sindaco, Matteo Pastorelli: “Per definire la platea dei Comuni beneficiari è stato preso a riferimento un criterio che evidentemente ha dei limiti e va rivisto: per noi l’esclusione è una beffa e anche un danno, tutti i paesi intorno sono beneficiari, eppure Castel del Monte è paese di montagna per antonomasia, ad oltre 1.300 metri, ed ora il rischio è che per una coppia non converrà più restare o venire a vivere qui, e si registreranno spostamenti di residenza in altri paesi vicini. Si rischia di vanificare i nostri sforzi decennali che hanno permesso di aumentare la popolazione. Il turismo è molto cresciuto, la zootecnia ha retto botta, hanno aperto nuovi locali, ristoranti, e varie attività. E questo garantisce ora un lavoro in loco per i genitori dei nuovi nati. Cambi di residenza, determinati dall’esclusione dall’assegno di natalità, rischiano di comportare anche conseguenze economiche, con il venir meno di forza lavoro, vista la cronica mancanza di personale qualificato per le attività turistiche, artigianali e zootecniche”.
Ha avuto un peso per l’aumento della natalità e del numero dei bambini a Castel del Monte, anche l’apertura, una decina di anni fa, dell’asilo comunale, ora frequentato da una quindicina di bambine e bambine. Servizio di prossimità imprescindibile, perché l’alternativa sarebbe stata per i genitori residenti, quella di portare i figli all’asilo comunale di San Pio delle Camere, che dista oltre 20 chilometri di impervia strada di montagna.
Prosegue il sindaco Pastorelli, “è stato giusto ed inevitabile stabilire un criterio per l’applicabilità della legge regionale, per definire la platea dei beneficiari”.
Di fatto però è una anomalia che in questo territorio Castel del Monte è l’unico comune escluso, forse anche in Abruzzo. E dunque servirebbe un affinamento del criterio, estendendo, ad esempio, la possibilità di ricevere l’assegno per comuni sopra i 1.000 metri, e sotto magari i 500 abitanti, a prescindere dal calo o aumento della popolazione. Visto che la ratio della norma è quella di evitare lo spopolamento dei comuni montani, e questo significa anche consolidare nel tempo un eventuale aumento di popolazione. Una modifica che non comporterebbe un allargamento significativo della platea di beneficiari, e non comprometterebbe la sostenibilità economica della misura. Eviterebbe soltanto una oggettiva stortura”.
L’assegno di natalità è stato introdotto dalla legge regionale 32 del dicembre 2021 con “l’obiettivo di contrastare il declino demografico in atto nelle zone montane più marginali, rivitalizzare il tessuto sociale ed economico dei piccoli Comuni di montagna, favorire la natalità e incentivando l’insediamento di nuovi residenti che intendono trasferire la propria residenza in detti comuni”.
La misura è riservata però ai piccoli comuni di montagna della Regione Abruzzo sulla base dei dati Uncem con popolazione inferiore ai 3.000 abitanti, nei quali è registrato nell’arco degli ultimi cinque anni un calo demografico superiore alla media regionale, nonché tutti i Comuni montani con popolazione fino a 200 abitanti pur in assenza di calo demografico. In entrambi i casi Castel del monte non può essere inserito nell’elenco.
I soggetti beneficiari dell’assegno di natalità sono i genitori residenti, o che in subordine, trasferiscano e mantengano la propria residenza in uno di detti comuni per almeno cinque anni. Non devono però occupare abusivamente un alloggio pubblico. Tutti i requisiti devono essere posseduti al momento della presentazione della domanda in modo continuativo per ogni anno del minore e fino a cinque anni.
L’entità dell’assegno è di 2.500 euro per tre anni, secondo il seguente ordine di priorità: “nuclei familiari in cui il nuovo nato, o minore adottato o in affido, sia riconosciuto disabile grave”, “nuclei familiari in cui sia presente un solo genitore”; “nuclei familiari per ogni figlio nato, adottato o in affido successivo al secondo”; “nuclei familiari per ogni figlio nato, adottato o in affido successivo al primo”. Infine “nuclei familiari per ogni primo figlio nato, adottato o in affido”.
L’assegno di natalità è corrisposto annualmente in un’unica soluzione, riferita a dodici mensilità, per l’importo totale di 2.500 euro annui, per un massimo di 36 mensilità. Gli Enti locali possono integrare con proprie risorse l’importo dell’assegno di natalità.
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